Capitolo 1.

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Liam scrutó la sua immagine riflessa nello specchio  situatosi nell'anta nell'armadio:

Aveva i capelli castano chiaro e riccioluti mediamente lunghi, portati a coprirgli la bassa fronte.

Le sopracciglia erano un po' doppie e scure e sotto di esse,  c'erano gli occhi sottilissimi, quasi parevano occhi d'un asiatico, sembravano essere  chiusi sempre in due fessure e questo si notava soprattutto quando li assottigliava per i raggi solari o la troppa luce.

Le iridi erano di un  color nocciola con paiettature miele e gialle, semplicemente occhi stupendi contornati da folte e scure ciglia.

Il profilo si estendeva mostrando il suo piccolo naso leggermente all'insù  e a patata.

Le guance  erano molto paffute e  non gli erano mai piaciute, rendevano il suo viso molto grande, inoltre sul  finire  della guancia sinistra aveva una macchia, come una voglia, però non dava molto all'occhio.

Infine in sù del rotondeo mento, si trovavano le sue rosee labbra, molto carnose nonostante il labbro maggiore fosse più  sottile e delineato a cuore.

Aveva un leggero cenno di doppio mento, ma non si notava molto, il collo corto e ampio e le spalle molto grosse, avendo una corporatura massiccia.
Le braccia erano piene e i palmi grandi, con le dita  grassocie e dalle unghie mangiucchiate.

La pancia aveva un rigonfiamento e i fianchi erano molto larghi e coperti da una grossa felpa nera che pareva ingrossarlo di più, ma che lo faceva sentire più  coperto.

Infine degli skinny  jeans neri, risaltavano le sue curve e le grosse gambe e delle converse nere completavano il suo outfit.

Gli piacevano i vestiti che indossava, ma non come stavano su di lui.
Aveva sempre avuto problemi con il suo fisico, non era un quasi quindicenne obeso, non aveva nessuna patologia fisica, ma era leggermente grasso e lo era sempre stato fin da bambino.
Con  la crescita aveva iniziato ad odiare il suo corpo e quindi se stesso.

Aveva riscontrato molti  problemi nell'interagire con gli altri, fin da bambino.

Aveva  solo un carattere  troppo audace e la parlantina facile, ma la gente lo estraniava sempre da tutto, perché  era grasso.

Con gli anni, aveva imparato a parere indifferente agli insulti, ma ogni tal volta che qualcuno iniziasse a dire qualche cosa stupida sul suo peso, sentiva come una stretta allo stomaco e le lacrime pizzicargli gli occhi.

Aveva imparato a cercare di stare il più lontano possibile dalle persone, loro erano  sempre stati i portatori sei suoi demoni, dei suoi complessi.

Era cambiato ancora una volta per risultare diverso, ma quei chili di troppo, lo facevano sentire sempre lo stesso.

Sempre quel ragazzino che anche inconsciamente, la gente guardava in modo schifato.

Sempre quel debole ragazzo dalle lacrime  facili e dall'animo sensibile, che avrebbe voluto aiutare tutti, ma che non aveva nessuno su cui fare appoggio.

Quel giorno sarebbe stato il suo primo di Liceo.
Aveva dovuto riscontrare molti cambiamenti, e la cosa gli era parsa molto difficile.

Aveva aspettato quel giorno con ansia e agitazione, con una mancanza al petto e un vuoto a perforargli l'anima, per tutti i tre mesi estivi.

Non ci sarebbe stato più  il suo migliore amico al suo fianco adesso e tutte le persone di cui aveva imparato le abitudini e come comportarsi, erano scomparse.

La verità  era che aveva paura, una tremenda paura, un velo di preoccupazione in sé, aumentava al suo essere consapevole di cambiamenti.
Doveva affrontare cose nuove, pareva essere una sciocchezza, ma per lui era una sfida interiore.

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