III parte

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III Parte




Quando Zayn alza il pugno con l'intento di bussare alla porta dell'amico Harry, non ha idea di aver fatto un così tale rumore con il suo passo lento, anche perché non peserà nemmeno sessantacinque chili, eppure si ritrova con una mano alzata in aria per nulla e una porta spalancata con irriverenza, che quasi lo spaventa. Sgrana gli occhi e prova a dire qualcosa e si domanda se sia un caso che Harry gli abbia aperto ancor prima del suo annuncio, ma l'aria affannata e gli occhi attenti e folli dell'amico gli destano il sospetto che ci sia qualcosa che non va. E non va, davvero. Harry dice «Ah, sei tu» e lo lascia entrare esasperato.

«Grazie, non ti entusiasmare troppo, dovessi pisciarti addosso per la contentezza...!» ribatte lui, entrando con un sorrisetto molesto, guardandosi subito attorno. La casa ha tutta l'apparenza di essere a posto. «Chi doveva essere, che non hai aspettato nemmeno che bussassi alla porta?» domanda, voltandosi a guardarlo mentre afferra dal pacchetto di sigarette una marlboro che subito raggiunge la sua bocca. Harry lo guarda in cagnesco e subito gli indica la finestra, dove lo accompagna per cortesia. Odia la puzza di fumo e molesterebbe l'amico sui mille motivi per cui dovrebbe smettere, ma ad un certo punto della sua vita si è reso conto di essere un rompicoglioni con questo atteggiamento e quindi si limita solo ad occhiatacce e a invitare le persone a fumare all'aperto.
Appoggiati al cornicione del modesto balcone, Harry guarda un punto indecifrabile in lontananza mentre Zayn guarda lui. È preoccupato.
Il loro rapporto è qualcosa di indescrivibilmente complicato. Sono amici ma non se lo sono mai detto. Lo sanno. Quando si sono conosciuti hanno provato ad uscire insieme, rivelandosi troppo belli per poter effettivamente funzionare. In realtà, erano troppo simili nelle cose giuste e troppo diversi in quelle sbagliate. E, si sa, in amore questo non funziona mai. Però si son trovati e d'istinto non hanno voluto perdersi, perciò si son legati l'uno all'altro a tal punto che in ogni momento difficile di uno è quasi raro che l'altro non sia presente.
Zayn è incline a comprenderlo meglio di chiunque altro, dopo così tanti anni al suo fianco, e capisce che in quel momento Harry sta affrontando qualcosa che lo sta radicalmente cambiando, e le opzioni sono o in meglio o in peggio.
«Testone, vuoi dirmi che ti sta accadendo?» insiste. Harry ritrova i suoi occhi caldi e rassicuranti e gli sorride. «Stavo pensando che se sei venuto senza nemmeno avvisare, vuol dire che la situazione è grave...» premette il ragazzo, con aria affranta. Sospira e si guarda le mani intrecciate davanti a lui che poggiano sul davanzale.
«Che cosa è successo?» domanda Zayn preoccupato. Quando si tratta di Harry, la questione grave può avere dei parametri veramente irregolari che vanno dalla morte di un criceto, al fallimento del proprio negozio. Eppure Zayn sa che c'è di mezzo l'amore. Perché è sempre colpa dell'amore, se si ha una faccia così affranta.
«Ho baciato l'uomo della mia vita e probabilmente non accadrà più perché gli faccio schifo...» si lamenta tristemente.
Zayn lo guarda per qualche secondo con sconcerto. Sono parole forti dette con un tono bambinesco che sfiorano l'assurdo. Gli scapperebbe perfino da ridere e un mezzo sorriso di tenerezza lo fa pure, ma si trattiene e buttando la sigaretta a metà, dopo aver tirato un ultimo tiro, abbraccia l'amico quasi con prepotenza, mentre Harry resta rigido con le mani incrociate al petto e l'espressione disperata in volto.
«Se lo hai baciato, perché dovresti pensare che gli fai schifo?» gli domanda, allora. Non è tanto per curiosità, né per tentare di camuffare la verità con stupide deduzioni tipicamente femminili. Un uomo sa quando non piace ad un altro uomo. Ecco, sì, ciò nonostante Harry potrebbe aver dedotto in modo errato a causa della sua inclinazione alla contemplazione viscerale delle sue paranoie a tempo indeterminato, ma Zayn lo lascia parlare anche solo per permettergli di sfogarsi. Così, Harry gli racconta tutto, evitando, ovviamente, il particolare che una volta Louis fosse Louise.
«Scusami, Harry, lo sai che non sono il genere di persona, ma fino a quello che mi hai raccontato ora, questo Louis sembrerebbe messo peggio di te» lo interrompe quando finalmente arrivano al famoso bacio. Harry annuisce e sospira sommessamente. «È dopo il bacio che ho capito che gli faccio schifo! Praticamente, una settimana fa ho chiesto gentilmente a Danielle-»
«La tipa di Louis» precisa.
«Sì, lei» ribatte celere Harry, mordendosi la lingua per quella fastidiosa precisazione. «Le ho chiesto se avesse potuto ritirarmi lei un pacco al mio posto perché invece di farlo recapitare in negozio, l'ho fatto inviare a casa. E, niente, lei mi dice di sì e quando alla sera sento bussare alla porta penso subito sia lei. Lo sai che io sto sempre comodo a casa, quindi mentre chiedo chi è, mi sto già infilando una maglietta... ma invece sento dall'altra parte chiamare il mio nome con quella voce affilata e in un modo così dolce, che... mi gela sul posto. Perché era lui, Zayn. Finalmente era lui. Per due notti non era riuscito ad addormentarmi, tormentato dal ricordo del suo odore in bagno, dal suo sapore nella mia bocca, che c'era anche se era solo parvenza... Insomma, ci eravamo baciati due giorni prima, io stavo già crollando nella follia per quel silenzio che era susseguito, ma finalmente potevo rivederlo e magari parlarne, discuterne, continuare... Così gli dico di aspettare e in tutta fretta mi infilo la prima cosa che trovo, in modo quasi convulso da aver attentato alla mia vita un paio di volte. Poi... quando vado ad aprire: nessuno. Trovo il pacco a terra e il rumore della porta dei vicini che riecheggia sbattendo assordante nei timpani. Perciò... Ti rendi conto? È scappato perché gli fa schifo anche solo guardarmi in faccia...»

Galeotta fu quella stella (by Soulmirrors feat VenerediRimmel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora