IV

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Quegli occhi, quegli occhi di un azzurro intenso che per anni aveva amato ma allo stesso tempo odiato, quelle labbra sottili che in passato aveva avuto il piacere di mordere e assaporare, quell' individuo perfetto che un tempo era stato suo e che ora non significava più nulla era lì, dinanzi a lui.
"Ciao Harry" fiatò Louis, puntando lo sguardo su un riccio alquanto sconvolto "è un bel po' che non ci vediamo" proseguì il liscio con quell' aria spavalda che da sempre lo contraddistingueva "c-cosa?" balbettò il minore, quasi intontito "s- sei tu quello che è sparito, non io..." "davvero?! Se non ricordo male tu sei fuggito da casa mia come un ladro, quattro anni fa " "giá! Io sono scappato dal tuo appartamento quella sera ma tu sei scappato via dalle tue responsabilità" lo colpì in pieno Harry, come una lama tagliente conficcata nel petto.
"Hai ragione..." "lo so che ho ragione, non c'è bisogno che ti sforzi più di tanto ad ammetterlo. Ora dimmi che cosa vuoi" sputò il riccio, battendo ripetutamente la suola della scarpa sull'asfalto.
Louis tirò un grosso respiro, fissò per qualche attimo il marciapiede sotto di lui e parlò: "Ti ho osservato molto in quest'ultimo periodo...hai messo al Mondo una bambina bellissima, davvero..." "ci hai seguiti?!" urlò quasi il più piccolo "no...cioè si...forse. Non sono uno stalker, tranquillo" "ah no?!" "no! Harry io...ho sbagliato tutto con te, lo so bene. Mi sono tirato indietro nel momento in cui tu avevi più bisogno di me. Quando mi dicesti di essere incinto ebbi paura, paura di assumermi le mie responsabilità, paura di essere un cattivo padre per il bimbo che aspettavi ma ora è tutto diverso, credimi. Sono cambiato e vorrei avere una seconda possibilità..." disse tutto d'un fiato Louis, nella speranza di convincere il riccio sulle sue intenzioni.
"Seconda possibilità un'emerita minchia mio caro Louis William Tomlinson. Ho una relazione con Alice da tre anni ormai e non ho alcuna intenzione di mandar tutto a puttane per colpa di un coglione come te" "in realtá mi riferivo alla bambina" "peggio ancora. Puoi far soffrire chiunque ma la mia bambina no, non te lo permetto" concluse Harry, superandolo "Haz io e te non abbiamo ancora finito di parlare" "si, invece. Non abbiamo piú nulla da dirci...stai lontano da mia figlia e non chiamarmi mai più in quel modo" lo avvertì, allontanandosi dall'edificio scolastico a passo levato.

"Cazzo" gridò il riccio, una volta rientrato nel suo appartamento, sbattendo violentemente la porta d'ingresso "vaffanculo" imprecò nuovamente, poggiandovi la schiena sul retro e coprendosi il volto con le mani.
"È un incubo, un fottuto incubo" cercò quasi di autoconvincersi il giovane dagli occhi verdi, ancora sconvolto per l'incontro di poco prima.
Dire che nel corso di quegli ultimi anni Harry non aveva pensato a Louis nemmeno per un singolo istante, sarebbe una grossa eresia; il ricciolino incontrava il suo ex in ogni tratto somatico della sua bambina, in ogni suo sguardo, in ogni suo atteggiamento.
Per quanto si ostinasse a non pensarci, Louis era il padre di Kiersten e nulla avrebbe potuto cambiare la realtà dei fatti. Harry stette in piedi, con le spalle rivolte verso la porta per circa una ventina di minuti.
Una volta ripreso da quella specie di trans in cui era caduto, il riccio si diresse in camera da letto e indossò una semplice tuta da ginnastica, liberandosi dei suoi jeans strettissimi.
Legò i capelli che ormai raggiungevano l'altezza delle spalle in una coda scomposta e si indirizzò in cucina per preparare il pranzo.

Qualche ora dopo, la porta d'accesso si aprì e un piccolo uragano dai capelli ondulati raggiunse Harry, avvolgendo le braccine attorno alle gambe esili del ragazzo.
"Papi" "ciao amore" il giovane posò il mestolo sul piano d'appoggio, pulì le mani e strinse a sé il corpicino della bimba, di cui aveva avvertito infinita mancanza quella mattina "come è andato il tuo primo giorno d'asilo, racconta" "bene. Ho giocato con George, Ellie, Paul e Sandy; sai, io e lei siamo molto amiche ora. La maestra Taylor è davvero simpatica... dice che sono identica a te" concluse la più piccola felice e soddisfatta, al contrario di Alice che si era posizionata vicino allo stipite della porta ad ascoltare ogni singola spiegazione di sua figlia "Kiersty, sono davvero felice che tu abbia trovato una nuova amichetta con cui giocare" le accarezzò dolcemente i capelli, ignorando completamente l'ultima parte del discorso della bambina.
"Ora va di sopra nella tua stanza, ti avviso io quando il pranzo è pronto" "va bene papá" assentì Kiersten, schizzando letteralmente fuori dalla cucina.
"Ciao eh" pronunciò il minore, voltandosi in direzione della fidanzata, una volta rimasti soli "ciao" la giovane ricambiò il saluto, avvicinandosi con passo felpato al ragazzo per poterlo baciare.
"Che cucini?" domandò, fingendosi interessata, arpionando le mani sui fianchi di Harry "pasticcio irlandese" comunicò il più giovane, tornando a mescolare i cubetti di pollo con funghi e panna "mmh" Alice mollò la presa sul fidanzato per aprire l'anta del frigorifero "l'acqua è finita?!" "sì. Devi prendere una bottiglia nuova" rispose distaccato Harry, tenendo lo sguardo fisso sul piano cottura.
"Haz sei strano..." disse allora Alice "è successo qualcosa?".
La giovane di origini italiane conosceva il suo fidanzato meglio di chiunque altro; intuiva immediatamente se qualcosa non andava.
"Ecco..." il riccio prese un grosso respiro, spense la fiamma sotto la padella e sfilò delicatamente il grembiule bianco che indossava; sapeva che di lì a poco si sarebbe scatenato il putiferio.
"Ho v-visto Louis, oggi" sussurrò con voce tremante, prendendo a torturare le sue povere falangi.
"C-cosa?" biasciò Alice, assumendo un colorito simile a quello di un cadavere.
Quel figlio di puttana aveva osato avvicinarsi al suo fidanzato nonostante, durante il loro ultimo incontro, gli avesse chiesto più volte di non farlo.
'Pezzo di merda, questa me la paghi' bestemmiò tra sé "ehm... cosa ti ha detto? E poi cosa ci faceva qui? Non era dall'altra parte del modo quel coglione?!" Alice si finse sorpresa, mandando giù un sorso d'acqua "a quanto pare no. Dopo esserci salutati stamattina, sono rimasto fuori da scuola per una ventina di minuti, non chiedermi il perchè. Stavo camminando verso l'uscita quando un ragazzo mi ha bloccato" "Louis" "si. Mi ha detto che è cambiato e che vuole una seconda possibilità con Kiersten" tirò sù con il naso Harry " e tu?" "gli ho detto di lasciarci in pace e che non gli permetterò mai di far soffrire nostra figlia" "mh" bofonchiò la ragazza, posando il bicchiere sul tavolino vicino la finestra.
Sollevò la maniglia dell'infisso e uscì sul terazzino, prendendo posto su una di quelle sedie da giardino scelte dal riccio; estrasse una sigaretta dal pacchetto e l'accese.
Harry osservò la scena in silenzio; forse aveva sbagliato a raccontarle ciò che era successo, forse avrebbe dovuto mordersi la lingua e starsi zitto, risparmiandosi quei duri silenzi da parte della fidanzata.
Senza tormentarsi oltre, sollevò anch'egli la maniglia della finestra e si sedette di fianco ad Alice.
"Ali" "mh?" "che succede?" "niente" rispose ovvia, aspirando la sua Camel ai frutti di bosco "senti...non so perché tu ora ti stia comportando in questo modo... ritenevo giusto sapessi che il padre di mia figlia è a Londra, tutto qua..." "tua figlia è anche mia figlia" "no Alice. I-io... vorrei tanto che fosse così ma non lo è. Louis mi ha chiesto una seconda possibilità ed io" "gli hai risposto di no ma in realtà tu vorresti che le cose tornassero come prima, no?!" sputò acida la maggiore, accendendosi la seconda sigaretta "Alice hai appena finito di fumare" la riprese il riccio "non me ne fotte un cazzo" lo incenerì, voltando lo sguardo dalla parte opposta.
"Alice io sono innamorato di te. Non ho alcuna intenzione di rivivere il mio passato con Louis" "bene... se non te ne importa nulla allora, lascia perdere quell'idiota e non credergli" lo ammonì Alice, ciccando all'interno del posacenere.
"Hai ragione... scusa per prima" Harry travolse la mora nel vero senso della parola, posandole un dolce bacio sulle labbra "ti amo tanto, non dimenticarlo mai" "anche io" la ragazza ricambiò quel gesto che si protrasse fin quando la voce di Kiersten li riportò alla realtà "cazzo il pranzo" disse Harry, rientrando immediatamente in casa.
'Lascialo in pace' digitò velocemente Alice, seguendo a ruota il fidanzato all'interno dell'appartamento.

No one can separate us Where stories live. Discover now