Capitolo 2

1.9K 116 6
                                    

Giorno 2.

Mi svegliai con il rumore della sveglia, la spensi e dopo qualche minuto mi alzai dal letto.
Come prima cosa che notai era che Lauren era già uscita, o almeno, lei non c'era e il letto era fatto.
Andai in bagno e mi lavai il viso, mi spogliai e andai verso l'armadio.
Stavo scegliendo cosa mettermi quando Lauren entrò in stanza, e io mi sentii bruciare sotto il suo sguardo.
"Buongiorno" dissi io, cercando una maglia.
"Uhm, ciao" mi rispose come se si fosse risvegliata da un sogno. Si era incantata a guardarmi.
Il mio infatti era un bel corpo, avevo le forme giuste, un seno sodo non troppo grande e un fondoschiena scolpito da anni di pallavolo.
La nostra conversazione si fermò lì, e io andai a cambiarmi.
Uscii dal bagno, addosso avevo dei Jeans chiari e aderenti, una camicia a quadri rossa con le maniche arrotolate su, e sotto questa una semplice maglietta bianca con la scritta "love your self".
Infilai le mie amate converse bianche e dopo aver dato un rapido saluto a Lauren presi le mie cose e uscii dirigendomi alla sala mensa per fare colazione.
***
Dopo colazione consultai il mio orario e con grande piacere notai che le prime due ore prevedevano psicologia, seguita poi da un'ora di matematica, e dopo la pausa due di ginnastica.
Bel modo di cominciare la giornata.
Mi diressi all'aula dove avrei dovuto stare per le prossime due ore e mi sistemai infondo, poco dopo fui raggiunta da Dj.
Essendo la prima lezione dell'anno questa fu molto leggera, anche perché il professore era nuovo.
"Salve ragazzi, io sono il nuovo professore di psicologia per quest'anno, mi chiamo Albert Smith"
Smisi di seguire dopo quella frase e presi il mio quaderno rosso, quello su cui scrivevo da sempre, scrivevo di me, delle mie emozioni, di come mi sentivo. In pratica sopra c'era tutta la mia vita.
Avevo cominciato a scrivere l'anno prima quando la precedente professoressa aveva consigliato di sfogare le proprie emozioni con gli altri, e se proprio non ci si riesce a sfogarsi con le persone ci aveva consigliato di lasciare le proprie emozioni su un foglio di carta.

"beh ragazzi, sapete cosa penso? penso a quando avevo la vostra età, adesso mi vedete come una donna che parla tranquillamente di se stessa, dovete sapere che quando avevo 17/18 anni non riuscivo a parlare di me, allora cominciai a sfogare le mie emozioni su carta. Aiuta molto, ve lo consiglio" queste erano state le sue esatte parole, e da quel giorno non smisi più di scrivere.

***

Le due ore passarono in fretta, quella di matematica invece no.

La professoressa aveva deciso di cominciare l'anno riprendendo come se fossimo appena tornati dal weekend. E ovviamente io non ricordavo niente.

Dopo anche quest'interminabile ora di matematica c'era la pausa, e ne fui felice, avevo la testa che scoppiava.
Mi rifugiai in giardino a prendere un po' d'aria e mi misi a leggere ciò che avevo scritto questa mattina.
***
Era sera ormai, ed ero in camera di Dj, stavamo parlando di cose senza senso.
"Quindi? Con chi sei in stanza?" Mi chiese curiosa, forse sperava che ci fosse una ragazza che mi facesse dimenticare Lexie.
"Si chiama Lauren" risposi io, non ero sicura che quella Lauren mi avrebbe fatto dimenticare la mia ormai ex ragazza.
Dinah rimase letteralmente a bocca aperta e io la guardai con un'espressione interrogativa.
"Lauren Jauregui? Oppure un'altra Lauren? Sicura?"
"Si, sono sicura, è lei, perché?"
"È stronza, usa le persone, le illude, non farti illudere da lei Mila, promettimelo. E poi frequenta quei tipi strani.. sai no quelli che fanno casino fino alle 6 di mattina e che si dovranno tutto il tempo."
"Promesso Dj, stai tranquilla, farò attenzione." Io e Dinah andammo avanti qualche ora a parlare e fare battute stupide, adoravo stare con lei, mi sentivo tranquilla.
Si era fatta mezzanotte quando tornai in camera, e notai che Lauren era ancora sveglia e usava il telefono.
"Dove sei stata?" Mi chiese lei, mi stupii che avesse tutto questo interesse verso di me dato il modo in cui il giorno precedente mi aveva accolta.
"Da Dinah, perché?" Chiesi cercando una risposta ai miei pensieri.
"Non ti interessa il perché." Mi rispose fredda, e io sbuffai per poi andarmi a cambiare, misi il pigiama e mi lavai i denti, mi struccai e mi misi sotto le coperte.
"Buonanotte Lauren"
"Buonanotte Camz" non feci caso a quel soprannome, forse le era sfuggito.
Cercai di addormentarmi in fretta, ma il suo sguardo bruciava la mia schiena, e questo rendeva l'abbandonarsi tra le braccia di Morfeo molto difficile.

243 - la nostra stanza ||camren||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora