chapter two

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"Tranquilla piccola, non voglio farti del male."
Quelle parole continuavano a tornarmi in mente, seguite da un pianto incessante.
***
Mi giro immediatamente verso Liz, afferro la mia borsa e mi allontano velocemente dalla mensa.
Non ho idea di dove stia andando ma non mi importa, vorrei soltanto sparire.
"Alyssa! Alyssa!" Liz grida il mio nome insistentemente, ma non ho intenzione di fermarmi. So che lui la stará seguendo per arrivare a me.
Trovo il bagno delle ragazze e mi fiondo dentro, scoppiando a piangere.
La porta si apre piano. È Liz.
"Tesoro..." inizia.
"Liz, no. Daniel Sharman è quì. Perchè non me lo hai detto subito?" dico tra una lacrima ed un'altra.
"Giuro che avrei voluto, lo giuro. Ma non volevo che ti agitassi.. pensavo se ne sarebbe andato da lì a poco!" si giustifica lei.
"Bè pensavi male. Adesso è quì, e non è il posto in cui dovrebbe stare dopo ciò che ha tentato di farmi." Sbotto.
Liz abbassa lo sguardo.
"Mi dispiace" mormora.
Annuisco, asciugandomi le lacrime.

****
Sono passate due ore e non ho nessuna traccia di Daniel, per fortuna.
La campanella segna la fine dell'ultima lezione, ed i ragazzi si affrettano a raggiungere le proprie abitazioni.
Mi prendo il mio tempo per sistemare i libri in borsa e mi accorgo che la classe è giá vuota.
Dannazione.
Mi affretto a raggiungere la porta per uscire ma mi accorgo di aver lasciato un quaderno sul banco. Mi maledico mentalmente per essere così distratta e ritorno in fondo all'aula per recuperare il mio materiale.
Il sole sta calando, ed è strano dato che sono solo le cinque del pomeriggio. Mi giro per andarmene ma qualcuno è davanti a me. I suoi occhi sono del colore del ghiaccio, il ghigno stampato in viso è inconfondibile. È Daniel.
"Dove credi di andare?" Mi domanda enfatizzando il "credi".
"I-io stavo andando a casa" mormoro. Sono ipnotizzata dai suoi occhi. È come se non avessi più io il controllo di me stessa.
"Io non credo" sussurra alle mie orecchie portandomi una ciocca dietro l'orecchio.
"Io e te abbiamo un contro in sospeso, ricordi?" Il tono con cui pronuncia l'ultima parola mi fa rabbrividire.
In meno di dieci secondi prende i miei polsi e li blocca contro il muro in fondo all'aula.
Sono in trappola.
"Lasciami andare! Non voglio avere niente a che fare con te!" Urlo nel tentativo che lui prenda in considerazione le mie parole.
"Ah! Ah! Ah!" Quella risata mi fa gelare il sangue nelle vene.
"Credi che qualcuno ti possa sentire?" Il suo sguardo è agghiacciante mentre mi tiene stretta nei polsi.
"Sei proprio un'ingenua.." sussurra spostando gli occhi sul mio corpo.
"Ti prego... lasciami andare..." lo supplico, sentendo il viso ormai bagnato.
La sua mano è abbastanza grande da poter bloccare entrambi i miei polsi, mentre con l'altra scorre su e giù per tutto il mio corpo.
Cerco insistentemente di divincolarmi, ma lui è troppo forte per me.
"Basta! Basta!" Urlo più forte.
Tutto ad un tratto Daniel non sta più bloccando i miei polsi. Nè scorrendo le mani sul mio corpo. Non è più su di me.
"Ha detto basta, hai capito stronzo?" Quella voce mi è familiare, ma non è Daniel.
È... Dylan?
"Dylan, oh mio Dio, fermo!" Mi porto le mani davanti alla bocca.
Dylan sta picchiando Daniel.
Cosa dovrei fare? Allontanarlo? O lasciare che Daniel riceva ciò che si merita?
Senza accorgermene sto tirando Dylan lontano da Daniel.
"Che diavolo ti stava facendo?" Sbotta Dylan guardandomi negli occhi.
"N-nulla, non f-faceva nulla..." mormoro.
"Nulla? Quello lo chiami nulla?" Posso capire dal suo tono di voce che è furioso. Ma per quale motivo gli interessa così tanto? Insomma, non ci conosciamo neanche.
"Prendi le tue cose, ti riaccompagno a casa" mi ordina, gettando uno sguardo spregevole ad un Daniel accovacciato a terra.
"Perchè dovrei fidarmi di te? Non ti conosco neanche!" Sbotto.
Lui alza gli occhi al cielo.
"E lui?" Insisto, volgendo uno sguardo a Daniel.
"Guarirà. Adesso cammina." Mi prende per un braccio e mi trascina verso la sua auto.

"Grazie" mormoro una volta salita in macchina.
"Non devi mai fare in modo di rimanere da sola a scuola, può essere pericoloso" risponde Dylan serrando la mascella.
"Non devi guardare nessuno negli occhi, hai capito?" dice piano, quasi per non farsi sentire. Sento un brivido percorrermi tutto il corpo mentre lui si gira verso di me e aggiunge con tono duro "non devi mai guardare Daniel Sharman negli occhi."

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