8. Riabilitazione

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Come Lisa si sentì nelle settimane successive, potete immaginarlo da soli.

La ragazza contò uno per uno i giorni trascorsi in ospedale: 22.

Ormai era stufa di quella stanza e delle pareti bianche.

Fortunatamente, non era più da sola.

Il settimo giorno il primario del reparto era infatti andato a chiedere a lei e ai suoi genitori se avesse potuto sistemare nel letto a fianco al suo un ragazzo che era stato ricoverato d'urgenza, e che nessuno sapeva dove mettere perché il reparto nel quale sarebbe dovuto andare era pieno.

Lisa non faceva fatica a fare amicizia, e neanche con il suo nuovo compagno di stanza fu diverso.

Si chiamava Luca, aveva 13 anni, e si trovava lì a causa di un grave incidente in bicicletta.

Si era rotto entrambe le braccia e gampe, non poteva praticamente muoversi, e aveva preso un grave colpo alla testa, poveretto.

Quando Lisa non faceva riabilitazione, i due chiacchieravano amabilmente, parlando del più e del meno, come due amici che escono a farsi un giro insieme.

La ragazza si era poi divertita ad andare a giocare con i più piccoli del suo reparto... adorava i bambini, e non sopportava vederli in ospedale, perché lei almeno aveva avuto un'infanzia normale.

La dottoressa che la seguiva si chiamava Laura.

Era una donna sulla quarantina, fine, dal carattere tranquillo e affabile.

Lisa non l'aveva mai conosciuta prima, perché Laura si occupava solo dei pazienti interni all'ospedale.

La sua terapia consisteva nel movimento delle braccia, e soprattutto delle gambe.

Per i primi dieci giorni la ragazza non era riuscita a stare in piedi, e i medici temevano che dovesse rimanere sulla sedia a rotelle.

L'undicesimo giorno di riabilitazione Lisa ce l'aveva però fatta ad alzarsi, anche se per pochi secondi, e la speranza era tornata nei suoi genitori e nel cuore di Daniele, che si era rifiutato di andare a scuola 22 giorni senza la sorella.

La mamma e il papà non glielo avevano impedito: Daniele era un bambino ben educato e ubbidiente, ma sapevano che non sarebbe riuscito a controllare le sue emozioni a scuola, accanto a tutti i compagni che magari lo avrebbero pure preso in giro perché sua sorella era malata.

Inoltre Daniele a scuola non si trovava molto bene: studiava ed era intelligente, ma i compagni lo consideravano uno straniero, nonostante i suoi genitori fossero italiani.

L'unica volta che il bimbo aveva cercato di fare amicizia con dei compagni cinesi, che vedeva uguali a lui come aspetto fisico, quelli lo avevano trattato male, soprannominandolo poi il "wài guó rén", che in lingua cinese vuole proprio dire "straniero".

A Daniele però piaceva andare a trovare la sua sorellona in ospedale: era riuscito pure a fare amicizia con un'adorabile bambina ricoverata da quasi tre mesi per un tumore.

Durante quelle settimane, Lisa si era sentita molto giù, e parlare con Ashton-Roberto le piaceva molto.

Aveva raccontato anche ai suoi genitori del suo nuovo amico telefonico, e loro non avevano detto niente a riguardo; si fidavano della figlia e sapevano che avrebbe sempre fatto attenzione.

Un giorno, Ashton chiamò Lisa mentre era in camera con Luca, e lei rispose.

Il suo compagno di stanza la sentì parlare di tatuaggi, musica rock, maglie nere con teschi, scarpe borchiate "comprate l'altro ieri" e tinte colorate ai capelli.

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