Capitolo 2.

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Il giorno dopo era una domenica ed io ero ancora a letto quando ricevetti la sua telefonata, sentii vibrare il telefono, ma essendo ancora immersa nel sonno non risposi e lasciai il  telefono a vibrare sul comodino. Verso le dieci, appena sveglia, lo richiamai e lui rispose dopo qualche squillo. "Buongiorno amore, scusa se ti ho chiamata stamattina", ancora assonnata risposi "Buongiorno anche a te, anzi scusa me per non aver risposto, ero troppo stanca.", dopo un po' di esitazione e rispose "Volevo chiederti se andavamo a fare colazione insieme e poi ci facevamo un giro, per continuare a pensare a ieri sera ho bisogno di stare con te.",  incredula per ciò che le mie orecchie stavano sentendo risposi "Amore che sei dolce, scusa, ma non posso proprio devo andare a prepararmi, ho la messa da cantare, ci sentiamo appena torno, un bacio." sospirò e rispose "Va bene amore, allora ci vediamo pomeriggio, un bacio." e staccai la chiamata. Con i pensieri a lui mi alzai e mi cominciai a preparare, andai a fare colazione con un cornetto alla nutella e un bicchiere di spremuta all'arancia e salii in camera per truccarmi e vestirmi decentemente. Alle undici appena pronta mi incamminai verso la chiesa e, finita la messa dopo un'oretta, tornai a casa. Al mio ritorno mi sedetti a tavola, augurai buon pranzo alla mia famiglia e cominciammo a pranzare. Un'ora più tardi avevo già cominciato a studiare così da poter uscire  con Marco e i nostri amici. Era una giornata con poche nuvole e il sole spendeva in cielo, verso le tre del pomeriggio, finiti i compiti, con mia sorpresa, suonarono al citofono, mi affacciai al balcone e vidi Marco sotto casa mia che mi aspettava; diedi un bacio a mia madre, presi gli occhiali  da sole e la borsa e scesi di corsa le scale per non farlo aspettare.

Erano appena cominciate le vacanze pasquali e avevamo più tempo per stare insieme se finivamo di studiare in tempo e quindi potevamo anche uscire presto il pomeriggio. Quel pomeriggio fu il primo che uscimmo mano nella mano, mi sentivo bene e anche amata, mentre camminavamo mi chiese "Ti va se andiamo a prendere un gelato? Devo sdebitarmi per ieri." mi misi a ridere e subito risposi "Va bene amore, ma non devi sdebitarti di niente, ieri è stato un piacere passare la serata con te." Staccò la sua mano dalla mia e posizionò il suo braccio sulle mie spalle e continuammo a camminare, mi sentivo al sicuro tra le sue braccia, ci incamminammo verso il bar e arrivati ordinammo i due coni e nel mentre che io prendevo i coni lui andò a pagare, così per giocare, quando scendemmo alla villa presi la mia panna con un dito e gliela spalmai sul naso, nel frattempo arrivarono i nostri amici e ci trovarono seduti sulla panchina a ridere come due bambini. Andrea allora cominciò a ridere animatamente con Lorenzo e vennero verso di noi "Ei, la prossima volta avvisate che uscite prima.", Marco allora continuando a ridere rispose "Si certo, dovevo ripagarla per ieri sera." e continuammo a giocare, dopodiché ai ragazzi venne la brillante idea di impedire ai bambini di giocare e quindi salimmo sull'altalena e sugli scivoli a giocare come quando eravamo piccoli e mi sembrò di tornare a quando avevo tre anni, senza pensieri, quando l'unica preoccupazione era quella di macchiare i vestiti con il fango quando cadevamo a terra, mentre adesso stavo per lasciare le scuole medie e avevo accanto un ragazzo che mi amava.

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