Best of us

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Strinse le braccia nel suo maglione rosa, poggiando il mento sul freddo polso, mentre ascoltava la bionda, attraverso uno schermo, divagare su tutto quello che stava attorno.

Ma lei lo sapeva, sebbene fosse ad Oxford, che il problema fosse palasemente un altro, che il cuore di quell'esile ragazza fosse spezzato per ben altri motivi rispetto ai continui batibecchi con la madre.

-Da quanto non parli con Federico?- lei sgranò gli occhi, sì, decisamente Giulia la conosceva, decisamente sapeva che era caduta sul pavimento, in pezzi, per l'ennesima volta.

-Da qualche giorno,- non riuscì a reggere lo sguardo, quegli occhi l'avevano vista troppe volte a terra a causa di errori in cui era inciampata, un'eterna stupida, qualcuno che mai avrebbe potuto essere felice, si fidava di fuochi fatui, combatteva senza avere un vero scopo.

-E tua madre?- Blake si morse il labbro, nascondendo quasi tutto il viso all'interno della felpa grigia, inghiottita da quel caldo tessuto, la voglia di nascondersi, l'incapacità di farlo.

-Da un po'..- la ragazza dai capelli castani scosse il capo, un sospiro lasciò le sue labbra, sapeva cosa stava pensando Blake, lo faceva spesso, senza rendersene conto -Sai che giorno é domani?-

Lo sguardo della bionda scattò, la incenerì con gli occhi, il petto quasi esplose e quelle labbra rosee emanavano voglia di tremare, voglia di urlare, a pieni polmoni, tutti quei pensieri che per anni erano rimasti segregati in quella che era una fortezza piena di crepe e tutti lo sapevano, sarebbe esplosa.

Non era d'acciaio, si accasciava per terra, piangeva, si rialzava. Prometteva che mai avrebbe riavuto il meglio di lei, ma poi, stranamente, si ritrovava nuovamente accasciata al freddo, pavimento, pregando che tutto quel vuoto avesse una fine.

-Sappiamo entrambe che Federico non ti amava quando ti ha baciato- cominciò, le sue dita avvolsero tutti i capelli mossi, li alzò in una coda disordinata, prima di portare i gomiti sulla banco di cedro che aveva davanti a sé -Ma ora non é più così-

-Come fai a dirlo?- la voce di Blake era tagliente, un profondo mutamento prendeva piede nel suo cuore, tutti quelli che la conoscevano potevano notarlo. L'avevano vista annunciare di star crollando, il mascara crollava, le guance rigate.

-I ragazzi, Blake, non capiscono- quando si sporse in avanti e la spalla fu visibile a Blake, notò che l'amica si fosse fatta un tatuaggio, lei che ne era così contraria. La mamma le aveva sempre detto che l'importante nella vita era lo studio, Giulia era cresciuta così.
Tra parole affermate e desideri trattenuti.

-Ti sei fatta un tatuaggio- constatò, avvicinando la mano allo schermo. Le labbra di quella ragazzina assunsero la tipica forma a cuore, i capelli le ricadevano sul viso mentre con gli occhi, tentava di capire cosa fosse quella bizzarra forma, senza però riuscirci.

Lei annuì, sembrava affranta, improvvisamente si incupì, come se tutto le fosse caduto addosso.

-Per ricordare?- domandò l'altra, ancora intenta nel capire cosa mai fosse quel segno. Una chiave, ecco cos'era, una chiave.

-Per impremere.- quel tono lo conosceva, era preoccupato e rassegnato, tristemente combattuto.

La guardó, lei ricambió. Era quella la distanza, lo spazio fra due corpi, una retta infinita, l'inconsapevolezza del domani.

-Tua madre lo sa?- conosceva la risposta, perché mai chiedere? Perché l'uomo, semplicemente, ha un' impellente necessità di assicurarsi, di capire, di rassegnarsi all'idea che non ci sia altra verità.

-Non c'é bisogno che mia madre sappia, Blake- sospirò, era indecisa su quello che avrebbe pronunciato, d'altra parte, però, temeva che il silenzio si fermasse in quella distanza, impossessandosi persino dei pensieri -Il corpo è il mio.-

Kiss me again, pleaseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora