Capitolo 3

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Appena sceso dalla nave il cielo si oscurò ed il mare cominciò ad ingrossarsi. Il vento tirava sempre più forte. <Legate bene gli ormeggi!> ordinai ai miei uomini. <Capitano, dobbiamo trovare un riparo per la notte, con questa tempesta è meglio non restare sulla nave> Lo guardai alzando un sopracciglio <E da quando i pirati hanno paura di un pò di mare grosso?> gli puntai l'uncino sul collo <Vergonati! Va a cercare qualche vivero per passare la serata, domani mattina faremo rifornimento come si deve>.
La notte passò abbastanza velocemente, considerando il putiferio che si stava scatenando di fuori. La mattina distribuii vari compiti alla mia ciurma per rifornire per bene il veliero, il viaggio che ci avrebbe atteso sarebbe stato a tempo indeterminato, mentre io mi apprestai a compiere il vero motivo per il quale eravamo andati li'. La locanda che stavo cercando era più sudicia di quel che mi era stato raccontato, cercai tra la gente una donna, bionda, occhi verdi. Non fu difficile trovarla; risaltava come un fiore tra i sassi. Mi chiesi come una creatura all'apparenza così delicata potesse essere finita così in basso. Si apprestava a bere un boccale di birra e a giudicare dall'odore che emanava non doveva essere il primo. <Ubriacarsi di primo mattino è deprimente persino per un pirata> la donna mi scrutò con i suoi occhi verdi, ma non so se vedeva me o era troppo ubriaca per aver capito anche che le avevo rivolto la parola <Dobbiamo parlare, e mi servi sobria, che ne dici di posare quel boccale eh? Campanellino.> A sentire il suo nome sembrò avere un momento di lucidità ma non appena provò ad alzarsi e a parlare cadde a terra svenuta. <Ci mancava solo questa> alzai gli occhi al cielo <guarda tu se devo portare una fata ubriaca sulla mia nave> me la caricai e la portai sulla nave. Ci vollero più di 8 ore prima che Campanellino smaltisse tutta la sbronza e recuperasse un pò di senno. Quando si svegliò le bastò guardare il mio uncino per rinsavire del tutto <Cosa vuoi da me?> gridò la fata. <Come? È questo il modo di ringraziarmi? Certo che voi fate siete proprio ingrate.> sorrisi prendendola in giro <Hai ragione, le fate sono tutte ingrate, e comunque io non lo sono più> abbassò lo sguardo. <Conosco la tua storia, ma adesso ho bisogno del tuo aiuto> <Aiuto? Un pirata feroce che chiede aiuto ad un'ex-fatina? Molto interessante..che cosa vuoi?>
Mi sedetti sulla sedia accanto al letto e cominciai a lucidare il mio uncino <Devo andare sull'Isola che Non C'è e ho bisogno di un fagiolo magico e so che tu ne possiedi ancora un pò> la fatina mi guardò seria <Anche fosse non vedo perchè dovrei dartene uno> disse scuotendo le spalle <Ti ho portato sulla mia nave e ti ho fatto smaltire la sbronza, direi che sei in debito con me> dissi <Me la sarei cavata benissimo anche da sola, come sempre>. Mi sedetti sulla scrivania <Ti offrirò un mezzo per andare all'Isola che Non C'è, in fondo, quella è casa tua, e per quanto terribile possa essere so che vuoi tornare a casa tua>. Era vero. Campanellino voleva tornare a casa sua, ma non perchè ne sentisse la mancanza, i libri custoditi nella sua casa l'avrebbero aiutata a recuperare le sue ali, in un modo o nell'altro. <Va bene, tieni> prese un fagiolo brillante dalla sua tasca e lo mise sulla scrivania <Però voglio sapere una cosa> disse guardandomi negli occhi <Tu sei scappato da li, perchè adesso stai cercando un modo per tornarci?>. La guardai alzando le sopracciglia <Peter Pan mi deve un favore, ed è venuto il momento di riscuotere>.
Campanellino mi guardò dubbiosa mentre lasciavo la mia cabina <Sto mandando i miei uomini a fare rifornimento, vai anche tu. Partiremo all'imbrunire> Campanellino scese dalla nave, sentiva qualcosa che non andava, ma ignorò il suo presentimento e si avviò a prendere delle provviste.
<Capitano, perché avete mandato la ragazza a prendere provviste? Abbiamo già provveduto noi questa mattina>
<Slegate gli ormeggi e tirate l'ancora. Partiamo ora>
<Ma Capitano, la ragazza con i fagioli magici non è sulla nave>
<Vi ho dato un ordine! Non mi pare di aver chiesto un vostro parere> presi dalla tasca il fagiolo che Campanellino aveva lasciato sulla scrivania, aspettai che il veliero fosse andato più in largo e lo gettai in mare, bastaroni pochi secondi e con un vortice si aprì il portale
<Tenetevi pronti!> mi diressi al timone <Verso l'Isola che Non C'è!>

Era arrivato l'imbrunire, Campanellino ormai aveva preso tutto il necessario e si stava dirigendo verso il porto. Quando arrivò però, non vide la Jolly Roger, al suo posto c'era un'altra nave, più grande del veliero di Uncino. <Quel bastardo mi ha ingannato! E io come una stupida che ho pure creduto alle sue parole!> Disse controllando nella borsetta i fagioli magici, na mancava uno! Qualcuno scese di corsa dalla nave e si mise a guardare freneticamente ogni parte, una folata di vento fece volare via il berretto che portava in capo rivelando lunghi capelli biondi. Quando la donna vide Campanellino le corse incontro <Scusami! Sto cercando una nave, la Jolly Roger, devo trovare una persona. L'hai vista?> chiese affannata. <Buffo> rise la fata <Era qui fino a poco fa. Vorrei trovarla anche io, così potrò strozzare con le mie mani quel bugiardo del capitano>
<Perfetto, potremmo cercarla insieme, hai idea di dove stesse andando>
<Certo, l'Isola Che non C'è> guardò la donna negli occhi <ma ci servirà una nave per andarci>
La donna guardò la nave dalla quale era riuscita a prendere un passaggio
<Tranquilla, un modo troveremo>
<Molto bene. Il mio nome è Campanellino>
<Io sono Emma>

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