Correnti emozionali

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Il sole doveva ancora sorgere. Erano le 5.30 del mattino ed Harrison Wells indossò pantaloncini e maglietta, allacciò le scarpe da ginnastica, e uscì per la sua corsa mattutina. L'aria fresca sul viso era un beneficio necessario. Ne aveva bisogno per cancellare i pensieri della serata precedente, o almeno cercare di fare chiarezza.

Mentre correva ascoltando solo i rumori della natura attorno a lui e i suoi passi sul terreno, le immagini che apparivano davanti agli occhi erano sempre gli stessi, anzi nello specifico uno solo: Caitlin.

Era convinto che fosse stata colpa della stanchezza e dell'alcool, ma al risveglio si era ritrovato esattamente al punto lasciato prima di addormentarsi.

Cercò di liberarsi la mente aumentando la velocità della corsa, sperando di seminare i pensieri dietro di lui.

Al ritorno a casa, fece una doccia e alle 7,30 era nel suo ufficio a controllare i programmi della giornata.

Non c'erano stati altri avvistamenti di metaumani e questo gli permise di riprendere a studiare un algoritmo, soprattutto perchè non era ancora arrivato nessuno.

Era preso dai suoi calcoli e non sentì subito che qualcuno bussava alla sua porta.

Quando sentì la voce ebbe un piccolo sussulto e si girò restando a guardare la persona che aspettava il suo consenso per entrare nell'ufficio.

"Buongiorno dottor Wells, posso entrare?" disse con voce bassa la dottoressa Caitlin Snow.

Il suo volto era serio e indossava occhiali scuri. Probabilmente aveva traccia della serata precedente e voleva nasconderla.

Indossava un maglioncino beige e una gonna. Semplice ma elegante, come sempre.

"Prego Caitlin, accomodati" la invitò Wells mentre si staccò dalla lavagna e posò il pennarello sulla scrivania, restando in piedi.

"Le ho portato il suo caffè doppio. Ho visto che la sua auto era già nel parcheggio per cui...ecco" Caitlin era imbarazzata mentre gli porgeva la tazza con la bevanda fumante.

Harrison Wells allungò la mano e prese la tazza calda di caffè, sfiorando così la mano della dottoressa Snow. Un brivido lo percorse lungo la schiena. Si schiarì la voce prima di parlare.

"Grazie, ne avevo davvero bisogno. Quello di stamattina ha già svanito il suo effetto. Tutto bene?" intanto guardò l'orologio. Erano quasi le 8.30. Caitlin era sempre puntuale.

"Vorrei scusarmi per ieri sera dottor Wells. Ricordo il karaoke e poi la memoria mi riporta alla mente solo il suo sguardo serio e arrabbiato su di me, per cui credo che devo aver detto o fatto qualcosa di imbarazzante o poco adatto, per cui, anche se non ricordo, le chiedo infinitamente scusa e le posso assicurare che non capiterà più". Il suo dispiacere traspariva dalla voce e dall'espressione facciale.

Lo colpì che lei ricordava solo il suo sguardo serio e...arrabbiato verso di lei. Non credeva che non fosse riuscito a trattenere la rabbia sul volto quando Barry si era proposto per accompagnare lui Caitlin a casa, ma evidentemente non si era controllato.

Per un secondo pensò a cosa fosse successo tra loro unavolta che erano arrivati a casa, ma bloccò subito il pensiero e si concentrò su Cailtin che era in piedi davanti a lui in attesa di una sua risposta.

"Non devi preoccuparti Caitlin, non è successo nulla di grave. E' stata una serata divertente e ne avevamo tutti bisogno. Ero solo preoccupato per te e ..... spero che Barry ti abbia portato subito a casa" aggiunse l'ultima frase per capire come era finita la serata tra loro. Il suo respiro si fermo per qualche istante prima della risposta della dottoressa Snow.

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