"Cara Elli,
mi dispiace di non essere li con te a chiederti come hai passato la giornata e a prepararti il pranzo, ma Elli cara lo sai che il lavoro che faccio è imprevedibile e oggi è successo un disastro in un teatro, vi è stata una sparatoria e ci sono stati molti feriti. È difficile anche per me Elli, non so se abbandonare il lavoro e dedicarmi a qualcosa di piú semplice, ma quando questi pensieri mi passano per la mente mi ricordo che non potrei mai farlo, questo lavoro mi serve per essere piú sicura di me, e per proteggere te. In frigo c'è qualcosa rimasto dal pranzo di oggi scaldalo e mangialo. Chiudi tutto a chiave mi raccomando e non andare a letto tardi, quando sarai immersa nei tuoi sogni io sarò arrivata.
Ti voglio un mondo di bene,
mamma♡."
Le lacrime mi scendevano una dietro l'altra. Accartocciai la lettera e me la strinsi al petto. Non sarebbe stata una nottata facile.
-sogno-
Un uomo si stava avvicinando a me. Farfugliava qualcosa, ma io non lo ascoltavo. C'era la mamma seduta a tavola. Teneva in una mano un coltello nell'altra un foglio. Mi avvicinai a lei e appoggiai una mano sulla spalla. Era fredda, ma respirava. Presi il foglio e iniziai a leggere
"Il tribunale ha quindi deciso che l'affidamento di Elizabeth Gilles va a.."
Non ebbi il tempo di finire di leggere che l'uomo mi afferrò e mi spinse via. Mi urlava parole incomprensibili. Troppo rumore. Tutto rimbombava. Mi faceva venire mal di testa. Troppo per me. Svenni.
-fine sogno-
Mi svegliai in un lago di sudore. Mi girava la testa. Corsi in bagno. Vomitai. La mamma mi raggiunse. Ero cosí spaventata, tremavo, e piangevo.
Tornata in camera mi accomodai a letto. Forse avevo finito le lacrime, non uscivano.
Non chiusi occhio quella notte. Ripensavo continuamente a quella lettera, a chi fossi stata realmente affidata, ma soprattutto se quella lettera fosse vera. Alle 8 la sveglia suonò e la mia voglia di andare a scuola era alle stalle.
L'unica cosa che mi rallegrava un po era Mattew.
M: Elizabeth!
E: Oh ciao mattew!
Sorrisi e lo abbracciai. Ne avevo bisogno in quel momento.
Quando arrivammo in classe, la preside mi guardava soddisfatta.
Mi schiarí la voce e le porsi un saluto. Con tutta calma mi rispose
Preside: Allora, Elizabeth Gilles...
La gola si seccò, e lo stomaco si capovolse
E: Mi dica preside.
Ero nervosa si vedeva.
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Elizabeth
FanfictionUna storia piena di conflitti, gioie immense, situazioni scomode, problemi personali ma soprattutto amori conttracambiati e non. Solo chi leggerá questa storia potra scoprirli.