3. Tsunami

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I miei piedi nudi si muovono sull'erba fresca, un passo dopo l'altro. Sono diretta allo strapiombo, dove la terra finisce di esistere e inizia l'acqua.

Il mare è agitato questa sera. La luna fa capolino tra le nuvole e illumina a sprazzi il panorama davanti a me, riflettendosi tra le onde prima di sparire. La schiuma argentata orna gli scogli appuntiti, metri sotto di me.

Vorrei andare dal mio amato, stringerlo fra le mie braccia. Mi manca sentire il battito del suo cuore o passare le dita tra i suoi capelli. Mi manca sentire le storie delle sue avventure, mentre io devo tacere le mie per non spaventarlo.

Un'onda, più alta delle altre, si alza sfidando il cielo. Alcune gocce mi bagnano la faccia e il vestito. Non resisto più al richiamo del mare. Salto e l'acqua mi accoglie tra le sue fredde braccia. Per qualche minuto dimentico tutto, ma ben presto mi trovo su una spiaggia rovente, nonostante sia notte.

Riconosco il posto dalle cartoline che lui mi ha mandato. Il mio amato è qui!

Mi alzo, il vestito è già asciutto ma il mio corpo comincia a sudare: non sono abituata ai climi caldi. Anche per questo, lui non si aspetta il mio arrivo. Non sa cosa sono in grado di fare quando sono vicino al mare e ho paura che se lo sapesse non vorrebbe più avere a che fare con me.

Sulla spiaggia c'è un bar. Mi avvicino e lo vedo. Il mio cuore si ferma e sorrido dalla gioia. È ancora più bello di quanto ricordi. Poi, una smorfia distorce i lineamenti del mio viso. Accanto a lui, una ragazza con un bikini bianco. Beve qualcosa da un bicchiere ornato con una fetta di limone e un ombrellino, e balla. È brilla, se non proprio ubriaca, e si muove intorno al suo tavolo al ritmo della musica, con movimenti sensuali e ammiccanti. E lui ride. Sembra davvero felice.

Una rabbia ceca entra in me e sento il mare ritirarsi. Prima pochi centimetri, che poi diventano metri e metri. Voglio distruggere loro due, questo bar e questa spiaggia, tutta l'isola. Lui mi ha tradito. Mi sta tradendo. Per tutto questo tempo mi ha preso in giro.

Muovo qualche passo e lui mi vede. L'espressione sul suo volto si fa sorpresa e poi leggermente intimorita. La ragazza lo nota e si gira verso di me. Mi guarda confusa e poi di nuovo lui. Capisce cosa stia succedendo, nonostante l'alcool che ha in corpo. Smette di ballare e posa il bicchiere sul tavolo. Dice qualche parola che non riesco a sentire e se ne va.

Nemmeno lei sapeva di me. Ci ha prese in giro entrambe. La rabbia cresce di nuovo e ora il mare si è allontanato di centinaia di metri. Lontano da qui, un'onda si sta creando. I giapponesi lo chiamano tsunami. Ucciderò tante persone, altre le ferirò gravemente, mentre distruggerò le loro case. So che non è giusto. Poi lui si avvicina.

Vuole spiegarmi qualcosa. Parla, agitato come un topo in trappola. Non mi guarda negli occhi, che vagano senza riposo. Ora capisco.

Non mi ama. Vuole solo un giocattolo, o meglio due. Non si è saputo accontentare del mio amore, ora non avrebbe più avuto niente, nemmeno la sua vita. Sarei diventata un'assassina, ma in quel momento non importava. Sarei stata bandita dal regno marino: la prima legge per le creature come me è non uccidere gli essere umani. Potevamo giocarci, amarli o odiarli; persino ferirli o spingerli ad uccidersi a vicenda, ma mai essere responsabili direttamente della loro morte.

L'onda sta aspettando, diventando sempre più grossa. La mia ultima onda, i miei ultimi istanti da creatura del mare. La mia vendetta vale davvero tanto?

All'improvviso, la rabbia svanisce. Come dopo una tempesta, il mio cuore si calma. Non voglio più ucciderlo. Non voglio più niente da lui. L'onda che si stava formando si scioglie e il mare torna dov'era, lentamente. Il vento di tempesta che aveva gonfiato il mio vestito e spettinato i capelli torna ad essere una tranquilla brezza serale, calda come ogni cosa su quell'isola. Anche la notte sembra più chiara.

Io mi giro e, senza voltarmi, torno alla mia casa. Non gli lascerò mai rovinare la mia vita, non permetterò ad un uomo di quel genere di rendermi un mostro. Non finché il mio mare sarà pronto ad accogliermi.

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