Questo è il quinto giorno di scuola. Oggi sono decisamente in orario! Tutti gli altri giorni sono entrata un'ora dopo, per il semplice fatto che non riuscivo ad alzarmi e la sveglia l'avevo gettata dalla finestra il primo giorno.
Sono nel corridoio principale e mi dirigo al mio armadietto. Prima di raggiungerlo mi imbatto nell'oca giuliva, la reginetta delle cheerleader. Alessandra, la pettegola del quartiere insomma. Viene avanti scalettando con i suoi "cagnolini" intorno. Indossano un gonnellino cortissimo rosso con due strisce nere ai lati, una mezza maglia che lascia la pancia fuori, rossa e nera con una testa di un toro al centro e con sopra una giacca da football. Si ferma davanti a me
«ehy sei quella nuova, la ragazza che abita infondo alla via, davanti alla casa di Xavier; aspetta com'è che ti chiami?? Sasha? Sabrina? Samantha?? Ahah » masticando una gomma in modo fastidioso
«Sara » infastidita le rispondo
«ah sì giusto Sara, ahahah»
Le altre intorno a lei ridono. Che cos'hanno queste adesso?? Ridono per cosa poi??
«questa è la mia squadra, apriremo le selezioni la prossima settimana, ma non credo che tu non possa entrare. Sai, mi dispiace ma non hai l'aspetto giusto, non so se mi spiego» lo dice con tono superiore che mi viene voglio di spaccarle la testa.
Le vorrei dire che non si deve dispiacere. Tanto non ci sarei entrata ugualmente nel suo branco di pelle e ossa. Ma non faccio in tempo ad aprir bocca che se né va ridendo seguita dalla sua ciurma. Le vedo sparire tra la folla quando sento qualcuno toccarmi la spalla.
Mi giro e appena incontro il suo sguardo mi ci perdo completamente. Sono di un grigio-verde molto intenso, ha un sorriso smagliante che ti trasmette sicurezza, un piccolo anellino argentato circonda la sua parte destra del naso e un piccolo dilatatore bianco sull'orecchio destro. I suoi capelli sbarazzini un po' ricci sul biondo scuro gli ricadono sulla fronte.
Indossa un jeans strappati ma non troppo e una maglietta semplice con scollo a V nera che gli fascia perfettamente i suoi bicipiti e pettorali. Ha la pelle abbronzata rispetto alla mia. Porca miseria è così vicino e non sopporto questa vicinanza, così mi allontano un po' in malomodo. "Allora è questo Xavier" dico tra me e me.
In modo dolce inizia a parlare
«non badarla, hai tutte le forme al posto giusto è solo invidiosa» lo dice guardandomi per bene, accennando un piccolo sorriso. Sentendomi a disagio comincio a torturarmi le mani. In modo sbrigativo dico
«tranquillo, non fa per me»
«allora, dove vorresti iscriverti??»
«ho intenzione di entrare nella squadra di atletica» dico sorridendogli
«wow una piccola atleta» rido al suo troppo entusiasmo, ma la sua compagnia non è male dai.
«ah che sbadato, io sono Xavier» «io Sara »
Suona la campanella e ci dirigiamo in aula. Scopro che frequenta più i meno i miei stessi corsi. Prendiamo posto e mentre l'insegnante comincia a spiegare non so che cosa, io e lui cominciamo a chiacchierare un po'. Ho scoperto che è argentino, ha 17 anni e ne farà 18 il prossimo mese. Xavier è stato bocciato ma non gli dispiace. Si è trasferito qui a Chicago 5 anni fa con i suoi e suo fratello. Suo fratello al secondo anno di liceo gli è stata data una borsa di studio per giocare con un liceo di New York. Frequenterà l'ultimo anno qui a Chicago appena ritorna. Xavier ha preso la stessa strada cioè ha iniziato a giocare a football come il fratello è proprio lui gli ha trasmesso la passione per giocare e gliel'ha insegnato.
La lezione finisce e ci dirigiamo nell'aula di scienze. Arrivata mi posiziono su uno dei tanti banchi accanto a Xavier, con non so quante provette e acidi di ogni tipo. L'ora è noiosissima! Il prof non la smette più di parlare, parlare e parlare, gli altri sembrano molto interessati a seguire la lezione. Dopo qualche sbuffo e scarabocchio sul quaderno che mi arriva un bigliettino
Cariña annoiata??
A quel soprannome sorrido
Si troppo, tu no??
Lo piego e glielo passo. Dopo un po' mi arriva la risposta
Anch'io, ma abituati cariña lui parla sempre troppo
Gli rispondo subito
Non capisco come gli altri riescano a stare attenti e a non dormire
Disegno una buffa faccina e glielo passo .
Si gira e mi sorride, io ricambio.
Finita l'ora , finalmente, prendo le mie cose ed esco. Xavier mi raggiunge e mi chiedo se smetterà mai di sorridere così tanto.
«allora cariña io ho meccanica ora ci vediamo in mensa dopo»
«io arte» batto le mani come una bambina e lui ride, contagiando anche me. «ci vediamo in mensa allora» aggiungo e lo saluto con la mano vedendolo allontanarsi tra la folla.La prof di arte è simpatica e mi piace come insegna. Ci ha assegnato un compito per casa che mi sembra interessante. Mi sto dirigendo in mensa quando mi accorgo che due ragazze, una della mia età credo e l'altra più grande, mi stanno guardando. Non ci faccio molto caso e vado avanti per la mia strada. Entro in mensa e cerco con lo sguardo Xavier ma non lo vedo. Così mi siedo su un tavolo un po' in disparte e inizio a mangiare il mio panino.
«eccola qui, la ragazza nuova che parla con il capitano di football, Xavier» nel frattempo si siedono difronte a me.
Ancora con sta etichetta?? Io ho un nome farina!!!
«intanto mi chiamo Sara. Hai qualche problema se parlo con lui?? Sai è il mio vicino di casa non penso sia proibito!» sbottò irritata
Si mettono a ridere e le guardo storte visto che non afferro il loro schizzo di divertimento.
«no non ho nessun problema, è solo che eravamo curiose di sapere chi era questa ragazza che parlava con lui, sai Alessandra parla troppo»
Ora sono io a scoppiare a ridere e loro mi guardano male.
«quella puttana non tiene la bocca chiusa nemmeno quando non sta facendo sesso orale?? Ahahah ci avrei scommesso»
E anche loro si uniscono alla mia risata
«vedo che hai afferrato tutto di quella» dice la bionda e la mora annuisce aggiungendo
«io sono Giulia e lei è Angela»
«ragazze non tormentate la mia nuova amica » Xavier si presenta alle mie spalle cingendomele con un braccio
«tranquillo Xavier non la mangiamo mica » prende parola Angela accennando un piccolo sorriso un po' strana.
«meno male, non penso sia buona » scoppiamo tutte a ridere
«Xavier tranquillo» gli dico un po' divertita da questa sua premura nei mire confronti.
Xavier mi lascia con loro due e va a sedersi con la sua squadra.
Chiacchiero un po' con le ragazze e scopro che sono cugine. Giulia frequenta l'ultimo anno ed ha 19 anni invece Angela ne ha 17 e frequenta il terzo anno come me .
Giulia dopo scuola frequenta un corso di musica e canto invece Angela nonostante faccia già la scuola di cugina ha deciso di approfondirlo nel doppio scuola.
Questo pomeriggio dopo l'ultima ora ho deciso di andarmi ad iscrivere nella squadra di atletica. Gli allenamenti inizieranno domani, l'allenatore, un signore sui 40 anni capelli castani,alto circa 1.85 ben piazzato con una presenza ben decisa, mi avverte e mi consegna per compilarli e consegnarglieli il giorno dopo. Ringraziandolo esco dal suo ufficio e mi dirigo alla moto. Arrivata nel parcheggio notto che 3 auto più in là, da dove mi trovo, vedo Alessandra con un ragazzo biondo con la giacca con il logo di arti marziali fare cosaccie, appoggiati ad un auto che presumo sia sua.
«zoccola»
Dico sotto voce.
Metto il casco, accendo e parto verso casa.
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Una parte di me
Teen Fiction"Non ne posso più di tutto questo schifo! Mi convinco ogni giorno che quest'anno sarà un anno decente, perché soffrire ancora non penso di farcela. Non ho più le forze per combattere. Ho lottato talmente tanto che ormai non so nemmeno qual'è la nor...