IV. How to open a broken heart.

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"Andiamo via di qui" furono le ultime parole proferite dal tredicenne, prima che tutti e tre si avviassero fuori da quell'Inferno, quale la prigione di Hercules era; se solo Killian avesse raccontato alle persone che lo amavano ciò ch'era stato costretto a subire all'interno di quel luogo, ognuno di loro sarebbe rimasto scandalizzato e di sicuro avrebbero tentato di farla pagare al Dio, rischiando a loro volta di soffrire. Preferiva tenersi la sofferenza per sé – come nei secoli aveva imparato a fare – piuttosto di condannare ad un destino simile i suoi cari, non avrebbe augurato a nessuno tali supplizi. Forse – come già una volta gli aveva sussurrato con dolcezza Emma – si teneva fin troppo dentro i suoi pensieri, auto–lesionandosi, ma a lui non importava, avrebbe preferito continuare a soffrire per secoli pur di salvare almeno lei e Henry. Ricordava ancora quella volta... Erano seduti sul muretto, al porto, intenti ad ammirare l'orizzonte su idea di Emma – abitudine che le aveva trasmesso il pirata – e lei s'era accoccolata tra le sue possenti e rassicuranti braccia, per poi poggiare il capo al suo petto e chiudere gli occhi, sorridente. Quante ne avevano passate...

"Mi hai insegnato ad aprirmi" aveva iniziato lei. "Ma tu, imparerai mai ad aprirti?" chiese.

"Swan, se c'è una cosa che ho imparato nei secoli è proprio che a nessuno importa dei miei pensieri!"

"A me sì, invece" rispose con sicurezza lei, volgendo lo sguardo ai suoi splendidi oceani e spiazzandolo.

"Hai già abbastanza problemi... Non ti servono anche i miei" sospirò.

"Preferisco ascoltare i tuoi problemi, piuttosto di vedere sempre quell'espressione dura sul tuo volto"

"Emma... Ne abbiamo già parlato!" tentò di sviare lui, proprio come lei la volta prima.

"Non usare le mie stesse scuse, Capitano! Conosci la mia testardaggine, poi, e finché non ti convincerò ad aprirti – almeno un minimo – con me, insisterò!" ridacchiò, avvicinandosi alle sue morbide labbra. Lo smeraldo di lei s'incrociò con il cielo di lui, come a volersi tacitamente dire qualcosa. "Sei importante per me" sussurrò, imporporandosi appena. Ancora non era riuscita a dirgli quelle due semplici e splendide parole, Ti amo, per questo stava tentando in tutti i modi di dimostrarglielo con i gesti...

"Anche tu sei import–"

"Killian!" esclamò Henry, per risvegliare il pirata dal suo stato di trance momentaneo.

"Dimmi, ragazzino" rispose, scossando appena il capo per riprendersi. Diamine... Si trovavano nel tempio di Hercules e lei non era con lui; quanto avrebbe voluto tornare a quello splendido giorno di calma.

"Dobbiamo sbrigarci!" spiegò e lui annuì, per poi tornare a camminare insieme al fratello ed al ragazzino.

Ancora poco, continuava a ripetersi, ancora poco e potrai stringerla, baciarla, ammirarla...

Eppure, al solo guardare davanti a sé, al buio più profondo, le sue speranze non facevano che dissolversi lentamente; Killian Jones stava arrendendosi? No, non era possibile! Non era da lui. Suo fratello – che in quel momento era proprio affianco a lui – gli aveva insegnato a non mollare mai, neppure nelle situazioni più insidiose, neppure quando pensava che mai al mondo ce l'avrebbe fatta. Mai darsi per vinti. Non faceva che ripetergli, per poi dargli una pacca fraterna sulla spalla e sorridergli, con un occhiolino.

"Ehi... Mai darsi per vinti" si sentì sussurrare all'orecchio.

"Lo so, fratello" ridacchiò, scossando il capo divertito.

Si parlava del diavolo ed ecco che gli spuntavano le corna...

"A destra!" sentirono urlare da una voce in lontananza e subito si bloccarono sul posto. Killian si mise immediatamente davanti a Henry e Liam affianco al fratello minore, entrambi duri in volto.

Operation Happy Ending.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora