Racconti

14. Il tempo guarisce tutte le ferite

Una locanda scura e buia, tanto per cambiare... Mi siedo in un angolo lontano da tutti e cerco di rilassarmi, almeno un po'. Se non fosse per tutto questo baccano, forse ci potrei anche riuscire...

Apro un occhio e cerco la fonte della confusione. Sono un gruppo di adolescenti, seduti intorno ad un vecchio. Lui è composto e non sembra che tutte quelle attenzioni gli diano fastidio.

"Vecchio Joshuah, cosa ci racconti oggi?", chiede un ragazzino esile e vestito di stracci. Sembra il più piccolo della compagnia ed è palesemente fuori luogo qui dentro.

"Oggi decidete voi. Partiamo dalle vostre domande?", risponde Joshuah e le labbra si curvano in un sorriso sdentato.

"Vecchio Joshuah, come si guarisce dalle ferite?"

"Dipende dal tipo di ferita... Non esiste un unico rimedio."

Rido piano, ascoltando la discussione.

"Ne sei sicuro, vecchio?", si gira verso di me e vedo i suoi occhi. Azzurri, così chiari eppure così penetranti... Sembra sia in grado di leggermi nella mente, e la cosa non mi piace molto.

"Tu conosci una risposta?", chiede.

"Il tempo.", propongo. "Dicono che il tempo curi ogni ferita."

"È falso."

"La saggezza popolare non ti soddisfa?"

"Sei ancora giovane, non hai ancora visto molto. Nonostante tu abbia visto il mondo, non lo conosci ancora abbastanza..."

Un brivido mi attraversa la schiena. Come fa a sapere? Deve essere più sveglio di quanto credessi.

"Quindi il tempo non cura?"

"Il tempo uccide."

"Addirittura? Non è forse il tempo che ci permette di vivere?"

"Non importa, stiamo parlando di altro. Tu hai affermato che il tempo guarisce le ferite, ed è falso. Non mescolare faccende diverse tra loro, crei confusione nei ragazzi.", indica un ragazzino seduto ai suoi piedi che si sta grattando la testa disinteressato. Forse è qui solo per stare al caldo...

"Allora, puoi provare che il tempo non guarisce?"

"Il tempo non guarirà più nessuna delle mie ferite."

"Non vale!"

"E perché?"

"Tu non ne hai più molto di tempo, per questo che..."

"Anche per te vale la stessa cosa."

Rimango in silenzio, questa volta. Non voglio rischiare di fare la figura del pesce lesso, eppure la curiosità mi divora.

"La frase può essere considerata vera per ferite di piccolo conto, tagli superficiali che non lasceranno segni. Ma non puoi nemmeno chiamarli ferite, sono solo tagli. Una ferita vera non guarisce mai, anzi lascia una cicatrice."

"E le ferite dell'anima?"

"Quelle non si richiudono mai. Magari possono smettere di dolere, ma non guariranno. Se guariscono non sono ferite. Prendi Mikkael, lui è ferito nel corpo. Zoppica da quando è stato colpito da una carrozza e non guarirà mai nell'arco della sua intera vita.", indica un ragazzo di pochi anni più vecchio degli altri. È seduto ad un tavolo poco distante e sorride mentre mi osserva dimenarmi in una conversazione che sta perdendo di senso.

"Il tempo non può guarirmi, eppure ne ho tanto a disposizione."

"Almeno in teoria.", lo corregge subito il vecchio.

"Certo, era sottinteso."

"Non ti conviene sottintendere nulla. Potresti essere frainteso."

"Lo so, vecchio Joshuah, lo so.", sospira prima di tornare al suo boccale di birra.

"Sono stanco, vado a dormire. Basta per oggi, ragazzi. Ci vediamo domani.", comincia ad alzarsi.

"Aspetta, non puoi andartene! Non puoi lasciarmi in sospeso..."

"Certo che posso, in ogni caso non c'è nulla di sospeso."

"Ma..."

"Qual era la frase falsa che stavi tanto difendendo?"

"Il tempo cura tutte le ferite..."

"Per dimostrarne la falsità mi basta trovare un esempio che la nega."

"Però..."

"Se non ti basta, ti ho pure dato qualche spunto di riflessione. Ora, scusami, ma il mio tempo è poco. Non posso sprecarlo così..."

Si appoggia su un bastone ricurvo e si avvia verso le camere. Spero che almeno abbia una camera su questo piano, che non debba fare le scale con quelle gambe.

Io mi risiedo e torno alla mia cena, ormai fredda. Di una cosa sono sicuro: al mio orgoglio ne servirà davvero molto, di tempo, per guarire.