Capitolo 4

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La limousine varcò i cancelli in ferro battuto e si fermò con eleganza nel parcheggio semivuoto. Era davvero molto presto, ma ai ragazzi non importava. Non avevano alcuna intenzione di sorbirsi le occhiate incuriosite di chi non si era ancora abituato al loro mezzo di trasporto. O almeno, non il primo giorno.

Perché, se per la quasi totalità degli adolescenti il liceo era quel posto affascinante in cui poter costruire una nuova identità e soprattutto nuove amicizie, per Vic, Becky e Lily, ormai al penultimo anno, era l'esatto opposto.

Inizialmente, dopo una non proprio felice esperienza alle scuole medie, le tre ragazze avevano covato la speranza che forse il liceo sarebbe stata davvero l'occasione per ricominciare daccapo, ma non era andata affatto così. Anzi, le cose erano peggiorate. Trovare un amico sincero e leale, o più semplicemente un amico, si era rivelata l'impresa più difficile di tutte, per loro. E non perché non ci avessero provato, ma perchè non avevano mai incontrato qualcuno disposto ad accogliere i loro sforzi. Nonostante la loro posizione sociale, che aveva fatto guadagnare loro l'indubbio titolo di studentesse più importanti della scuola, le ragazze non godevano di grande autorità presso di essa: c'era ancora qualcuno che provava soggezione per loro, certo, ma queste persone erano davvero rare e comunque loro non le avevano mai conosciute. Perchè quasi tutti, spinti da un'invidia che non potevano esprimere, erano arrivati a punzecchiarle senza sosta, con qualsiasi pretesto, tanto da farle diventare gli zimbelli del liceo, il bersaglio preferito delle prese in giro più odiose. A quell'atteggiamento, le ragazze cercavano di rispondere con l'indifferenza, ma non era sempre facile passar sopra certe cattiverie, soprattutto per Becky. Ed era proprio quello il motivo per cui Vic si mostrava sempre così diffidente, era quello il motivo della scarsa sicurezza di Lily. Loro non lo avrebbero mai ammesso, ma quell'esperienza le aveva toccate profondamente.

Era una posizione scomoda, quella dei Livingston. Nessuno se ne era mai davvero reso conto. Tutti credevano che fossero fortunati, molto fortunati, e che con una ricchezza come la loro non avessero certo bisogno di amici. Ebbene, si sbagliavano di grosso, ma questo i Livingston non sapevano come farglielo capire.

La vita a scuola era un inferno per loro, lo era sempre stato. I genitori avevano deciso di iscriverli ad una scuola pubblica fin da piccoli, per permettere loro di avere una vita il più simile possibile a quella di tutti gli altri, per evitare che si sentissero troppo diversi. Così i ragazzi erano costretti a subire tutte le conseguenze di quella decisione che, per quanto fosse stata presa a buon fine, non aveva certo contribuito a metterli sullo stesso piano degli altri. Per questo Becky aveva già avvertito Zack e Chris, che si apprestavano ad iniziare il liceo proprio quel giorno, che la situazione lì non sarebbe stata diversa da quella che avevano dovuto sopportare alle medie; se non altro, ora potevano sopportarla tutti insieme e questa era la loro più intima e unica consolazione.

E così si ritrovarono nel parcheggio della Providence High School, in attesa che iniziasse l'inferno. Quando George se ne fu andato, i cinque iniziarono a vagare solitari in quello spazio vuoto, che di lì a pochi minuti si sarebbe riempito di macchine e scooters; era una splendida e calda mattinata, perfetta per compensare l'afflizione del primo giorno di scuola. Zack aveva tagliato i capelli per l'occasione, dietro ordine della nonna, e non faceva altro che scherzare sul ritrovato utilizzo degli occhi. <<Non posso crederci, ragazzi...io...io...vedo! VEDO!! Non lo credevo possibile e invece...ah, che stupenda sensazione!>> continuava a urlare, provocando le risate degli altri quattro.

A poco a poco il parcheggio cominciò a riempirsi, ma nessuno degli studenti entrò nell'istituto, decisi ad aspettare la campanella che avrebbe dato l'avvio ufficiale al nuovo anno. Anche i Livingston, intenti a fare conversazione tra di loro, rimasero fuori in cortile e, a vederli lì, si sarebbe potuto dire che fossero perfettamente a loro agio, ma non era così: erano in attesa di qualcuno che rompesse l'illusione. E quel qualcuno arrivò a bordo di una decappottabile nera e fiammante.

Humanoid (The Nibiru Chronicles, #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora