Forty-Two [extra]

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11 novembre
[Inviato]

Gale: Quello che è successo a Londra, rimane a Londra.
Cameron: No.
Gale: Si ma a scuola quasi non mi guardi nemmeno. Se ti faccio così schifo potevi dirlo subito, anche se, già pensavo che era così.
Cameron: No, no. Gale non sparare cazzate.
Gale: È la verità, Cameron.
Cameron: Sei a casa?
Gale: Sono da Oliver
Cameron: Perché sei da lui??
Gale: Perché vogliamo fare sesso. Stiamo studiando cretino.
Cameron: Cinque minuti e arrivo.

Sospirai, lanciando il cellulare sul letto, dove era steso Oliver.
Prese il cellulare tra le mani.
-Mmh.. Quindi vuoi fare sesso con me?- chiese ridendo.
-Ah ah ah divertente.- dissi sorridendo falsamente.
-Sa dove abito?- chiese poi, corrugando la fronte.
Alzai le spalle. -A quanto pare si.- dissi mordicchiando la matita.
-Isabel, sappi che non voglio scenate da Romeo e Giulietta in casa mia.- disse ridacchiando.
-Oh! Mio Romeo!- dissi teatralmente.
-Scema, lei si sporge da un balcone.- disse ridendo.
-Okay, ma tu non hai un balcone.- dissi scuotendo la testa.
Lui si alzò dal letto, porgendomi il cellulare.

[Inviato]
Cameron: Sono qua giù, scendi.

-Vado.- dissi sospirando.
-In bocca al lupo, piccola Isabel.- mi diede un bacio sulla fronte.
-A lui, piuttosto. Che non gli arrivi un calcio nei testicoli.- sorrisi.
-Non fare la stronza, che non lo sei neanche lontanamente.- disse ridacchiando. Sorrisi scuotendo la testa.
Scesi le scale, arrivando alla porta principale.
Sospirai, prima di aprire la porta.
Lui era lì, voltato di spalle, indossava i pantaloni di una tuta ed una felpa larga.
-Sembri uno straccione.- dissi sorridendo appena.
Lui si voltò, la mia teoria si verificò non appena vidi i suoi capelli spiaccicati sulla fronte. Era veramente disperato, non si era nemmeno aggiustato il ciuffo.
-E un disperato.- aggiunsi avvicinandomi.
Sorrise appena, abbassando il capo.
-Che devi dirmi?- chiesi guardandomi intorno.
-Di quello che è successo a Londra.- la sua voce era calda, in qualche modo, rassicurante. Bella. Senza dubbio bellissima.
-E non potevi farlo a scuola?- chiesi incrociando le braccia al petto, più che altro avevo freddo.
-A scuola c'è troppa gente..- disse.
-Ah giusto.. Sono ripugnante.- dissi ridendo amaramente.
-Gale smettila di sminuirti.- disse seccamente.
-Non ti parlo a scuola perché Camille mi rompe. Se potessi starei con te tutto il tempo. Tutta la vita, magari.- sorrise sull'ultima frase.
Abbassai lo sguardo, sorridendo.
Un brivido mi fece tremare di freddo. Lui ridacchiò dolcemente, prese le mie braccia, trascinandomi sul suo petto. Mi strinse a se'. Così ricambiai.
-Quello che è successo a Londra.. È così che dovrebbe essere tutti i giorni.- disse lui.
Sciolsi l'abbraccio, rimanendo vicino al suo petto.
Sorrisi, infilando una mano tra la massa di capelli color nocciola che si ritrovava in testa.
-Guarda come vado in giro, per te.- disse sorridendo.
-Un reato.- annuii sorridendo.
Mi strinse a se' di nuovo, però mantenendo il contatto visivo con me.
-Una figura retorica.- sbuffò una risata, dolce. Era una risatina dolce.
-Un'antitesi.- sorrisi.
-Ti prometto che mi impegnerò per romperti le scatole ogni giorno della nostra vita.- disse sorridendo divertito.
-Quanto sei romantico.- sorrisi annuendo.
-Ti amo, Gale.-
Sorrisi.

Antitesi}CameronDallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora