Capitolo 3

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Metto a fuoco quello che ho appena fatto. Dopo 1 minuto di smarrimento, mi riprendo.
Prendo quel disegno tra le mani, lo guardo e lo nascondo per bene, dove nessuno non lo vedrà mai. Suonano alla parta e mi dirigo ad essa.
Apro la porta e mi ritrovo il ricciolino davanti a me con un ghigno sul viso.
«divertita a disegnarmi a torso nudo?? Se vuoi ti posso fare da modello»
Nella sua voce c'è un pizzico di malizia.
Lo guardò confusa
«no grazie non mi serve» gli rispondo acida.
Prima che lui ribatta gli sbatto la porta in faccia.
Merda se n'è accorto!
L'ho proprio disegnato. Era lì, davanti alla sua grande finestra con solo addosso le mutande e faceva avanti e indietro per la stanza.
Aveva i capelli bagnati, segno che aveva appena finito la doccia. Le sue braccia erano tese e muscolose, il suo petto era ben fatto, muscoloso, forte, giusto non troppo e ne poco.
Penso che faccia palestra.
Ha proprio un bel fisico quel ragazzo. Oltre al fisico ha degli occhi verdi con delle sfumature marroni. Era a pochi passi da me e potevo benissimo sentire il suo profumo dolce. Sembra uno che si dà le aree, ma non lo conosco quindi non posso giudicare.
Chissà che scuola frequenta e che anno.
Senza accorgermene ho una mela tra le mani e mi dirigo nel boschetto. Entro e poco dopo trovo un piccolo sentiero di sassolini e terra. Lo percorro tutto fino ad arrivare ad un piccolo spazio vuoto, senza erba. Penso che qualcuno la tolga. In centro a questo spazio trovo una panchina ben curata, sembra stata verniciata da poco. Da quassù c'è un magnifico panorama. Un cielo arancio-rosso con le sue sfumature. Il sole sta tramontando ormai. Mi accorgo che sta calando la temperatura, siamo a settembre inoltrato e fa freschetto, così decido di rientrare. Dopo 10 minuti che sono rincasata arriva papà.
Appoggia la sua ventiquattr'ore ai piedi del tavolino di legno mogano che c'è in entrata, prende le sue scarpe, la giacca e la mette nel armadio dei cappotti vicino all'entrata. Si dirige in salotto dove mi trova immersa in uno dei tanti libri sparsi per casa.
Alzò lo sguardo
«ciao papà, com'è andata oggi?»
«ciao tesoro, bene ho molto lavoro da sbrigare, penso che domani farò tardi, ah e non aspettarmi per cenare mangerò un boccone in ufficio.»
«ok papà»
«e a te com'è andata oggi?? È stato orribile come credevi??»
«è andata bene dai. No non è stato pessimo come pensavo. Ho conosciuto questo prof di letteratura che si chiama Prandin e non faceva altro che parlare.» ironizzo. Nel frattempo papa si è messo ai fornelli e si mette a ridere. Quando sto uscendo dal salotto mio padre mi richiama
«ah tesoro quasi dimenticavo, tua madre oggi mi ha chiamato e mi ha detto che dovresti risponderle ogni tanto»
Senza nemmeno girarmi «papà ne abbiamo già parlato di questo, basta ripetermelo se ne farà una ragione prima o poi. Doveva pensarci prima. È una mia decisione sono grande ormai per decidere!» dicendo questo mi allontano. Per fortuna papà non ribatte, non avrei le forze ora per affrontare un argomento come questo.
Qualche minuto dopo papà mi chiama per cenare. Ha preparato il mio piatto preferito: pollo con patatine e dopo aver finito, passo circa un'ora con lui a parlare del più del meno. A pensarci bene era da un po' che non passavo del tempo con lui.
Dopo cena aiuto papà a caricare la lavastoviglie e riordinare. Papà si rifugia nel suo studio e io decido di guardare un film: shadowhunters. Lo inserisco nel lettore DVD e mi rannicchio nel morbido divano bianco del salotto con una coperta sulle gambe e la mia piccola gattina, Tenebra, su di esse. Quando è finito il film, mi alzo, tolgo il DVD e lo ripongo nella sua custodia, piego la coperta e mi dirigo in cucina, mi preparo una tazza di tea: twinings, english breakfast tea, il mio preferito. Spengo la luce e mi dirigo in camera mia, appoggio la tazza sulla scrivania, poso la coperta in fondo al letto e mi infilo il mio "pigiama", che sarebbe una maglia è un pantaloncino a pois blu e nero. Mi affaccio per un minuto alla finestra e decido così di uscire. Prendo la coperta, la tazza ed esco. C'è un bellissimo cielo stellato questa sera. Mi siedo sul dondolo che è appoggiato sotto la finestra di camera mia, mi metto la coperta e Tengo tra le mani la tazza fumante, poco dopo mi raggiunge Tenebra. Mentre sorseggio un po' di tea caldo e la accarezzo, è così morbida la mia micia. Mi immergo nei mie pensieri. Più tardi ritorno alla realtà sbadigliando, scendo dal dondolo e mi stiracchio. Mi sento osservata, mi guardo in torno finché vedo il ricciolino che mi guarda. quando si accorge che l'ho notato mi fa un cenno con la mano e scommetto che stia facendo un ghigno.
Imbarazzata prendo le mie cose e corro in camera seguita da Tenebra. Chiudo la porta finestra e sospiro. Accendo la luce, mi dirigo in bagno per lavarmi i denti e darmi una rinfrescata al viso. Quando termino mi dirigo in camera e mi soffermo al grande specchio attaccato alla parete.
Sto lì, a fissare il mio riflesso, non sono tanto alta ho una statura media, le mie cosce sono normali ma per me sono enormi. Ho un piccolo tatuaggio sul basso ventre, una scritta in spagnolo. Non sono magrissima, ho solo un po' di pancetta ma non né faccio un dramma, ho un seno prosperoso ed è la parte che odio del mio corpo. Ho una carnagione chiara, in presenza di una tonalità bronzata con sfumature dorate. Gli occhi marroni con sfumature verdi. I capelli lunghi castano scuro con sfumature tendenti al rosso. Porto gli orecchini di ogni tipo ma preferisco quelli pendenti, e adoro alternare un orecchino pendente con un punto luce. Sotto l'orecchio destro ho un tatuaggio: tre note e la chiave di violino. Ne ho uno anche sulla spalla destra: è un acchiappa sogni e dalle sue piume volano via delle rondini. Non sono bella come tante altre ragazze che ci sono ma mi accetto così come sono. Preferisco essere simpatica, divertente; perché lo sono; essere me stessa invece che essere una che si fa notare solo per avere attenzioni ed essere popolare, e non essere una puttana. Ecco, questa sono io, una semplice ragazza con mille problemi che sorride al domani che verrà. Una ragazza acida e stronza quando serve ma dolce e sensibile allo stesso tempo.
Mi dirigo al letto, mi infilo sotto il lenzuolo e vedo Tenebra già aggomitolata in fondo a letto che dorme, le faccio un carezza per poi Sistemarmi anch'io e spengo la luce.

Una parte di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora