Capitolo 2.

27 3 0
                                    

Pow Alice
Sono alle prese col make-up da qualche minuto, quando improvvisamente, avverto dall'ingresso il suono del campanello, ma me ne curo ben poco dato che sono letteralmente dedicata alla linea dell'eye-liner che spero venga perfetta come quella dell'occhio sinistro, odio dover bestemmiare.
Mi concentro, un'ultimo movimento ee... fine!
Beh, direi che sia abbastanza soddisfacente, mi resta un filo di lipgloss e sono pronta.
«Ginevra!» chiamo alzando leggermente la voce.
«Chi è alla porta?» Domando mentre strofino le labbra per amalgamare il lipgloss.
Attendo qualche secondo ma nessuna risposta dall'altra stanza.
«Ginevra, mi hai sentita!?» Urlo questa volta, mentre mi dirigo verso la porta del bagno, spegnendo la luce.
«Ginevra ma che cazzo! Sei sord..» non faccio in tempo a completare la frase che noto Ginevra sull'orlo  della porta mentre osserva qualcuno o qualcosa fuori, con gli occhi sbarrati.
«Gin, che succede? Cosa guardi così perplessa?» Chiedo piuttosto preoccupata.

Pow Ginevra

Mentre continuo a domandarmi chi fosse, apro leggermente la porta con timore, non si sa mai.
Scruto l'esterno ma non noto nessuno, così spalanco la porta e.. un profumo invade le mie narici lasciandomi pietrefatta, poiché io quel profumo lo conosco, quello è... è il profumo di Nicola.
Non appena realizzo ciò, avverto l'aria penetrarmi fin dentro le ossa, una sensazione stranissima, come se qualcosa mi stesse attraversando l'anima.
Rimango a fissare il vuoto, mentre chiudo la porta.
Udisco la voce di Alice chiamarmi, mi volto, con lo sguardo ancora perso, nella sua direzione ed entrambe notiamo la preoccupazione che pervade i nostri volti.
Scoppio in un pianto disperato, un pianto di realizzazione, dopo due anni ho risentito il suo profumo, quel profumo che mi mancava tanto.
Alice corre verso di me abbracciandomi e chiedendomi ripetutamente cosa fosse successo, ma non voglio preoccuparla per l'ennesima volta, qualcosa mi dice di non dirle nulla e tenere per me quella strana sensazione che non avevo mai avvertito.
L'abbraccio a mia volta e asciugando le lacrime la rassicuro inventando uno scherzo infantile da qualcuno che mi ha spaventata e nulla più, una scusa poco plausibile ma è ciò che mi è venuto al momento, lei per fortuna non domanda nient'altro.
«Il solito coglione di passaggio no? Bah che gente, mia cara dovresti però cercare di essere meno emotiva e picchiare duro, mi ha fatta preoccupare!» Esorde lei con voce infastidita mentre tenta di aprire la porta per dare un'occhiata, conosco le sue intenzioni, per questo la blocco.
«Tranquilla Ali! Hai ragione, scusami, devo essere meno emotiva, sarà fatto ma lascia perdere. Piuttosto hai terminato di truccarti?» le domandò cercando di cambiare argomento, riuscendo con successo nel mio intento dato che cambia radicalmente espressione, passando da un volto cupo ad uno eccitato e sorridente.
«Oh, certo! Possiamo anche andare!» Esulta mentre si dirige verso la mensola nella quale abbiamo poggiate le borse, lei prende la sua, altrettanto faccio io seguendo i suoi movimenti, non prima di aver spento la TV.
Apro la borsa estraendo le chiavi della mia auto ed infine ci dirigiamo fuori nel vialetto.

Percorriamo la strada che ci porterà al centro commerciale per qualche minuto, mentre Alice continua a compiere degli strani movimenti con le braccia e la testa sulle note di Macklemore, non posso non sorridere a quella visione, ma il mio pensiero va ancora a quella sensazione.
Dopo qualche minuto ancora, arriviamo finalmente a destinazione e sento già l'eccitazione di Alice, altrettanto lo sono io. Adoro lo shopping e questa è un'altra cosa che accomuna me ed Ali.

«Gin, guarda che pazzeschi! Oddio devo assolutamente prenderli» esclama Alice con eccitazione, incitandomi a guardare un paio di Jeans boyfriend che tieni in mano.
Li guardo e approvo accennando un sorriso, ciò provoca un super sorriso sul suo volto, è sempre importante il parere di un'amica.
Mentre guardo tra i vari scompartimenti, noto un crop top carinissimo, pizzato color cipria che attira la mia attenzione, lo scruto e voltandomi verso Alice noto che mi schiaccia l'occhio in segno di approvazione, le sorrido e voltandomi sposto lo sguardo all'esterno della vetrina del negozio notando un ragazzo alto e moro che mi fissa con le mani in tasca, sostengo il suo sguardo per qualche secondo dopo di che si incammina spostando lo sguardo verso un'altra direzione.
Io resto imbambolata ad osservare ogni suo movimento mentre sparisce in lontananza.
Ha un'aria totalmente misteriosa che mi affascina e suscita in me una curiosità esorbitante.

Dopo qualche ora, io ed Alice abbiamo accumulato 4 buste contenti ognuna almeno due capi, soddisfatte decidiamo di andare a bere qualcosa in un bar nei paraggi.
Siamo sedute ad un tavolino mentre beviamo io una cioccolata calda, mentre Ali il suo amato thè al limone, nel frattempo tra un discorso ed un'altro ci organizziamo sul da farsi per la sera.
D'un tratto Alice riceve una telefonata.
«Pronto? Oddio! Davvero? ... Fantastico! ....Ok va benissimo! Sisi ovvio! A più tardi ... Si ciao!» riattacca la telefonata e mi guarda entusiasta.
«Chi era?» Domando curiosa e interrogativa.
«Non ci crederai Gine» Mi rivolge un sorriso a 32 denti.
«Era.. » continua lei  «...»

Oh no!
Penso, non appena Alice mi confessa chi le aveva appena chiamato.

Illusions of a lifetime.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora