Sentivo la testa scoppiare, un dolore atroce alla tempia sinistra. Feci mente locale cercando di ricordarmi cosa fosse successo nell'ultimo lasso di tempo, ma le sole cose che ricordavo erano uno sparo, io che vado al parco, un uomo che ha qualcosa sulle spalle, la fuga e la botta alla testa. Non avevo ricordi di quello che era successo nel mentre del viaggio che mi aveva portata qui, dovunque mi trovassi visto che non sapevo neanche quanto tempo era passato.
Aprii gli occhi e cercai di muovere le braccia e le gambe ma non riuscivo a muovere neanche un muscolo. Presi coraggio e provai ad urlare ma non serví a nulla perchè il nastro sulla mia bocca soffocó ogni mio richiamo d'aiuto.
La stanza era buia e io avevo paura, per di piú soffrivo di attacchi di panico da quando avevo 13 anni e non avevo neanche le gocce con me. L'aria cominciava a farsi pesante, il fiato piú corto, il cuore aumentava il ritmo nel mio petto, stavo per sentirmi male. Avevo paura, paura di morire, paura di non rivedere piú mia madre che dopo tutto amavo counque, ero sola e non sapevo cosa fare anche perché ero legata e imbavagliata, c'era poco che potessi fare. Lacrime copiose e calde cominciarono a scendere dai miei occhi. Cercai contutta me stessa dimandarle indietro e di concentrare tutti i miei sensi su quello che mi circondava. Sentivo il pavimento freddo e liscio sotto di me, un'odore nauseante di muffa che impregnava l'aria e un silenzio assordante.
Dopo cinque minuti di silenzio potei sentire dei passi, erano ritmati e pesanti, stavo tremando, piú i secondi passavano e piú il rimbombare di quel suono mi entrava in testa. Sentii un tintillio di chiavi e lo scatto di una serratura, in fine la porta della stanza dove stavo si aprí.
I passi si fecero sempre piú vicini me e io stavo morendo dentro, non sapevo le sue intenzioni, l'unica cosa che sapevo era che se mi aveva rapita aveva solo brutte intenzioni.
Sentii il mio rapitore tirare fuori un qualcosa dalle tasche e poi sentii un 'clik'. Non ebbi neanche il tempo di realizzare cosa fosse che sentii una lama fredda accarezzarmi i polpacci e infilarsi tra le mie caviglie per poi tagliare il nasto. Lo strappó via poco gentilmente facendomi emettere un urlo che risultó un gemito soffocato.
Avevo i piedi dolenti e formicolanti così mossi un po le dita e girai le caviglie,era una sensazione magnifica ma per mia sfortuna duró poco perchè poi sentii di nuovo qualcosa su di me, ma questa volta non era una lama ma delle mani. Il contatto con esse era quasi piacevole, erano fresche e morbide, potevo intuire perfettamente la loro grandezza e devo ammettere che se mi fossi trovata in una situazione diversa mi sarei rilassata a quel tocco. Le 'carezze' che la mano faceva partirono dai polsi fino alla mia bocca. Con un gesto veloce e deciso strappó il nastro che copriva la mia bocca ed io urlai imprecando. Ebbi modo di sentire i passi allontanarsi da me visto che la stanza era ancora circondata dal buio potevo solo sentire. All'improvviso una luce si accese e io strizzai gli occhi per la sorpresa. Dopo qualche secondo il mio sguardo si abbituó e vidi l'uomo o meglio il ragazzo che mi aveva rapita e potei confermare che era lo stesso che avevo visto nel parco.
- Perchè mi hai rapita?- domandai e lui si avvicinò a me inginocchiandosi in modo d'arrivare allo stesso mio livello e permettendomi di scrutarlo attentamente.
La carnagione era leggermente abbronzata, le sue labbra rosee risaltavano e la forma a cuore le faceva sembrare disegnate,il naso era perfettamente dritto e ben proporzionato al viso leggermente allungato, gli occhi color caramello erano di grandezza media e circondati da ciglia folte e lunghe, i sopraccigli erano folti ma curati, la fronte piccola ma spaziosa era lasciata libera dai capelli color biondo cenere che puntavano verso l'alto contenuti perfettamente in una cresta ordinata. Era un ragazzo bellissimo. A distogliermi dai miei pensieri fu la sua voce - vuoi una foto? dura di piú.- era delicata, gradevole al suono e armonica, aveva una voce fantastica. Quando realizzai a pieno ció che aveva detto arrossii - perchè mi hai rapita?- domandai di nuovo sperando,almeno questa volta, in una risposta - perchè hai visto ció che non avresti dovuto vedere baby - ghignó, mentre un lampo gelido attraversava il suo sguardo un brivido di puro terrore scosse tutto il mio corpo. - quando potrô tornare a casa?- rise e io combattei contro l'istinto di tirargli un calcio nelle palle e farlo smettere, nonostante il suono della sua risata fosse carino in quel momento non lo apprezzavo per niente anche perchè non c'era NIENTE da ridere.
Quando finalmente la sua risata terminó puntó i suoi occhi nei miei sorridendo malignamente - oh tesoro, sei cosí ingenua.. TU NON TORNERAI MAI A CASA!- al suono di quelle parole sentii il respiro fermarsi e il cuore ghiacciarsi.
In quel momento ero sicura solo di due cose. La prima era che non sarei mai tornata a casa e quindi non avrei mai piú rivisto mia madre. La seconda era che sarei morta.
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Ciao a tutte ragazze! volevo ringraziarvi per il voto che avete dato al capitolo precedente e per i commenti, ringrazio anche chi legge semplicemente la storia, spero vi piaccia questo capitolo.. fatemi sapere cosa ne pensate tramite i commenti.. e spero votiate!! aggiorno ad un voto ;)
al prossimo capitolo!
un bacio a tutte..
-Sara-
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Amore Criminale
FanfictionOdiava i criminali perché le avevano portato via il padre. Odiava lui perchè era un criminale. Odiava lui perchè aveva uno strano modo di amare. -il nostro non è un amore normale baby... il nostro è un amore criminale.- VI AVVISO CHE LA STORIA É CON...