Gli ultimi pomeriggi di scuola li passammo al mare a ripassare per gli esami, neanche fossero stati esami di stato, ma a quel tempo non capivamo che sarebbero stati facilissimi. Marco prese il motorino, ma all'inizio non poteva portarmi poiché i miei genitori avevano un pò di timore, le prime giornate di mare furono le più strane, più che mare erano giornate di sole e studio, studio e sole continuo, fino al due giugno, giorno in cui decidemmo di fare qualcosa di diverso e salimmo in montagna per la festa medievale e ci divertimmo moltissimo, anche se faceva molto caldo, io e Marco camminavamo mano nella mano e io tenevo la sua felpa, mentre quando tornammo in macchina con i ragazzi io mi addormentai e mi levò la felpa, cominciava a fare caldo, quella di una delle giornate che io ricordo meglio, fecimo anche la nostra foto preferita, una con le facce buffe, tanto che appena fatta ci mettemmo a ridere. I giorni passavano e gli esami si avvicinavano, ma non quanto i problemi tra di noi, i pomeriggi a casa di Lorenzo erano sempre gli stessi, con me, Lorenzo e Andrea alle prese con la matematica e Marco a giocare alla play. Fu così fino al sei di giugno, quel giorno feci pace con uno degli amici che avevo avuto sin dall'infanzia, ma con il tempo ci eravamo allontanati e in quel periodo tornammo ad essere come prima, anzi molto più uniti, passava i pomeriggi a casa mia e ripetevamo a turno i nostri argomenti, provammo a fare dei bozzetti per i temi di italiano e lui ne fece uno che non mi fece vedere subito, ma qualche giorno dopo. Io e Marco, nel frattempo, non andavamo molto d'accordo, a causa del suo migliore amico Donato, che, ancora innamorato di me, non riusciva ad accettare la nostra relazione e riuscì a farci lasciare, fu uno dei giorni peggiori, poiché quella sera avremmo avuto la cena di classe con i professori, essendo l'ultimo anno di medie. Mi preparai al meglio, misi la tuta nera, quella che piaceva tanto a lui, le zeppe nere e definì bene i miei ricci, dopodiché mi truccai un pò, non volevo esagerare, sapevo che sarei scoppiata a piangere. Arrivata al ristorante tutti mi fecero i complimenti, ma lui non era ancora arrivato, avevo ancora il suo bracciale e giocavo con esso, finchè non alzai lo sguardo e lo vidi li, era più bello del solito, indossava una camicia bianca, dei pantaloncini e delle scarpe blu, semplice, ma, come sempre, aveva quel fascino che mi aveva rapita. Cominciai a massacrare il mio braccio, non riuscivo a vederci così vicini, ma allo stesso tempo così distanti, finché non scattati a piangere e corsi in bagno, la professoressa di matematica mi seguì, si fece spiegare il tutto e mi disse di lasciarlo stare perché si sapeva che i maschi sono sempre stati stupidi e non capiva cosa si stava perdendo, una ragazza d'oro come me; la prof riuscì a farmi tornare il sorriso, sistemai il trucco e uscì dal bagno, lei andò da Marco e gli diede un leggero schiaffo, tanto che lui si girò e vide me con il naso rosso e gli occhi lucidi, tornai al posto e continuai a mangiare, alla fine della cena leggemmo le lettere per i professori e lui rideva con i nostri compagni, mentre io stavo in un angolo a guardarlo ridere. Il nostro professore di sostegno allora lo prese da parte, perché vide la mai espressione triste e la sua e gli parlò, dopodiché Marco, venne da me e mi chiese scusa, mi misi a piangere e lo abbracciai, lui sistemò la sua testa tra i miei capelli, io mi misi sulle punte e cercavo di stringerlo più che potevo. Ero tornata ad essere felice, anche se per poco, poiché un nostro compagno aveva già detto tutto a Donato che si era presentato furioso fuori dal locale, io rimasi dentro con le mie amiche, mentre Marco e mio cugino uscirono da lui, ebbero una lite in cui Marco non sapeva che dire e mio cugino continuava a dire che non poteva farci niente, perché mi amava e non poteva stare agli ordini di un suo amico perché lui ancora provava qualcosa per me.
Tre giorni dopo cominciarono i, così tanto temuti, esami scritti e io cominciai ad avere le prime crisi, tanto da non riuscire a respirare la notte e a ritrovarmi seduta sul letto a piangere nel sonno.
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You are art.
RomanceQuesta è la storia del mio primo amore, non credete che sia la solita storiella semplice semplice, non è affatto così, ma non vi svelo nulla, vedrete tutto andando avanti. Buona lettura. xxlilj