Il suono del mio cellulare mi aveva svegliata,un messaggio. Era Elia.
<<Alex,fra mezzora in cortile per iniziare l'addestramento. Ma prima passa in cucina.
P. S. Buongiorno>>
-Buongiorno-disse Beatrice strofinando si gli occhi per la luce.-chi é che ti manda messaggi di prima mattina?
-Elia,il mio tutore,devo andare.-misi il cellulare nella borsa e presi un paio dei vestiti dall'armadio,una specie di uniforme che tutti dovevano indossare,anche i tutori. Mentre scende o le scale incontrai Sebastian seduto al tavolo da pranzo in cucina con Elia a parlare animatamente.
-Buongiorno-dissi ed entrambi si girarono sorpresi.
-Da quanto tempo eri qui?-disse Elia perplesso,mentre Sebastian aveva un'aria di superiorità,come al suo solito. Evidentemente la depressione era passata.
-Sono appena arrivata,ma non mi avete sentita?-dissi sedendomi al tavolo di fronte a loro.
Elia sembrava confuso e stava per parlare anche se fu preceduto da Sebastian-Non importa,comunque io devo andare,buon addestramento.-stava uscendo dalla stanza-E... Alex attenta,é un tipo tosto quando si tratta di queste cose.-Elia non gli rispose ma gli fece un'occhiataccia-okay,ho capito,me ne vado.
-Bravo-poi si voltò a guardarmi-Andiamo?Sei pronta?
-Si,andiamo.
Sapevo che sarebbe stato difficile,ma mai così tanto. Dalla mattina fono a sera a fare esercizi su esercizi,senza mai una pausa. Abbiamo fatto di tutto,dalla corsa alle trazioni ai piegamenti ad una cosa che Elia ha chiamato scatto,una caratteristica di pochi vampiri che consiste nel andare velocissimi,é stata la cosa più difficile che abbiaai fatto. Spesso poi durante gli esercizi mi sono rotta qualcosa,la gamba come anche le costole cadendo da un albero di venti metri,anche se per poco perché tutto guariva dopo pochi minuti. Verso le cinque di pomeriggio Elia fu richiamato alla tenuta,e di conseguenza anch'io,perché erano arrivati i novizi,decine e decine di vpiri appena nati arrivati da tutte le parti del mondo. Elia mi costrinse ad andare in camera e non mi fece conoscere nessuno. Lo odiavo quamdo faceva cosí ma sapevo che se aceva doveva essere una cosa seria,troppo seria per una novizia come me. Tornata in camera mi feci una doccia calda,mi misi il pigiama e iniziai a leggere uno dei libri che erano sulla scrivania. Erano tutti sulla storia dei vampiri,sulle leggende e sulle variazioni di trasformazione. Sentii il mio cellulare suonare. Solo dopo che accesi il cellulare per leggere il messaggio realizzai he erano ora che stavo leggendo,era già buio.
<<Ehi,ti posso disturbare?>> era Sebastian.
<<Si,dove sei?>>
<<Guarda sul balcone.>>.
Era fuori,davanti alla porta che dava colpetti al vetro e mi guardava con i suoi grandi occhi azzurri,tanto grandi e azzurri che anche al buio si vedeva il colore, e con un'espressione soddisfatta e presuntuosa.
-Davvero ti aspetti che ti faccia entrare-dissi con le mani ai fianchi e le treccie che mi arrivavano quasi alla vita che mi facevano sembrare una bambina.
-Se vuoi me ne vado-disse in tono ironico e con un sorriso che mi ricordava quello dello stregatto di Alice nel paese delle meraviglie.
Aprii la porta e lui si precipitò sul mio letto-Pergo entra e dstruggi tutto quello che si trova sul mio letto tranquillo.-aveva già preso in mano il mio cellulare per curiosare.
-Allora com'é stato il primo giorno di addestramento? Elia mi ha detto che sapevi già la maggior parte delle cose.-senza staccare gli occhi dal mio cellulare.
-Sai mi sono divertita,é stato faticoso si ma mi sono divertita.
Posò il libro con un sorriso storto-Saresti la prima.
-Elia é più duro tra i tutori,molti,anzi tutti si sono lamentati le prime settimane,ma tu no.
-Elia è mio amico e so che se fa questo è solo per far si che io sia sempre pronta.-dissi sdraiandomi accanto a lui e continuando a leggere.
-Che leggi?-disse posando il mio cellulare sul comodino.
-Dei libri di storia.
-Ma chi sei?-chiese mettendosi seduto.
-In che senso?-chiusi il libro sul comodino.
-Sai combattere,sei inteliggente,sei molto furba e sai cantare,ma chi sei?
-Cantare? Io non ho mai detto di saper cantare.
-Guarda qui-prese il mio cellulare e mi fece vedere dei video. Ero con un gruppo di amici a cantare,nella maggior parte a cantare con un ragazzo di nome Luca,un ragazzo di carnagione scura,con gli occhi verdi e i capelli castani.
-Non importa,non é che mi aiuteresti con questa roba.-dissi sedendomi a gambe incrociate con il libro aperto-non ho capito bene la cosa delle variazioni. Tu ne sai qualcosa?
Nel sentire quelle parole scatto come una molla-No-disse in modo secco,quasi spaventato.
-Okay ,allora cambiando argomento é arriv...-non riuscii a finire la frase che Beatrice entrò di corsa nella camera.
-Alex che hai fatto?-chiese spaventata.
-Niente perché?
-Morgan vuole vederti subito in biblioteca,e sambrava infastidita.
Mi iniziai ad agitare,perché Morgan con tutti i problemi che ci sono voleva vedere proprio me.
-Okay,allora mi sbrigo,non voglio farla innervosire.-andai in bagno per cambiarmi e appena uscita presi il mio telefono e inziai ad andare.
-Aspetta,ti accompagno-disse Sebastian correndomi dietro.-allora sai perché ti vuole parlare?
-No,non credo di aver fatto niente.
-Sei sicura,sai che a me puoi dire tutto-disse mettendosi davanti a me bloccandomi la strada.
-Non ho fatto niente quindi calmati okay.-mi spostai di lato per passare,ormai ero quasi arrivata in biblioteca ed era inutile farla aspettare.
Appena entrata rimasi sconvolta della quantità di libri,testi e saggi presenti. Scaffali alti,altissimi pieni di decine di centinaia di libri antichi con rilegature di pelle pieni di tutte le conoscenze possibili. Era grandissima,ci si poteva perdere come in un labirinto. Dopo un paio di minuti passati in contemplazione di quella immensa raccolta di conoscenza mi ricordai di Morgan iniziai a cercarla. La trovai accanto ad una finestra, coperta dall'ombra della tenda,le stesse tende presenti in ogni stanza. Sembrava quasi ansiosa nel guardare il bosco,come se stesse per succedere qualcosa da un momento all'altro.
Non sapendo cosa fare cercai di sistemarmi la camicia un pó grande e di togliere le pieghe che avevo sui pantaloni poi mi feci coraggio e tossi in modo educato e delicato possibile.
Lei si girò di scatto sorpresa quasi di vedermi.
Presi fiato e cercai di trovare le parole più educate possibili-Scusate l'attesa, ho saputo che volevate vedermi.
Continuava a guardarmi con i suoi grandi e profondi occhi castani-Si ho bisogno di parlarti.
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The Black Shadow: La Città di Luce
VampirosCosa fareste voi se vi risvegliaste in una camera d'ospedale a New York,senza poter avvicinarti alla luce del sole,con i sensi amplificati e con un'insana ossessione per il sangue. E se non ricordate niente della vostra vita prima di quel mattino. E...