Thirty-Eight

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8 novembre

Oliver
-Da quanto sono qui?- chiese poi.
-Delle ore. Hai avuto una forte emorragia, Isabel. E mi avevi promesso che non lo avresti rifatto.- dissi.
-Sei arrabbiato con me?- chiese guardandomi.
-No.. Solo mi sono spaventato tantissimo.- dissi seriamente.
-Vado a chiamare dei dottori.- dissi lasciandole un bacio sulla fronte.
Aprii la porta.
-Si è svegliata?- chiese Thomas, alzandosi dalla sedia, seguito dal professore.
-Si.- sorrisi.
-Chiamo un infermiera.- disse il professore, scomparendo dalla nostra vista.
-Ma che ci fanno loro qui?- chiesi arrogantemente, vedendo Cameron e la sua comitiva di deficienti, venire verso di noi.
-Senti.. Coglione, è meglio che tu vada via!- urlai andando incontro a quell'idiota.
-Non farò nulla.- disse lui alzando le mani.
-Non farai nulla?! L'hai quasi uccisa!- dissi bloccandolo al muro.
-Ehi. Ehi. Oliver, vai dentro da lei. Non facciamo scenate qui, okay?- Thomas mi prese le spalle, costringendomi ad arretrare.
-È sveglia?- chiese Cameron.
-Non ti azzardare a chiedere di lei!- gridai minacciosamente.
-Oliver.. Entra.- disse Thom, tranquillamente.
Rilassai i muscoli delle spalle.
-Ha bisogno di te.- disse.
Annuii.
Quando entrai, c'erano infermieri e dottori, attorno a lei. Mi avvicinai al professore.
-Come sta?- chiesi.
-Meglio. Domani la dimettono.- rispose lui.
Tirai un sospiro di sollievo.
-A lei e al suo compagno verrano assegnati dei crediti, per ciò che avete fatto.- disse.
-L'unica cosa importante, è che lei non si rifaccia del male.- dissi guardandola.
-Per qualsiasi cosa, chiamateci.- disse un infermiere. Uscirono tutti dalla stanza.
Mi avvicinai al letto, sedendomi al suo fianco.
-Come stai?- chiesi.
Sorrise debolmente.
-Bene ora.- disse.
-Mangia qualcosa.- dissi indicando il vassoio, sopra al tavolo, di fianco a lei.
-Non ho fame.- disse.
-Mangia lo stesso. Hai perso troppo sangue, hai bisogno di energie.- dissi.
Ridacchiò.
-La flebo mi da le energie.- disse girandosi su un fianco, di fronte a me.
-Grazie Oliver.- disse.
-Mi avevi promesso che non lo avresti fatto.- dissi tristemente.
-Lo so. Scusami.- disse abbassando lo sguardo.
Le scostai i capelli dal viso.
-Promettilo.- le ordinai, dolcemente.
-Lo prometto.- disse gurdandomi.
Qualcuno bussò alla porta.
-Avanti.- disse Isabel.
La porta si aprì, e rivelò l'ultima persona sulla terra che volevo vedere.
-Vattene. Dallas non ti conviene.- mi alzai dalla sedia.
-Voglio solo parlarle.- disse.
Mi voltai verso di lei. Il suo sguardo era spento.
Sospirai.
-D'accordo. Ma io resterò qui.- dissi.
Lui annuì.
Lasciai un bacio sulla fronte ad Isabel.
Lei mi attirò al suo viso, facendo combaciare le nostre labbra in un semplice bacio a stampo. Lei mi sorrise.
Mi sedetti sul tavolo, dall'altro lato del letto, di Isabel.
Cameron si sedette sulla sedia.
Lei, si mise seduta sul letto. Si guardava le mani. Era nervosa. Allora capii. Il bacio. Era solo per far ingelosire Cameron. Ma Cameron provava qualcosa per lei? Sicuramente era nulla a quello che provavo io, per lei.
-Gale..- iniziò lui. Ma lo interruppe.
-Non voglio ascoltare nessuna delle tue scuse. Non voglio parlarti. Devi solo.. Scomparire dalla mia vita, ignorami come hai sempre fatto.- piangeva.
Volevo abbracciarla, ma qualcosa mi diceva che era meglio lasciarli stare.
-Non volevo farlo..- disse lui.
-Non volevi farlo? Non volevi ridere di me? Non volevi farlo. Ma davvero? E guarda caso, quando io mi ritrovo sul letto di un ospedale, allora Cameron Dallas mi parla!- gridò tra le lacrime.
-Mi dispiace.- disse lui.
-Esci.-
-Gale..- disse lui. Sembrava pentito o triste.
Meglio.
-Esci!- gridò ancora.
Lui obbedì. La guardò un ultima volta, prima di chiudere la porta.
Lei scoppiò a piangere.
La abbracciai.
-Ehi.. Ehi.. Ci sono io. Non vale la pena piangere per lui. Non vale la pena piangere.- dissi sedendomi sul letto.
-Oliver?- mi guardava.
-Mmh?-
Mi baciò. Ricambiai il gesto.
Nella stanza si sentivano solo gli scocchi delle nostre labbra, ma mi staccai.
-Se lo stai facendo, per dimenticare Cameron Dallas.. Allora ti dico, di restare amici. Però, se lo fai perché provi qualcosa per me, allora sappi che con me, sfondi una porta aperta.- sussurrai.
Lei si allontanò.
-Scusami.- disse scuotendo la testa.
-Ami ancora Cameron?- chiesi.
Annuì.
Fece male. Ma io sapevo che la nostra, era un amicizia unica.

Antitesi}CameronDallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora