24 febbraio.
Martedì.«ODDIO, COME ALESSIO TI HA SCRITTO?!» esclamò Vivien battendo un pugno contro il banco.
«Non urlare cazzo: c'è la prof qui.» sussurrai tirandole una gomitata.
«Okay, però io te l'avevo detto che gli saresti piaciuta.» esplicitò lei quasi infastidita dalla mia reazione.
«Andiamo Vivien: è solo uno stupido messaggio.» conclusi continuando a scarabocchiare sul quadernetto degli appunti.
«Almeno gli hai risposto?» domandò lei con uno sguardo omicida.
«...No.» risposi titubante.
«Quindi l'hai solo visualizzato.» intuì lei, «Sei una testa di cazzo!» continuò portandosi le dita alle tempie.
«Cos'avrei dovuto rispondergli? Mi ha solo scritto che ci eravamo trovati anche su facebook.» tagliai corto.
«Un "ciao" o un "come stai?"» concluse lei iraconda.
«No, penserò ad una risposta più tardi.»
«Farai meglio a trovarne una subito.» sbuffò picchiettamdo le dita sul banco.-
«E quando sei andata in camera tua,» iniziò a parlare Vivien, mentre tra una parola e l'altra sorseggiava la sua soda, «Genn non ha più parlato per tutta la serata.» finì.
«Viv: ti stai focalizzando troppo sulla vita di mia sorella, del suo ragazzo e mia.» esplicitai portandomi le braccia al petto.
«Non lo so Bianca: siete troppo strani. Non capisco nessuno dei tre e questo fatto mi costringe a sviscerarne la questione.» rispose lei con affanno.
«Vivi, siamo amiche da molto tempo: dovresti conoscermi ormai.» replicai io confusa.
«Bianca io non riesco mai a capirti; il giorno prima sei allegra come un fiore primaverile, colorata e profumata. Subito dopo, però, ti incupisci ed inizi a nasconderti nei tuoi petali e ad affievolire lentamente.» ribattè lei con un filo di voce.
«Sarò anche un fiore dagli atteggimanenti bipolari ma so solo che tu mi hai presa con la tua dolcezza e mi hai salvata. Come quel fiore in mezzo all'asfalto, un giorno arriva qualcuno che lo prende e se ne prende cura: tu.
Sei una delle uniche persone per cui valga la pena continuare a fiorire ed a vivere.» conclusi torturando una ciocca dei miei capelli.
«Ti voglio bene Bianca, lo sai, tanto. E non voglio che tu soffra per nessuno: nemmeno per Alex.»
«Basta che io non mi ci affezioni, come sempre ho fatto, non è nulla di più che un buon amico. Poi non riuscirei mai più ad infatuarmi di qualcuno come con... Vabbè non importa.» cercai di sviare il discorso.
«Bianca dovresti iniziare davvero a dimenticarlo ed iniziare a vivere.»
«Lo so.» replicai con un tono sottomesso.-
Un'altra giornata era trascorsa così: divano, un po' di studio e pc, il solito.
Il pc appoggiato delicatamente sulle mie gambe trasmetteva le note di mille canzoni affinchè colorassero la mia buia giornata.
L'icona di facebook era rimasta lì, intoccata da sabato.
Non sapevo se rispondere ad Alessio oppure parlargli quando l'avrei rivisto; ovvero mai visto che uscivo quanto un bradipo in letargo.
Mi scervellai tutto il pomeriggio per cercare una risposta adatta al suo messaggio."Alex Iodice: Ci s'incontra anche qui Bianca"
Continuai a fissare il display del computer invasa da una spontanea e sincera felicità.
Nessuno si era mai preoccupato di me in tutto questo tempo, nessuno mi aveva mai cercata, nessuno aveva mai cercato di interagire con me: anche in stupidi modi come con un messaggio su facebook."Bianca Meunier: Hey Alex! Anche tu qui!"
Ridicola.
STAI LEGGENDO
Until we bleed « Genn Butch
Fiksi Penggemar«Non credevo ci si potesse innamorare così tanto di qualcuno, delle sue espressioni e smorfie, di quei gesti così comuni ma allo stesso tempo così personali come toccarsi i capelli, parlare con lo spazzolino ancora tra i denti o appoggiare le dita s...