Il civilista

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25/03/2015

Quando sono entrato in quell'ufficio il mio primo pensiero è stato quello di uscirne al più presto, fa piuttosto rabbia il fatto che un posto sia abbandonato a se stesso.                                                                 

Dopo esser stato utilizzato per le elezioni è stato chiuso definitivamente , per come può essere chiusa una stanza con la maniglia rotta si intende. 

Quando si vive in comunità è probabile che un fondo possa servire a qualcuno, chissà , per una attività, un convegno, uno spettacolo, una yogurteria. Il Comune non si pone questi problemi, abbandonando tutte quelle stanze che possiede un po' qui , un po' là. Chi vive una situazione agiata, non si preoccupa di cosa succede attorno. All'interno della struttura è presente l'ambulatorio , privo di ogni mezzo necessario , semplicemente spoglio e probabilmente poco funzionale . Non c'è un pezzo di carta in questo posto , nè qui per appuntare il nome d'un utente, nè in bagno se il malcapitato anziano o il sottoscritto ne avesse bisogno. La porta del mio ufficio è scrostata, le pareti perdono l'intonaco e le cabine elettorali sono ancora dietro la mia scrivania, due blocchi enormi di metallo. La sensazionale scoperta d'un computer sotto un telo sporco mi ha portato a scrivere, a raccontare l'inefficienza di personale sulla carta competente, l'indifferenza soprattutto di persone attente solamente al proprio tornaconto.                                                                                                                       Acceso il pc, mi ritrovo di fronte la richiesta d'una password che nessuno ricordava, nè i precedenti ragazzi del servizio civile, nè il segretario comunale. Risolvo telefonicamente il problema, annotando un' altra inefficienza sulla lista nera.

La conquista più grande in questo ufficio è stata l'accensione del termosifone, in primo luogo mi era stato detto che io dovevo abituarmi agli orari del termosifone, penso la prima volta in cui un uomo si deve adeguare ai comodi di una creazione dell'uomo. Il tempo fuori dalla mia finestra anch'essa scrostata, non mi aiuta nello svolgere questo servizio, ma di questo perlomeno nessuno ne ha colpa. Credo che nella vita masticare l'amaro e digerirlo ogni volta non sia positivo , anche se questo va contro i propri interessi, penso sia meglio andare contro di questi che contro la persone che siamo interiormente.

Non dico che non si debba avere una misura, nè ostentato perbenismo nè nichilismo, ma certe volte in questo percorso dobbiamo fermarci e dire" questo non va bene".

Abito in un paese dove è possibile scoprire la vita di San Galgano, visitare la sua casa natale, le antiche porte che si affacciavano al fuori delle mura per accogliere mercanti e girovaghi che s'avventuravano su quest'alta propositura. Abito in un paese pieno di storia medievale ,e personalmente abito il punto più antico, un quasi millenario diamante di tempo e storia. Nessun passante adesso forse ne è a conoscenza , perchè non c'è insegna che indichi il bello , non c'è promozione e voglia di far conoscere all'altro le radici di queste case di pietra. L'indifferenza dilaga come i flutti del mare mosso invernale , sommergendo l'arte e il sapere , lasciando incurati gli edifici che sotto la polvere nascondo gli affreschi di secoli addietro . Il sindaco ostenta un patriottismo sfegatato , e non mostra nessuna vergogna quando le faccio presente che nel secondo ufficio in cui svolgo il mio servizio, la polvere sul soffitto è una lunga liana marrone di cui nessuno si è mai preoccupato.

Non pensavo ci fosse bisogno dell'arguta intuizione di un ventunenne affinchè qualcuno se ne accorgesse.

Dietro alle carte e alle tastiere di quei computer gli impiegati comunali tengono le teste chine , non abitano il paese , non vedono che il libero mercato dalla fruttivendola è stato preso troppo sul serio o che la coop posa per terra gli scatoloni dei prodotti da vendere.

C'è chi riderebbe ascoltando questi problemi, li paragonerebbe subito tronfio ai problemi dello stivale , chiamandole cazzate, sprezzando il paese nei confronti della nazione. Dov'è che nasce una crisi?

Nasce da più lati ; da quello di cui stanno parlando adesso economisti con previsioni da Nostradamus sulle prossime statistiche del PIL, da quello culturale, del quale vorrei parlare io, signor nessuno in questo paese d'indifferenza. Si dice che il turismo sia alla base degli introiti di ogni centro storico-rurale, pare un controsenso non incentivarlo o no? Si dice che se una persona viene accolta nel migliore dei modi , compresa , accompagnata , questa tenderà a soggiornare di più in un determinato luogo..o sbaglio? Sono deduzioni di cui è capace chiunque , non prendiamoci in giro. La vera presa in giro è che si mira al basso, all'abbietto , alla superficialità in ogni campo. In questo paese ci sono tre o quattro medici di base, i quali passando da un luogo a un altro fornisco consulenza ai pazienti. Ci sono frazioni nelle quali l'ambulatorio è composto da un banco e una penna, e a prima vista nessuno dei due è uno strumento medico. Col tentativo spero efficace di migliorare un po' le cose, inizio a togliere lo skotch dalle pareti , ad attaccare coi chiodi che trovo un po' di poesie qua e là nel mio ufficio.

Spengo la luce e chiudo la porta scrostata, domani girerò per questa piccolo frazione dalla quale scrivo , consegnando i volantini di questo servizio incivile.





26/03/15

Ieri pomeriggio sono stato in biblioteca, nell'ufficio della Pro Loco che si trova al suo interno. La biblioteca è un luogo che frequento raramente, in quanto mi piace leggere in solitudine, con nessun rumore di sottofondo. E' a mio avviso un bel luogo d'incontro, fra individui in cerca d'un manuale o d'ispirazione.

Nel salone principale ci sono due grandi librerie in legno, divise in molte sezioni fino ad arrivare al soffitto, imponenti e allo stesso tempo affascinanti riescono a catturare subito l'occhio del visitatore. Nello stesso salone ci sono computer situati poco sotto le finestre, due per l'esattezza, strumenti di un punto PAAS ancora in manutenzione. Dopo aver preso la chiave dal bordo rosso nell'ufficio apro l'ostica serratura di una stanza del corridoio, riaffacciandomi ancora una volta su scatoloni di libri da catalogare. Le librerie all'interno di questa stanza non sono di legno ma di metallo, molto funzionali data la loro suddivisione in più colonne.

Mi metto una mano sulla nuca come ogni volta che penso alle cose che non vanno e guardo sempre più scettico l'armadietto al centro della stanza con libri accatastati senza nessun ordine logico, senza nessun criterio ; Dal database puoi trovarli nella sezione " armadietto". Mi appoggio con le mani dietro alla schiena alla scrivania dove son poggiati altri libri, che non riescono a trovar un posto dove stare. Giro per la stanza e scopro dalla mia collega che anche l'ultima libreria, che non ho citato, dietro la scrivania è provvisoria e dovrà essere sostituita. Mentre ritorno a sedere al banco informazioni ripenso a tutti gli aiuti che non potrò dare, a quelle centinaia di libri senza scopo, fermi a prender polveri su scaffali di armadietti provvisori. Propongo allora alla mia collega di iniziare a catalogarli noi, a ristrutturare un po' questo servizio prestiti non proprio efficiente, ma neanche questa volta è possibile far qualcosa.

Non ci sono fondi per stampare cartine da dare ai turisti, non ci sono i programmi giusti per stampare targhette da appiccicare sul bordo dei libri, non ci sono soldi per comprare quelle librerie attese da più di un anno. Ci sono i problemi di una biblioteca rimasta chiusa a lungo , con registri andati perduti e poi ritrovati, con materiale informativo che non puoi vendere a un turista perchè non di tua competenza. Vi immaginate voi di trovarvi all'estero , in un ufficio informazioni desiderosi d'acquistare una cartina o una cartolina del posto da mandare ai parenti e non poterlo fare perché il vostro interlocutore non può vendervele?. Ovviamente nessuno piangerà per questo, una cartina e una cartolina si comprano dappertutto(o quasi) , ma quale sarà la vostra prima impressione di questo paese? Sicuramente disorganizzazione.

Spesso le piccole cose risultano fondamentali in un' economia ripetitiva e scontata. Economia globalizzata che ti permette di trovare tutto ovunque, non c'è più il tipico, non c'è più il caratteristico. Tutto viene riprodotto e contraffatto , privato della sua dimensione locale. Il primo ragionamento logico è di puntare sul lato umano, sulla disponibilità, cordialità, sull'organizzazione rapida e efficiente. Neanche questa può considerarsi un'idea innovativa, evasa anch'essa perchè richiede di uscire dalla superficialità, richiede un minimo di impegno e sacrificio.

Ottenere il massimo col minimo sforzo possibile, così si ragiona purtroppo.

Il civilistaWhere stories live. Discover now