Uno strano modo di ritrovarsi

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Mi stavo guardando allo specchio: ero troppo pallida e sembrava che non dormissi da anni. Tutto il lavoro che mi davano i miei genitori comportava un viso sciupato e continuamente tetro. Ero anche fin troppo sorridente, mi sforzavo di essere gentile con chiunque quando avrei voluto mandare tutti a quel paese.
Pazienza. È la vita.
Mi misi il pigiama. Ormai erano le undici e mezza di sera e dovevo andare a letto.
Di norma mi addormentavo a mezzanotte ma di pomeriggio mi ero riposata un po' e non ero molto stanca.
Mi infilai sotto le coperte e cominciai a strofinare i piedi tra loro per riscaldarli. Era una bella sensazione; stare al calduccio dopo una giornata fredda e non molto positiva.
Di solito, dopo aver pulito i piatti della cena, mi mettevo ad ascoltare musica o a guardare la TV in salotto tenendo il volume molto basso. Accendevo sempre la lampada vicino al divano che faceva una luce fioca e molto calda. Dopo, se ero fortunata, avevo il tempo di prepararmi una tisana, mettermi la copertina sulle ginocchia e lasciare che le ombre del salotto rendessero tutti gli spigoli del divano e dei mobili delle morbide curve. Poi accendevo la TV e guardavo i cartoni animati... Non seguivo neanche una puntata di nessun cartone ma il tutto mi rilassava. Se non avevo voglia di guardare la TV, mettevo un po' di musica molto tranquilla di sottofondo.
Succedeva sempre che mi addormentavo, cullata dal caldo della sala, poi mi risvegliavo alle tre di notte e andavo a letto.
Non era molto regolare come ritmo di vita ma almeno la sera avevo un momento per me.
Quella sera, dopo aver sbrigato le ultime faccende di casa, non avevo voglia di rilassarmi... Non sarebbe stato sufficiente. Tra il fatto che mi ero addormentata in classe e che avevo dormito a casa non avrei dovuto essere così stanca... Ma lo ero. Eccome se ero stanca. Sentivo tutti i muscoli affaticati e non avevo voglia di fare nulla.
Ormai ero a letto. Al calduccio. Nessuno poteva più disturbarmi fino alle sette meno venti. Che meraviglia.
Mi tirai il piumino fino a sotto il mento e mi accovacciai lasciandomi totalmente inghiottire dal materasso.
"Adesso voglio proprio vedere quanto ci metto ad addormentarmi..." Pensai.
Avevo sonno ma ogni volta che mi addormentavo, come normale, non mi ricordavo il passaggio tra il mondo reale quello dei sogni. Dunque, ogni sera, prima di addormentarmi, mi ricordavo che la mia sfida esistenziale era 'riuscire a ricordare il momento in cui mi addormentavo'... Sapevo che non avrei mai vinto questa sfida con me stessa... Era impossibile percepire il momento in cui ci si addormentava.
Comunque stavo cominciando ad immergermi nei pensieri più assurdi quando sentii un rumore.
Proveniva dal bagno.
CSCHHHHHHHHHHHHH...
Sembrava il rumore dell'acqua che scorre.
Sembrava che qualcuno avesse aperto il rubinetto del lavandino.
Mi voltai di scatto verso la porta della mia stanza... Era chiusa.
Mi alzai.
Raggiunsi la porta e la aprii.
Mi ritrovai da sola nel corridoio buio ma sentivo ancora quel rumore.
Magari era uno della famiglia che era andato in bagno senza nemmeno farsi sentire? Impossibile. Erano tutti rumorosi.
Mi avviai lentamente verso il bagno e il rumore si fece più forte.
Guardai dal buco della serratura: tutto nero.
Luce spenta e rubinetto acceso?
Adesso avevo qualche strano presentimento... Poi mi venne paura.
"Fatti coraggio"
Uno..
Due...
Tre....
Afferrai la maniglia, aprii la porta ed entrai un po' per non rimanere del tutto fuori.
Era tutto buio e non vedevo nulla.
L'acqua scorreva ancora.. Seguii il rumore e trovai il rubinetto con la mano allora lo chiusi.
Tutto tacque.
Stavo tremando. Era tutto inquietante e volevo solo tornare a letto.
Prima di correre in camera a nascondermi da un mostro immaginario protettore del bagno, decisi di affrontare la paura.
Non so perché ma non avevo ancora acceso la luce. Feci per cercare nel buio l'interruttore ma non lo trovai.
"Ma dove sarà finito?!"
Ansia. Panico. Poteva succedere qualsiasi cosa da un momento all'altro.
Trovai l'interruttore. Premetti il tastino.
Nulla. Ancora lo premetti.
Nulla.
Nulla.
Buio pesto.
"Scusa, ho momentaneamente disattivato la corrente per non farti prendere ancora un infarto"
Sobbalzai dopo aver sentito quella voce.
Era una voce familiare, già sentita, ma non nella realtà.
Era la voce di quel ragazzo che avevo sognato in classe.
"Ci conosciamo?!"
"Questo me l'hai già chiesto - rise - tu non mi conosci molto bene ma ci siamo già incontrati questo primo pomeriggio... Ricordi?"
"Certo che me lo ricordo! Chi cazzo sei?"
"Wow calmina non sono cattivo e non voglio farti niente, te l'ho già detto"
"Sì ma capisci che non sei normale?"
"Va bene. Come vuoi. Almeno questa volta vuoi ascoltarmi senza andare in ansia?"
"Ti ascolto"
"Io e te dobbiamo parlare di un po' di cose. Risponderò anche a delle tue domande ma non ti devi assolutamente agitare mentre parli con me... Sono buono e non sono un mostro"
"Mi va bene parlare con te ma mi spieghi perché ti sei fatto trovare nel mio bagno con il rubinetto aperto e la luce spenta?!"
"Perché non volevo che prendessi paura!"
"Stai scherzando? Ho preso un sacco di paura! Potevi direttamente entrare in camera mia e svegliarmi allora!"
"Ci ho provato Ilenia! Questo pomeriggio, dopo scuola, ho provato ad entrare in camera tua per parlarti ma ti sei subito agitata"
"Eri tu?? Tu mi hai fatto prendere un colpo!"
"Lo so mi dispiace infatti hai visto cosa è successo appena mi sono avvicinato?"
"Beh... Sono quasi morta di paura?"
"Sì esatto! E??"
"Eee..."
"Ti sei svegliata! Eri troppo agitata per continuare quel sogno e la tua mente ha deciso di interromperlo facendoti svegliare di soprassalto. O sbaglio?"
"No non sbagli"
"Quindi ora ho fatto di tutto per non farti agitare e per rivelare la mia presenza senza che tu ti svegli"
"Mi da inquietudine sentire una voce proveniente dal buio, sai?"
"Lo so.. Se vuoi torniamo in camera tua così puoi accendere la luce"
"Ok... Ma prima aspetta, una domanda: il buio per non rivelarti subito e per non farmi prendere paura, il bagno perché così non vedevo la porta della camera spalancata ma il rubinetto?"
Dal buio non arrivò più nessuna voce per qualche secondo. Poi riprese:
"Tu non lo sai ma io in questo momento sto facendo una faccia del tipo 'che razza di domande mi fai?!'"
"Ah sì? Beh perché dovrebbe essere una domanda strana?"
"Ilenia, ragionaci"
Io ci pensai un secondo poi mi resi conto di quanto ero idiota.
"Annnnnnn sì certo! Il rumore dell'acqua serviva a svegliarmiiii"
"Complimenti" disse il ragazzo con tono di voce seccato ma ironico.

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