Capitolo 2

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Quando mi risveglio, mi gira ancora un po' la testa.
Non mi ricordo molto di tutto quello che è successo e quel poco che mi ricordo spero che fosse un sogno. Mi alzo a fatica e esco dal bar distrutto, la prima cosa che notai fu che nessuno è corso in mio soccorso e che la cittadina è deserta.
Tutte le case hanno i balconi chiusi e per strada non c'è un cane.
Corro a casa, o almeno mi pare di correre, sono ancora stordito dalla caduta precedente.
Sono così rintronato che cado di nuovo e mi sbuccio il palmo della mano destra.
Impreco per il male e per la situazione in cui mi trovo.
Di nuovo un fumo nero ricomparve uscendo dalla ferita e rimarginandola. "No, di nuovo no!" urlai, e svengo di nuovo.
Sento una mano accarezzare i miei capelli corvini.
Apro piano piano gli occhi, mi fa male la testa. Vedo Anne che si sta prendendo cura di me.
È molto strano perché il nostro rapporto è abbastanza freddo, ma non ne so il motivo.
Sono in camera mia. Lì mi sento più al sicuro piuttosto che da solo e in mezzo alla strada. Guardo un attimo fuori dalla finestra e vedo ancora i balconi delle case vicine chiusi.

"Devi aver subito un bello shock".

"Come fai a sapere cos'è successo?" le rispondo io.

"Alex... Ci sono molte cose che ti devo spiegare"

"Ti ascolto"

"Non è cosi facile" cerca di spiegare Anne, senza però riuscirci.

"Ah beh, se vuoi dirmi questa dannata roba dimmela, sennò fai a meno." le dissi bruscamente io.

"Questo potrebbe cambiare tutto, lo shock di prima non sarebbe niente rispetto a questo, non posso dirti tutto così facilmente".

La guardo male e mi giro nel letto, dandole le spalle.

"Ti porto qualcosa da mangiare, se vuoi" mi propone Anne.

Annuisco piano e Anne esce dalla mia stanza, lasciando la vecchia porta socchiusa. La sento allontarsi con il pavimento che scricchiola ad ogni suo passo. Nel frattempo provo ricordare tutto quello che successe nell'ora precedente.
Ma non ci riesco a pieno, non capisco molto bene la parte in cui l'essere bianco che emanava luce entra nel bar e devasta tutto, non mi è molto chiara quella parte. Mi sembra molto vagamente un sogno.

Mentre penso a tutte queste cose e la mia mente risulta sempre più contorta, sento bicchieri e piatti che si rompono in cucina. Comincio a tremare e mi tiro su mettendomi seduto nel letto, a fatica però perché sono ancora debole. Sento Anne correre, entra nella mia stanza e sbatte forte la porta.

"Alexis devi scappare."

La guardo con sguardo interrogativo.

"ora." urla lei.

Non capisco perché devo scappare. Comincio a pensare al perché di questa situazione e come sarebbe potuta succedere.

"Ti ho detto scappa!" mi urlò Anne.

Prendo paura e mi alzo di fretta,anche se a fatica perché non mi sono ancora ripreso, corro verso la finestra che dà sul lato destro della vecchia casetta su un rettangolo d'erba verde circondata da una staccionata.
Apro la finestra e comincio a salire sulla scrivania per agevolare la fuga. Mi giro per salutare Anne e per controllare che fosse ancora lì, ma non c'e' solo lei, dietro di essa capeggia un soldato oscuro da cui esce lo stesso fumo nero che usciva dal mio corpo quando mi ero fatto male.
Ha una maschera dorata ma quella era l'unica cosa lucente in quel corpo non considerabile "umano"(immagine di copertina del libro, per chi non avesse fantasia). Le cose si stavano facendo davvero strane.

"Non lo avrai mai Therox!" disse Anne mentre sbatte la porta a quello che sembra essere un certo Therox.

Dopo che ha sbattuto la porta, Anne si siede sul letto e fà uscire dal suo polso destro una lama di una luce bianchissima, simile alla luce che  vidi al bar.
Anne impugna la lama mentre Therox sfonda la porta con un calcio. Il vecchio portone di legno vola dritto verso di me, ma Anne interviene e la taglia in due con la sua lama che emana una luce fortissima, quasi Angelica.

"Appartiene a noi il ragazzo",disse Therox, ha una voce abbastanza roca, ma intuii che era a causa della maschera.

"Si, ma lui è sotto la mia protezione e quella degli angeli, voi non potete averlo!" urla Anne avvicinandosi a me come un animale farebbe con il suo cucciolo.

Io però rimango immobile, sono paralizzato dalla paura di questa situazione. Non mi fa' tanta paura Therox, ma quello che non riesco a capire, mi fa' paura l'ignoto di questi avvenimenti.

"pensi che una Spartaka mi possa fermare? Hahahaha" la risata malvagia di quel mostro fà scaturire una lotta tra mia madre e Therox.

Anne si butta su di lui con la spada sguainata, puntando alla gola del mostro, ma lui, veloce,sguaina a sua volta una spada da cui fuoriesce fumo nero, che ormai non mi impressiona neanche più, ci ho fatto l'abitudine. Therox devia il colpo della spada di Anne, e cosi' comincia un duello di spade destinato a non finire, fino a quando dal corpo di Anne non comincia a uscire fumo bianco, uguale a quello di Therox ma di colore differente. Le unghie cominciano a crescergli e a rafforzarsi, gli spuntano dei denti  lunghi e appuntiti.

"Oh, angioletto mio credi di farmi paura?" ironizza Therox mentre il fumo nero che esce dal suo corpo aumenta.

Anne si lancia contro di lui, Therox devia il colpo della spada bianca che va ad incastrarsi nella parete di legno. A quel punto il mostro dal fumo nero approfitta del momento e penetra la pancia di Anne con la sua spada nera. Urlo, emetto un suono muto e smorzato dalla paura. La punta della lama esce dai capelli di Anne legati dietro la schiena con una lunga coda. Mia madre si accascia a terra priva di sensi. Una cosa di cui non mi accorsi subito era che Anne non perse sangue..

"Seguimi, dobbiamo andare adesso, prima che la gente di questa stupida cittadina esca di nuovo, e stavolta non basterà la venuta di un angelo per tenerli dentro casa" mi disse Therox un po' seccato.

"Angeli, spade, fumo nero...ma di che diavolo stai parlando? Che cos'è tutta questa roba? Oddio adesso svengo di nuovo..." dissi con un tono molto alto.

"Non urlare ti prego, adesso seguimi"

"Non ti seguo neanche morto, hai appena ucciso mia "madre"!" dissi abbastanza irritato e shockato.

"Non è morta e sai benissimo che non puo morire"

"ma che diavolo stai dicendo! Adesso chiamo la polizia! Tu hai bevuto un po troppo" sputai, e mi misi a cercare  il telefonino nelle tasche.

"speravo non bisognasse che arrivassi a questo.."disse nuovamente seccato Therox e mi colpì sulla nuca con l impugnatura della spada da cui usciva ancora fumo nero.

Con un grande tonfo caddi per terra, completamente privo di sensi.
Therox mi prese in braccio e mi portò via.

Markavas. La Verità. [#Wattys2016]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora