Capitolo 1 - Fuga

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Ciao a tutti!! Premetto che la storia non è del tutto mia, ma è tratta da uno dei miei film preferiti Accadde una notte, il film che ha inaugurato la stagione della commedia romantica americana. Quindi il merito va al regista Frank Capra e all'autore del soggetto Samuel Hopkins Adams, che essendo entrambi morti già da un po' non potranno accusarmi di plagio. Per rispetto ho messo il titolo del racconto originale, però.
Detto questo, da qualche tempo volevo trasformare questo capolavoro in una storia Larry, per cui alla fine mi sono decisa. Una menzione speciale alle mie amiche lappi88 e Tomlinformica per i consigli e l'incoraggiamento.
P.S. Non sono una scrittrice e non pretendo di esserlo. Ho scritto questa storia perché mi andava di farlo.
Grazie e buona lettura.

Bloccata.

Avrebbe dovuto aspettarselo. Louis imprecò sottovoce e frugò nel portafogli in cerca di un'altra carta di credito, cercando di non farsi notare troppo dai passanti.

Bloccata anche quella.
Cazzo.

Suo padre non aveva perso tempo, aveva bloccato l'accesso a tutti i suoi conti, certo che questo l'avrebbe convinto a tornare indietro. Ma Louis era intenzionato ad andare fino in fondo, non voleva dargliela vinta. Voleva dimostrare a suo padre che si sbagliava su Liam e per raggiungere il suo scopo era disposto a tutto, anche a scappare di casa.
Controllò quanto denaro aveva con sé. Poco più di cento dollari e qualche moneta sparpagliata nelle tasche. Gli scappò un ghigno. Mio padre è uno degli uomini più ricchi del paese e io sto scappando di casa praticamente al verde, pensò. Bravo Tomlinson. Sei proprio in gamba.
Del resto non aveva programmato quella fuga. Semplicemente dopo l'ennesima discussione, aveva deciso di tagliare la corda perché era stanco di litigare sempre per lo stesso motivo, ma soprattutto perché era abituato ad ottenere tutto quello che voleva da suo padre, e non riusciva proprio a capire perché quando si trattava di Liam il vecchio diventasse così inflessibile.

Louis aveva avuto una vita piena d'amore. Sua madre era morta quando lui aveva cinque anni, e suo padre aveva ricoperto il ruolo di genitore nel miglior modo possibile. Mark Tomlinson era un magnate dell'editoria, possedeva una delle più influenti testate giornalistiche degli Stati Uniti, era azionista di maggioranza delle più importanti emittenti radio e TV; era ricco e potente, ma era nato povero e aveva lavorato sodo per arrivare a quel punto. Questo non gli aveva fatto dimenticare l'importanza dei veri valori, e aveva fatto del suo meglio per far sentire amato il suo unico figlio; nonostante lo avesse lasciato spesso alle cure della tata a causa del suo lavoro, sapeva di aver costruito un rapporto vero e profondo con lui, tant'è che quando il ragazzo si era reso conto di essere omosessuale non aveva esitato a parlargliene. Mark non aveva fatto una piega. "L'importante è che non diventi vegano", gli aveva detto ridacchiando.

Non aveva quel tipo di pregiudizi, conosceva abbastanza bene l'umanità e le sue miserie da sapere che di amore non ce n'è mai abbastanza. In più era un uomo molto pratico. Ciò che gli importava più di qualunque altra cosa al mondo era che il suo Louis fosse felice e conoscendone il carattere sapeva che, chiunque fosse riuscito nell'impresa, sarebbe stato un santo. Non era il caso di fare lo schizzinoso sulle preferenze sessuali.

Per questo Louis non riusciva a capire perché si opponesse al matrimonio con Liam. Ne era innamorato e sapeva che era l'uomo giusto per lui. Perché suo padre non poteva accettarlo? Ripensò alla discussione avuta la sera prima, identica a decine di altre, tutte con lo stesso tema:
"Liam Payne è un'idiota! Un arrampicatore sociale in cerca di fama e denaro!! Non ti permetterò di sposarlo solo perché vuoi dimostrare che mi sbaglio!" Era il leit-motiv di Mark.
"Io lo amo!! E lo sposerò! E nessuno potrà impedirmelo, tantomeno le tue argomentazioni del cazzo!!"

In un primo momento Mark aveva preso alla leggera la storia tra suo figlio e quel bellimbusto. Da bambino Louis si stancava subito dei giocattoli e ne voleva sempre di nuovi, e crescendo aveva mantenuto questa abitudine con i vestiti, con le macchine e con i ragazzi che frequentava. Era irrequieto, sempre alla ricerca di qualcosa, mai contento, come se un senso di insoddisfazione non lo abbandonasse mai. In più Mark sapeva che era sufficiente vietargli qualcosa per farlo incaponire fino a che non l'avesse ottenuta. Ma tutto questo si poteva attribuire alla giovane età e alla vita molto privilegiata che conduceva. Aveva conosciuto Liam Payne all'inaugurazione di un nuovo locale a Miami, una di quelle occasioni per modelle e cacciatori di dote per farsi notare dai VIP. Louis era un bocconcino succulento per i paparazzi, sempre pronto ad alimentare le cronache rosa con l'attore o il modello del momento, sempre dentro e fuori dai locali più alla moda, spesso in condizioni non proprio perfette. Mark sapeva che suo figlio dopotutto era un bravo ragazzo, ma aveva vent'anni ed era molto ingenuo e molto ricco. Era perfettamente normale qualche trasgressione con l'alcol o la droga e comunque il più delle volte, grazie alle sue conoscenze, riusciva a evitare che venissero pubblicate le foto più imbarazzanti.
Dall'altro lato Mark Tomlinson aveva tanti nemici nell'ambiente dell'editoria, e sapeva che suo figlio era una facile preda. Louis era bellissimo; esile e minuto ma proporzionato, i lineamenti delicati e gli occhi azzurri più belli che si fossero mai visti. Non aveva problemi a uscire con chiunque volesse, nessuno gli diceva di no. Ma il suo carattere capriccioso e la sua completa incapacità di considerare che esistevano altre persone oltre a lui al mondo, facevano sì che i suoi flirt non andassero oltre un paio di uscite.

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