I genitori non si scelgono

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Ero appena tornata a casa dopo una lunga passeggiata.
Dopo l'incubo, il disegno e la voglia di compagnia, avevo deciso di farmi una passeggiata rilassante. Avevo avuto freddo ma il tutto era stato rilassante. Naturalmente avevo passeggiato da sola. Eravamo: io, i miei pensieri, le cuffiette del telefono, il telefono, la musica e la voce della cantante. Considerando anche i vestiti, eravamo un bel numeroso gruppo di amici... Peccato che solo io ero un'essere vivente.
Dunque.. Appena tornata da quella mezz'ora d'aria dovetti vedermela con mia mamma.
"Ciao mamma sono a casa"
"Mmh"
(Chi tace acconsente)
"Dove sei? Non ti vedo" continuai io.
(Nessuna parola) era in salotto a leggere uno dei suoi libri.
Andai avanti in attesa di un cenno di vita...
"Di cosa parla?" Chiesi indicando il libro.
Finalmente una risposta: "storia d'amore" (che originale) "hai preso il pane?"
"Il pane?"
"Ti avevo detto di prenderlo per stasera, Ilenia"
"Ma sono andata a fare una passeggiata... Non a fare la spesa"
"Ma sei passata davanti alla panetteria... E potevi comprarlo"
"Non sapevo che servisse, scusa"
"Lo sapevi invece"
"No, mamma, non lo sapevo"
"Te l'avevo detto però"
"Ma ti sembra così importante da farne una tragedia?"
"No. È una tragedia che tu non mi abbia ascoltata"
"Non è vero! Non mi hai mai detto di comprare il pane oggi!"
"Uff... Come sei pesante! Te l'avevo detto, ne sono certa!"
"Allora non ti avrò sentita! Scusa, mi dispiace, chiedo perdono signora padrona!"
"Adesso basta Ilenia, non fare la stupida!"
"Stupida? Non capisco solo perché tanti problemi!"
"Perché non mi ascolti mai!"
"Ah IO non ti ascolto mai?!"
"Si, tu. E ti sei anche dimenticata il pane"
"Non mi sono dimenticata niente! Non mi hai mai detto nulla sono sicura!"
"Adesso basta! Come fai a sapere cosa ho detto e cosa non ho detto?!"
"Ma ti rendi conto mamma?! Stiamo litigando per il pane! Magari non so tutto quello che dici in ventiquattro ore ma so benissimo quello che sento perché non sono rincoglionita!"
"Per favore parla bene"
"Se ci tieni tanto al TUO pane esci di casa e compralo tu! Non mandare me! Ho quasi quindici anni e non sono la tua serva!"
"Porta rispetto a chi è superiore a te! Capito?!?!"
"E dove c'è scritto che alcune persone sono superiori ad altre?"
Non sapevo da dove mi era uscito tutto quel coraggio e quella sfrontatezza. Ero sempre stata paziente con tutti e mi ero sempre fatta sottomettere da mia madre, mio padre è anche dai miei fratelli. Cosa mi aveva spinto a ribellarmi così da un momento all'altro? Mia madre era furiosa. Al primo accenno di 'voce alta' da parte mia, si era alzata dalla poltrona del salotto, aveva chiuso bruscamente il libro e mi aveva guardata dritta negli occhi. Non c'era stato un istante in cui non l'avessi guardata minacciosa. Era mia mamma, lo sapevo. I figli portano rispetto ai genitori, ma solo se questi ultimi sono sempre stati accanto a loro, li anno accuditi con dolcezza e li hanno portati a ragionare. Un genitore merita rispetto se ha sempre trattato bene il figlio e se ha sempre fatto la sua parte almeno per quanto riguarda le faccende di casa. I miei genitori, erano senza dignità. Non mi avevano mai dato nulla di tutto questo: affetto, amore, rispetto e tantomeno sostegno morale. Non c'erano mai per me.
E me ne rendevo conto adesso.
Comunque, sentivo di aver detto più o meno le cose giuste nel modo giusto.
In quel preciso istante, dopo aver dubitato della sua superiorità nei miei confronti, mia madre se ne stava dritta dritta davanti a me. Pochi centimetri ci distanziavano e mi guardava malissimo. Era rigida e stava per dire qualcosa. Di solito quello sguardo precedeva una lunga predica... Che forse sarebbe arrivata a breve.
"Ilenia, tu sei una infantile ragazzetta viziata" (viziata?)
"Hai solo quattordici anni, poverina, ma ti credi TANTO grande! Pensi di poterti rivolgere a me in questo modo?! Dimmelo se mi vuoi trattare così, non esiterò a buttarti fuori di casa sai!" (Potrebbe anche farlo, tanto cucino sempre io e troverei lavoro facilmente)
"Dunque, se non vuoi morire di fame... Ti consiglio di rispettare le regole di questa casa:" (semmai di fame ci muore lei visto che cucino sempre io)
"Prima regola: io e papà abbiamo sempre ragione, non si mette mai in discussione nulla!
Seconda regola: tu fai tutto quello che sei stata abituata a fare fino ad adesso! Riordini le camere, studi, cucini è tutto il resto.
Terza regola: Mai e poi mai devi mancare di rispetto agli altri membri della famiglia, perché sono quasi tutti più superiori di te!"
"Mamma, si dice 'sono quasi tutti SUPERIORI A te"
"Non mi interrompere!!"
Riprese la morale.. Ormai mi ero calmata. Avevo imparato a vederla come una povera scema che dice cose senza senso.
"Dunqueee... Dicevo..."
"Avevi appena finito le tre regole..." Le ricordai mentre quasi ridevo.
"Ah sì! Dicevo che dopo tutto questo, la conclusione è che io ho ragione. Ti avevo detto di comprare il pane ma non lo hai preso perché sei distratta. Poi l'hai tirata lunga e hai esagerato come al solito facendone una tragedia e adesso mi hai anche fatto sprecare voce. Quindi adesso tornatene in camera e tra un'ora vieni che prepari la cena per i tuoi fratelli che oggi hanno avuto una giornata faticosissima"
Non ci credevo. Quella povera gallina era mia madre? Pazienza.
"D'accordo mamma... Vedo che ragioni in modo maturo e che, come al solito, dimentichi che anche io sono andata a scuola oggi oltre a Moira e Leo.. Comunque scusa per aver bruscamente interrotto la tua saggia lettura e hai ragione, sempre!"
Non ero affatto arrabbiata, adesso. Provavo solo pena. L'avevo trattata come una ritardata ma lei neanche se ne era accorta. Finito il discorsetto, si era riseduta sulla poltrona e si era chiusa in se stessa come prima. Io non esistevo più. Lei aveva avuto l'ultima parola ed era giusto così. Non mi aveva ascoltato minimamente.
Sospirai andai in camera.
Avrei voluto una mamma con un po' più di cervello. Ma i genitori non si scelgono.

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