Capitolo 8.

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Buongiorno piccola,
o buonanotte, o buon pomeriggio. Non so a che ora arriverà da te questa lettera e non so a che ora la leggerai, l'importante è che lo farai.
Sono passati sette mesi, sette mesi senza di te, i sette mesi più brutti della mia vita. Saperti lontana da me mi fa venire voglia di rompere tutto e scappare, ma non posso, altrimenti caccerei anche te in questi guai. Ricordati, piccola, che lo sto facendo per proteggerti. E non dimenticare tutte le promesse che ci siamo fatti. Ti amo, io ritornerò da te. Sono lontano, non posso dirti dove perché non mi è consentito; in realtà nemmeno questa lettera mi sarebbe consentita, ma per te ho fatto uno strappo alla regola. Mi manchi, come non mi è mai mancato nessuno. Nemmeno i miei genitori mi sono mancati così tanto, ed è proprio per salvare loro, e te ovviamente, che sono in questa situazione. Ti spiegherò tutto dall'inizio, quindi mettiti comoda e leggi fino in fondo.
Mio padre era in un giro di droga, e ne facevo parte anch'io fino a quando non sei arrivata tu. Tu, che mi hai fatto cambiare, mi hai fatto capire l'importanza di amare, l'importanza di avere una famiglia. Da quando ti ho conosciuta non ho più portato a letto nessuna a parte te. Io avevo ricavato parecchi soldi in questo giro, ma al capo avevo detto che ne avevo guadagnati soltanto la metà perché il resto volevo tenermelo io per aiutare i miei genitori. Loro hanno sempre avuto dei problemi economici, così papà per ottenere qualcosa entrò in questo giro, dal quale non è più riuscito ad uscire. Poi mi sono messo in mezzo io per liberare lui, senza sapere che mio padre dovesse dare al capo parecchi soldi. Così io uscivo di notte, rapinavo e non dicevo nulla al capo, portavo i soldi ai miei genitori. Quando ti ho conosciuto ho detto a questo capo, Sebastian, che avrei lasciato il giro. I primi periodi mi ha lasciato stare perché io gli avevo promesso che avrebbe avuto i soldi, ma io questi soldi non li avevo. Avevo solo te, che sei la cosa più importante della mia vita, e avevo i miei genitori, con i quali non avevo più un rapporto stabile poiché loro non volevano più accettarmi per essere entrato in questo giro. Sette mesi e due settimane fa, Sebastian è tornato da me dicendomi che se non gli avessi dato i soldi entro un anno vi avrebbe fatto del male. Hai capito? Vi avrebbe toccati e uccisi e io non avrei potuto fare nulla, è per questo che sono qui con una delle sue guardie. Sto guadagnando parecchio, dovrei stare qui altri cinque mesi. Solo cinque piccola, poi saremo di nuovo insieme, belli come il sole come lo siamo stati in principio. So che non ce la fai più ad aspettare, nemmeno io non riesco più a resistere, ma lo sto facendo per te e per mamma e papà. Ti amo piccola, spero tu possa capirmi e aspettarmi ancora un po'. Te lo ripeto, ti amo come non ho mai amato nessuna. Non lasciarmi mai.
A presto,

Dylan.

Rebecca, quando finì di leggere la lettera, piangeva disperata. Chiamo Celine e le raccontò tutto; le disse che lei non ce l'avrebbe fatta ad aspettare altri cinque mesi, sarebbero stati troppi, così decise che dal giorno seguente non avrebbe voluto più pensarci. Voleva uscire e dimenticare quello che le era successo, voleva avere una nuova vita, voleva essere felice e spensierata come una semplice ventenne. Celine acconsentì, era contenta di vedere la sua amica determinata. Così il giorno dopo Rebecca si preparò e andò, con la sua fedele migliore amica, in discoteca. Conobbe subito un ragazzo, Andrew, un ventunenne biondo con gli occhi verde smeraldo. Parlarono e scoprì che non era niente male; era riuscita a farla ridere, ridere di cuore dopo parecchio tempo. Nessuno c'era mai riuscito fino ad allora. Nessuno a parte Dylan, ovviamente. Andarono a casa del ragazzo e guardarono un film abbracciati, non l'aveva portata a letto con l'inganno né tantomeno l'aveva costretta; era stato molto gentile e premuroso con lei tanto da farla sentire al sicuro. Dormirono insieme, ancora abbracciati, e passarono anche la domenica seguente in compagnia l'uno dell'altra. Si divertirono e Rebecca per tutta la settimana non pensò a Dylan.

***

Passarono ancora altri tre mesi. Rebecca si trovava sempre meglio con Andrew e pensava sempre meno a Dylan. Si erano scambiati diversi, anzi molti, baci e di Dylan non c'era più nessuna traccia. Ogni tanto lei provava ancora a chiamarlo, lui però continuava a non risponderle. Ma, quando mancavano esattamente sette giorni per il rientro di Dylan, trovò nella buca delle lettere un altro foglio scritto a mano.

Ciao Rebecca,
come stai? Qui da me va tutto abbastanza bene, pensa che tra sette giorni ritornerò lì e ci vedremo di nuovo. Dio, non sto più nella pelle! E quanto mi manchi.
Sono riuscito a dare tutti i soldi a Sebastian, e ne sono rimasti parecchi anche a me. Quindi in quest'ultima settimana sono libero, potrai scrivermi e chiamarmi. Ti lascio qui il mio indirizzo: *facciamo finta ci sia scritto l'indirizzo, lol*. Ho letto tutti i tuoi messaggi e spero che tu non mi abbia ancora dimenticato per colpa di questo Andrew. Nel caso l'avessi fatto, ti capirò.
Beh, io qui aspetto, nel caso ti venisse voglia di scrivermi.
Mi manchi ancora terribilmente!
Un bacio,

tuo Dylan.

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