LA CITTÀ SEGRETA:

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Furono i tre giorni più strani di tutta la mia vita. Appena usciti dall'ospedale siamo andati in metropolitana fino all'Hotel Dumort, il covo newyorchese dei vampiri. Li era pieno di ragazzi, vestiti tutti con abiti neri, attillati e di pelle, pieni di strappi e scollature profonde. Era tutto buio, polveroso e disastrato, con pareti rovinate dall'umidità e dai copi ricevuti, porte rotte e sporche. Il pavimento era di marmo e al centro dell'hotel c'era una grande sala, con tende rosse, poltroncine di velluto e un'alto soffitto con un lampadario di cristallo.
- Sistemati qui fino a stanotte, poi partiremo.- mi fece sistemare in una stanzetta al quarto piano. - allora, adesso puoi farmi tutte le domande che vuoi. - disse sedendosi sul letto e facendomi segno di sedermi accanto a lui.
- Voglio sapere tutto.
-Bene. Tutto iniziò molti anni fà, a causa di un maleficio fatto da un potentissimo stregone, una famiglia, tre fratelli e due sorelle, furono trasformati nei primi vampiri. Questi a loro volta formarono delle discendenze che arrivano fino ad oggi. Lo stregone però dopo aver visto le condeguenze del suo maleficio per rimediare creò un nuovo essere, tanto forte da poter uccidere i vampiri, i licantropi.
-Cioè i lupi mannari?
-Loro si posso trasformare nei tre giorni di luna piena in enormi lupi.
-Se siamo così forti perchè ci dovremmo spaventare davanti a dei cagnolini troppo cresciuti?
-Il morso di un licantropo a un vampiro lo destina a morire in preda a dolori inumani, allucinazioni e alla morte.
-Se continui così la spaventerai Elia, è l'unica che abbiamo quindi dobbiamo tenercela stretta. - disse un ragazzo biondo platino, con gli occhi rossicci e diventarono velocemente azzurri e la carnagione leggermente più colorata di quella degli atri.
-Come l'unica, Sebastian davvero non c'è nessun'altro.
-Non c'è l'ha fatta nessuno-entrò e mi si avvicinò tendendomi la mano-piacere, Sebastian.
-Piacere, Alex. -dissi mentre gli porgevo la mano per stingerglia, mentre lui invece me la baciò. Credo che se fossi stata viva sarie arrossita, ma non lo ero. -perchè servono nuovi vampiri?
Sebastiam e Elia si guardarono e fu Elia a parlare per primo-Sta per scoppiare una guerra, e diciamo ci servono reclute.
-Contro i licantropi.
-Anche-adesso a parlare fu Sebastian-ma sopprattutto contro i cacciatori.
-Cacciatori? Umani?
-Loro non sono semplici umani, loro sono una stirpe che dalla notte dei tempi difende gli umani da noi ma non si erano mai alleati con i licantropi, non fino ad ora.
-Che hanno di diverso dagli umani.
-Loro, fin dai primi passi vengono istruiti ad trovare, cacciare e uccidere vampiri, tra le altre cose. A volte poi chiedono aiuto agli stregoni, come in questo caso. Hanno fatto creare agli stregoni una barriera che impedisse agli umani di trasformarsi e quindi morire senza risvegliarsi più. Ma su di te a quanto pare non ha fatto effetto.
-Stanotte partiremo-disse Elia-per arrivare alla città segreta, dove i nuovi vapiri imparano ad esserlo con come insegnante chi li ha trasformati.
Dopo Elia e Sebastian mi lasciarono sola, per metabolizzare tutto prima di partire. No so per quale strano motivo ma quella storia, che continuavo ad analizzare e spiegare nella mia testa aveva una sua logica, ci credevo. La sera quei pochi si stavano preparando a partire. Sul pavimanto nel salone principale c'erano decine e decine di sacchetti di sangue vuoti. Nella mia testa ritornò il pensiero del sangue nel collo dell'infermiera, caldo e denso che le scorreva fluido nella carotide, così fragile. Sapevo che mi bastava un morso, un piccolo morso per poter arrivare al prelibato liquido. Mi sentivo così tanto potente e così tanto fragile allo stesso tempo.
-Ehi, hai capito? -mi chiese Sebastian mettendomi un mano sulla spalla.
-Cosa? Scusa mi sono distratta, cos'hai detto?-dissi distogliendo lo guardo dal pavimento.
-Fra mezzora andremo all'areoporto per dirigerci alla città segreta. -mi disse guardandomi con i suoi grandi occhi azzurri.Poi guardò il pavimento e capì-ho capito, non ti sei ancora nutrita, vieni.-mi prese per il braccio e mi portò in cantina, tirandomi anche sulle deboli scale di legno ormai marcio e crepato.
-Allora vuoi uccidermi e nascondere il mio cadavere qui dove non lo troverà nessuno, ottima mossa ma scontata-gli dissi per sdrammatizzare e funzionò.
-Ineffetti è il luogo e il momento perfetto se non fosse che questo è il luogo più trafficato dell'hotel. -disse indicando un veccbio frigorifero spento messo in un angolo.
- Che c'è li dentro?
-Le scorte di sangue, prendine un pò e fingi che sia una birra.
Con riluttanza mi avvicinai alla mano tesa di Sebastian che mi porge a una sacca di sangue. Appena lo presi in mano non potei fare a meno di addentare la busta con tutta la forza che avevo, succiare fino alla più piccola goccia di quello squisito liquido scarlatto. Solo quando fù finito mi accorsi di quello che avevo fatto, Sebastain si era leggermente allontanato da me e aveva un sorriso soddisfatto. Non sapevo cosa dire, ero in imbarazzo, anche se mi sentivo come liberata di un peso, mi sembrava aver aspettato quel momento da tutta la vita.
-Mi dis...
-Benvenuta-disse avvicinandosi e prendendo un tovagliolo di stoffa dalla tasca e poi con delicatezza pulirmi i margini della bocca-lo so, è normale per la prima volta avere una reazione del genere ma le prossime sarà facile controllare la fame.-metre mi parlava aveva un espressione soddisfatta, quasi serena. -andiamo ci stanno chiamando dalla sala, li senti.
-Si-dissi sorridendo. Andammo in aereoporto e prendemmo un aereo che portava in svizzera. Ci abbiamo messo sei ore,sei ora passate a parlare con Sebastian,Elia e Bonny,la vampira più giovane dopo di me. Sbarcati dall'aereo i passeggeri,per lo più vampiri ma c'era anche qualche umano ignaro di tutto,presero ognuno la sua strada disperdendosi. Poi io,Elia e Bonny prendemmo un auto per arrivare fino al confine con un bosco,fitto e scuro,il nascondiglio perfetto. Poi camminammo per tutto il giorno, il mio ultimo giorno con la possibilità di stare al sole,anche se li sole non c'é ne era. Le chiome degli alberi erano così fitte da impedire ad ogni raggio di sole di passare,ciò creva una bellissima ombra che durava chilometri e chilometri fino alla fine del bosco. Gli alberi erano alti,tanto alti da sembrare di sfiorare il cielo. Tra i grandi e folti alberi si intravedono piccole case,rade,che però andavano sempre piú aumentamdo. Piccole e antiche casette che si trovano ai margini della città diceva Elia. Andando verso il centro le case diventano sempre piú grandi,imponenti e lussuose,in stile antico,per lo piú di legno. Al centro della città sorgono tre edifici a formare un triangolo equilatero:la sede del condiglio,la tenuta,dove si viene istruiti al combattimento e su come comportarsi nel mondo umano, e la grande biblioteca, dove da sempre vengono raccolte le conoscenze,la letteratura e le scienze,li vi sono contenuti i saperi di tutta la storia.
-Allora che ne dici della città?-mi chiese Bonny mettendo mi una mano sulla spalla.
-É stupenda.
-Si,lo é.-disse con voce serena e sguardo serio rivolto verso la sede del consiglio.-ora dobbiamo andare alla tenuta,li saremo al sicuro.

The Black Shadow: La Città di LuceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora