Io e Martin passiamo la serata sul divano ripassando storia per la sua verifica il giorno dopo e cenando una ciotola piena di popcorn salati.
Alle nove e mezzo è già crollato sul divano e lo porto a letto, lo salutò dandogli un bacio sulla fronte.
Mi sistemo sul letto e i miei pensieri sono totalmente rivolti ai messaggi che io Tom ci siamo scambiati...alla fine avevo terminato la conversazione con un semplice oh, che bello e, sinceramente ne sono rimasta un po' delusa. Domani è sabato e questo significa che io, Malia e Oliv usciamo con Tom...sono contenta di vederlo, finalmente, ma passerà la serata solo con Malia quindi sono parecchio abbattuta.
Oliv è un'amica d'infanzia mia e di Malia. Siamo sempre state insieme da piccole e ne abbiamo passate di tante, una dopo l'altra, assecondandoci l'una con l'altra, le voglio un sacco di bene anche se spesso non le dimostro tutto il bene che le voglio, ma è sempre state un grande pilastro della mia infanzia e sempre lo sarà.
Mi addormento contenta ma un po' avvilita sognando di essere l'unica persona nella mente di Tom.Sento Martin salutarmi con un dolce e soffice bacio sulla guancia, lui il sabato mattina va a scuola, io non ho nessun corso per fortuna.
Mi alzo alle 9 dopo aver recuperato un po' di sonno e mi preparo una tazza di caffè, quando sento il mio telefono squillare: è mia mamma. Le rispondo? Si, decido di risponderle
«Ciao mamma»
«Ciao Abi»
Mi viene un tuffo al cuore. Da quanto non sento mia mamma? Da quanto non le racconto cosa succede con Martin, da quando non la chiamo tutte le sere come facevo una volta?
Troppo tempo.
Sentire la sua voce mi crea una malinconia incredibile, mi salgono le lacrime ma cerco di rimandarle indietro.
Un impresa impossibile direi
«Come stai?» sento la sua voce un po' tremolante...sta piangendo anche lei?
«Tutto bene. Voi?» le rispondo, cercando di nascondere i miei piccoli singhiozzi
«Tutto okay. Come sta Martin? Tutto bene a scuola? Come mai non hai chiamato?» mi tempesta di domande come al solito, questo è uno dei suoi comportamenti che, a volte, sono inopportuni.
«Martin sta bene, è scuola. Io tutto bene, sono una delle prime della classe, ma penso tu lo sappia. E penso che tu sappia anche perchè non ho chiamato...forse non avevo voglia di sentirti. Sai che quando litighiamo mi è difficile parlarti poi. Un po' perchè forse mi sento in colpa, un po' perchè ho bisogno di respirare e di spazio» faccio un respiro profondo. Forse sono stata un po' troppo diretta.
La sento sospirare lentamente prima di prendere un respiro per incominciare a parlare...okay, si. Sta decisamente piangendo.
«Scusa. Non volevo essere così diretta. Scusa se non ho chiamato, mi manchi anche tu» riesco a dire, quando alla fine scoppio in lacrime.
Io e mia mamma non abbiamo mai avuto quel tipo di rapporto da "migliore amiche" ma ogni volta che litighiamo stiamo male finchè una delle due non chiama e non chiede scusa. Ormai è una routine: litighiamo, non ci sentiamo e poi una delle due chiama e chiede scusa e così poi ricomincia il giro.Alla fine penso di essere rimasta al telefono con mia mamma un ora. Le ho raccontato un paio di cose su Martin e il suo piccolo grande amore, le ho raccontato che martedì che ho la festa di Amanda e si, le ho raccontato anche di Tom, mi ha consolato quando sino andata nel panico per questo argomento e, infine, le ho raccontato di come sta Jo. Nel periodo in cui era ancora in America mia mamma ci si è molto affezionata fino a considerarla come una quarta figlia.
E alla fine si fanno le dieci e ci mettiamo d'accordo per vederci appena incominceranno le vacanze di Natale, ormai mancano due mesi.
Sbrigo un paio di faccende in casa, faccio una lavatrice, sistemo il letto e la camera di Martin e passo l' aspirapolvere in soggiorno. Quando mi annoio faccio un sacco di pulizie e alla fine mi ritrovo senza far niente con la casa linda e pulita.
Pizza?
È il messaggio che leggo sullo screen del mio IPhone. Amy mi chiede se ho voglia di andare a prendere una fetta di pizza, accetto, ma alla fine ci mettiamo d'accordo per ordinarla e mangiarla a casa mia.
«Bibiiiii!!!!» sento la sua voce, mentre attraversa il via letto di casa mia
«Ciao Amyyyyyy» questo è sempre il nostro modo di salutarci da ormai quattro anni, io ed Amy ci siamo sempre comportate come persone poco serie ma quando serve possiamo essere delle persone responsabili ed autoritarie.
«La pizza dovrebbe arrivare a momenti» le dico mentre la faccio entrare in casa
«Bene, perchè ho molta fame!» mi risponde lei togliendosi le scarpe e appoggiandole vicino la porta d'ingresso.
«Allora, come va con Isaac?» introduco un argomento
Isaac è il grande amore di Amanda. Secondo lei il loro è un amore proibito, Isaac ha diec'anni più di lei e la mamma di Amanda è molto severa e non permette loro di stare insieme, a me dispiace molto perchè lei ci tiene veramente tanto a lui.
Mi risponde con un verso un po' avvilita e cambia argomento chiedendomi di Tom.
«Ti prego, non parliamone!!» le rispondo sull'orlo di una crisi nervosa
Fa quasi un balzo e decide di non chiedermi altro, per fortuna, in quel momento arrivano le pizzeFiniamo di mangiare dopo circa un oretta e riesco a salutare Amy giusto in tempo per pensare a cosa mettermi per uscire sta sera con Tom...Oliv
...e anche Malia
Scelgo per un vestitino soft, lungo fino al ginocchio grigio e nero, colori scuri ma non troppo tristi. Mi metto le mie Superstar bianche e una giacca leggera, per fortuna non fa troppo freddo, per ora.
Nel frattempo arriva Smith che mi saluta e si dirige diretto verso la camera di Martin.
Appena ho finito di truccarmi e di sistemarmi i capelli passo a dare un bacio ai ragazzi ed esco di casa puntuale...sono sicura che Malia si farà desiderare e arriverà in ritardo come sempre.
Io e Tom siamo abbastanza amici, ovviamente per lui c'è solo Malia, ma so che ci tiene a me anche per quel poco che ci scriviamo. Così, visto che abita poco più avanti sulla mia via mi ha chiesto di dargli un passaggio e io ho accettato volentieri...forse troppo volentieri
Salgo in auto, controllo se ho tutto: borsa, rossetto, sigarette, accendino, cellulare e chiavi...direi che ho tutto così parto e in pochi minuti sono subito davanti a casa di Tom.
Lo vedo uscire
Il mio cuore salta un battito
È così bello
Mi vede e mi sorride. Mi sciolgo e cerco di ricambiare il sorriso, ma credo di aver fatto solo una smorfia poco gradevole.
«Ciao Bibi» mi saluta dandomi i soliti, formalissimi, noiosissimi due baci sulle guance
Il solo contatto mi fa avvampare.
Sono malata, sono malata della persona sbagliata. Bel guaio Bibi, bel guaio.
Parliamo del più e del meno, ovviamente i nostri argomenti principali sono rivolti a Malia e in pochi minuti siamo davanti al locale dove c'eravamo messe d'accordo di incontrarci
Aspettiamo 5/10 minuti, quando arrivano Oliv e Malia, come sempre in ritardo.
Tom appena vede Malia le corre incontro, la prende in braccio e l'abbraccia.
Muoio in silenzio e vado a salutare Oliv che mi abbraccia comprensiva e mi consola senza dare nell'occhio.
A Malia non ho ancora deciso se dirle o no, cosa provo nei confronti di Tom ma ad Oliv l'ho detto perchè avevo bisogno anche di un parare anche da parte sua.
Entriamo nel locale e incominciamo a bere come spugne, abbiamo fatto una pausa solo per andare fuori a fumare una sigaretta.
Solo io e Tom fumiamo, così abbiamo lasciato Malia seduta su un divanetto insieme ad Oliv che per ora, è la più brilla del gruppo.
Esco prima io
Lui mi segue
Accendo la sigaretta e incomincio a farneticare qualcosa, sono troppo ubriaca per riuscire a formulare una frase
Sento le gambe cedermi, ma non cado.
Qualcosa mi tiene, mi giro e vedo Tom che mi sorregge con le poche forze che gli rimangono in corpo dopo tutto quell'alcool
«Grazie» biascico, arrossita, cercando di tirarmi su
Mi rialzo e Tom mi offre il suo braccio per abboggiarmi. Mi appoggio e continuo a sbilanciarmi in avanti, mi cade la sigaretta.
Tom la pesta e butta a terra anche la sua
Poi mi guarda, mi guarda con quegli occhi marroni, mi guarda con uno sguardo così profondo che non ho idea di come ho fatto a stare in piedi.
Non so cosa succede, ma sento le sue labbra sulle mie, il sapore di tabacco e alcool mi avvolge.
Sono troppo ubriaca, basta dico, ma non ce la faccio
Finalmente quelle labbra mi toccano, il calore di quel ragazzo mi avvolge, continuo a baciarlo, non riesco a fermarmi
«Tom? Che stai facendo?» sento una voce
Mi stacco dal suo corpo, mi giro
Oliv, è lei, si, la vedo bene
Sono nella merda
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Tutto ciò che non potevo avere
RomanceAbigail, una ragazza di 17 anni, allegra, emotiva e decisa, frequenta il quarto anno alla Nordwrigde school di Seattle.