Capitolo 3

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Jenelle

Lasciai la casa di Kayla alle prime ore del mattino, decisi di non svegliare né lei né Claire, dormivano beate nei loro sacco a pelo nel salotto che mi dispiacque molto, cosi presi le mie cose e andai verso la metro, l'aria quella mattina era molto fresca tanto che le mie mani diventarono cemento, non riuscivo più a muovere le dita cosi iniziai ad alitarci sopra, nonostante la temperatura mite il mio pensiero rimase sempre fisso sul quel punto, Matt.
Arrivata a casa di nonna Teresa iniziarano le prediche su Matthew, mia nonna ci rimase molto male, non riusciva a giustificare la sua azione e secondo lei il lavoro fu un punto a suo favore per farmela sotto il naso, da quando misi piedi la dentro mia nonna mi insegui per tutta casa e come un registratore rotto continuò a ripetermi "si è fatto sentire Matthew? Sa che diventerà padre e tu sei la madre del suo figlio o figlia? Quando farei le prime analisi? Sei pronta ad affrontare questa nuova pagina della tua vita? E con l'università come farai? Darai i tuoi esami con la pancia?", insomma riusci a farmi venire uno di quei mal di testa che solo lei sapeva crearmi, cosi senza darle il tempo di riniziare a parlare per la quarta volta le chiusi la porta della mia stanza in faccia e chiusi a chiave, avevo bisogno dei miei spazi non di farmi bombardare la testa dalle sue preoccupazioni, una volta dentro nel silenzio dominante della mia camera mi accasciai al pavimento mantenendo la schiena sulla porta, come se le mie gambe fossero trainate da un peso immaginario che piano piano mi tirava verso il basso, fino a quando una volta trovato il pavimento mi fermai immobile, con la testa china, riuscivo a percepire il sapore salato delle mie lacrime, da piccola rimasi sconvolta da quanto potessero esserlo, ed ancora oggi ne sono colpita, non riuscivo a capire dove avessi sbagliato, iniziai a pensare che aver conosciuto Matthew fu la disfatta della mia vita, iniziai a fidarmi di qualcuno e con esso iniziarono i miei problemi, mi ritrovai incinta dell'uomo che fino a qualche settimana prima stimavo molto, che amavo molto, ma in quel momento ero confusa, da una parte la mia mente continuava a domandarsi "e se non fosse più tornato? Chi avrebbe mantenuto me e il bambino?"In fondo non fummo nemmeno sposati quindi la legge poteva contarci il giusto e dall'altra parte la mia preoccupazione era su di Matt e la nostra relazione perché sapevo di amarlo ancora.
««Jenny sei ancora li?»» chiese a bassa voce mia nonna dall'altro lato della porta, lei non mi avrebbe mai abbandonato come fece Matt ne fui sicura, però non avevo voglia di interagire con nessuno , volevo restare sola e pensarlo fu anche un atto di egoismo perché teoricamente non ero più sola, in quella stanza con me c'era anche mio figlio o mia figlia, e il pensiero mi lasciò scettica, forse non avevo ancora accettato la sua presenza o non ero ancora pronta ad accettarla.
«« Jenny scusa se ti ho tempestato di domande ma sai che ti voglio bene e voglio il meglio per te e soprattutto ora che sei incinta voglio esserti d'aiuto, non ce ne stato il tempo quel giorno, ma non sai quanto sono felice per l'arrivo del mio primo nipote,Jen... per favore rispondimi mi sto preoccupando»» aggiunse mia nonna non sentendomi rispondere
«« Nonna non hai colpe, voglio solo restare sola»» risposi alzandomi dal pavimento
«« ma tesoro, lasciati abbracciare fammi capire il punto della situazione, giuro che non parlerò a saetta, giurin giurello»» disse baciandosi le dita riuscì a sentire persino lo sciocco dei suoi baci, quando ero piccola dicevo sempre cosi quando dovevo ammettere la mia onestà nei suoi confronti, cosi decisi di lasciarmi salvare per l'ennesima volta dall'unica persona che era in grado di farmi ridere in momenti come quelli, appena aprì la porta il suo abbraccio fu immediato e quella volta a piangere non fui io ma lei, le sue erano lacrime di gioia miste alla tristezza e potevo ben capirla perché anch'io ero confusa tanto quanto lei, ma non mi importò perché tra le sue braccia mi sentivo a casa perché lei era la mia casa e senza di lei sarei diventata una pietra fredda.

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