fragment of destiny

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Le lacrime salate mi rigavano il viso,mentre un continuo susseguirsi di ricordi avanzava nella mia mente.
I tremila momenti,baci e quant'altro stavano per essere dolorosamente archiviati nella "memoria profonda",nella speranza di non essere ricordati.
Ora mi ritrovavo nuovamente su un posto d'autobus ,con la mente e il corpo stanchi e le lacrime in procinto di sgorgare a dirotto ,come una fredda pioggia di Novembre .Arrivata a casa non so precisamente cosa sia successo,so solo che Morfeo mi prese in ostaggio e oscurò i miei sensi e la mia mente per numerose ore;fin quando uno fastidioso e odioso suono di campanello interruppe la mia quiete.Era mia madre,Carmen,che fuori alla porta dell'ingresso,impaziente ,stanca e notevolmente arrabbiata aspettava che l'aprissi.Come entrò ,come si suol dire me ne disse di tutti i colori da"Porca di quella puttana Ginevra ma la testa dove la hai"  a "sei un Irresponsabile di merda".Mentre parlava e con tono furioso e al quanto violento mi minacciava o meglio "mi faceva la predica su tutte e quarantaquattromila cose che non andavano in me e in generale ",io la osservavo oltre che con immancabile timore di un eventuale ceffone,ma anche con strano interesse;aveva un modo tutto suo,nel gesticolare,nel suo muoversi freneticamente per la casa ,nel suo mettersi le mani nei suo folti e un pó rovinati capelli neri,insomma  nel suo  essere "Mamma "con me.
Finita la litigata entrambe ci dividemmo ,e arrivata la sera come se niente fosse accaduto,aprimmo la porta a mio padre ,quale con il sorriso sulle labbra ci pregava di andare a mangiare un sano e gustoso panino,in una paninoteca  non distante da casa.
Con scarsa voglia,mi preparai velocemente senza soffermarmi molto sul trucco e il vestire;mi fiondai ,a quel che ricordo,immediatamente su una canotta e una camicetta molto usati da me,dopodiché mi infilai il pantalone e le scarpe e con passo rapido e diretto uscii di casa insieme ai miei

genitori ,per poi salire in macchina e arrivare nel luogo stabilito.
Arrivati,ci sedemmo al solito posto ,ma questa volta era diverso,c'era qualcosa di particolare ..
In modo dettagliato e alquanto concentrato un ragazzo al tavolo affianco mi guardava incuriosito e abbastanza strano;per non fare troppi giri di parole,sembrava quasi che mi stesse studiando attentamente ,come se fossi un espressione o un problema di aritmetica da risolvere.Imbarazzata e intimidita abbassi ripetute  volte lo sguardo ,nascondendo la  risata e il rossore delle mie guance ,quali mano mano si facevano sempre più strada sul mio viso.Anche io guardai quello sconosciuto inquietante .
Aveva occhi abbastanza scuri , tendenti al marrone inteso e i capelli color rame ,non sapevo cosa mi stesse succedendo ,so solo che uno strano pensiero di abbracciarlo mi persuadeva la mente .Nel frattempo però non avevo toccato cibo così mi affrettai nel finire il piatto.Dopodiché me ne andai e pensai tra me e me se forse quel ragazzo mi avrebbe mai cercata .l'idea però venne subito scacciata via,e al suo posto i pensieri rivennero secondo dopo secondo nella mia mente contorta.

the endless chain of MurphinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora