III. The Jones Brothers

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Passarono circa tre ore e finalmente i nostri eroi furono davanti all'imponente e famoso tempio di Hercules. Era proprio simile a come lo descrivevano: sei gigantesche colonne si erigevano dinnanzi a loro, per ogni lato dell'edificio, con il compito di sostenerlo e – anche se da fuori poteva apparire all'aperto – una volta entrati si presentò loro un immenso ed apparentemente infinito corridoio dal pavimento perfettamente lucido. I sette si incamminarono, tentando di far più silenzio possibile, ed Emma ripeté con un sussurro un piano a tutti gli altri, indicando al contempo ad ognuno dove – e con chi – dovesse andare. Henry, suo padre e sua madre furono costretti ad uscire dal tempio, mentre Regina, Robin e Tremotino la seguirono alla ricerca della prigione dell'uomo... Era tutto calmo, fin troppo calmo agli occhi di Emma. Ma in quel momento non importava, doveva trovare quella dannatissima cella, non potevano arrendersi proprio dopo essere arrivati a quel punto! Si guardava intorno con fare circospetto ed al contempo camminava, seguita a ruota dagli altri tre... Non riusciva a trovare la cella di Killian ed iniziava ad innervosirsi seriamente. Se solo lui fosse stato lì, in quel momento avrebbe trovato una soluzione con nulla, accompagnando il suo elaborato piano con una battutina. Ma non era lì... Killian Jones non era accanto a lei e non le stava stringendo la mano nella sua, guidandola verso la strada giusta, o forse verso l'indefinito, ma sempre con la promessa di un loro futuro; doveva ammettere che le mancava il calore delle dita di lui intrecciate alle sue, ormai era divenuta come un'abitudine... Stava perdendo le speranze e, no, non c'era lui a posarle un delicato bacio sulla fronte ed a sussurrarle che ce l'avrebbero fatta, sempre; non c'era lui ad avvolgerle la vita, permettendole così di nascondere il viso nel suo incavo, per poi dondolare dolcemente.

***

Nel frattempo, Killian stava invano tentando – come al solito – di liberarsi, ma nonostante l'uncino e la sua immensa forza di volontà le catene parevano non voler abbandonare i suoi polsi nemmeno per sogno. Probabilmente perché un polso era fin troppo distante dall'altro o forse perché Hercules aveva fatto una strana magia per impedirgli di scappare... Irato cacciò un urlo, quando vide entrare l'ennesima guardia e si finse calmo, assumendo il suo classico fare indifferente... Non si sarebbe mai mostrato debole – o anche solo nervoso – a quei bastardi, o altro non avrebbe fatto che aumentare la loro soddisfazione... La guardia si avvicinò a lui e gli prese i polsi, iniziando a liberarlo dalle catene con le chiavi senza proferir parola.

"Che diamine fai?" chiese, confuso.

"Zitto" sussurrò l'altro, ma chiunque conoscesse Killian Jones sapeva perfettamente che ma al mondo qualcuno sarebbe mai riuscito a comandarlo, poiché era testardo, Dio se era testardo...

"Io non sto zitto" sibilò. "Dimmi cosa diamine volete farmi" ringhiò, quando entrambi i polsi furono finalmente liberi dalle catene e poté massaggiarseli, dopo quei due insopportabili mesi in vincoli.

"Anche da morto sei testardo" ridacchiò l'uomo, per poi sfilarsi l'elmetto e poggiarlo a terra tentando di non far rumore. Fu quando i loro sguardi si incrociarono che Killian boccheggiò ed un sorriso fece lentamente capolino sul suo viso...

"Liam" riuscì semplicemente a sussurrare.

"Sei cresciuto" esordì il maggiore dei due fratelli, sorridendogli amorevolmente, per poi avvolgergli un braccio alle spalle e portarlo tra le sue braccia; erano secoli che non si vedevano e la sua mancanza, sapeva, aveva creato in lui un profondo vuoto, portandolo ad essere Capitan Uncino, un uomo disprezzato dagli uomini ed amato dalle donne... Poi aveva finalmente trovato qualcuno che lo amasse per come davvero era ed era tornato ad essere un uomo buono, solo grazie all'amore infinito di Emma Swan. Ne aveva passate così tante il suo fratellino, ma ora erano insieme...

Operation Happy Ending.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora