•Capitolo 1.

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08:00 am || Sydney.

Da 5 minuti avevo messo piede nella Real High School e chi più chi meno mi lanciava già occhiatine, dalle loro iridi potevo vedere la consueta paura che lasciavano trasparire nei miei confronti. Mi definivano la ragazza più carina e allo stesso tempo più temuta dell'istituto, i miei modi di fare facevano allontanare tutti da me, continuavo a camminare nei vari corridoi, le ragazze mi scrutavano sprezzanti ma sapevano bene cosa le succedeva se osavano mettersi contro di me, Julie O'Brien. I ragazzi invece facevano battutine fra di loro, immaginate su cosa, ma non gli prestavo la minima attenzione. Una diciassettenne dai capelli biondi, occhi azzurri, un corpo con le forme al punto giusto, un piercing nella lingua e stronza con il mondo. Suonò la campana che diede inizio all'anno scolastico, entrai in classe e mi sedetti al penultimo banco, quello dietro era già occupato, tutti seguirono i miei movimenti con la coda dell'occhio per poi ritornare ai fatti loro, il mio sguardo incontrò la sua lingua inumidirsi il labbro per poi vederlo giocherellare con il suo anellino. "Bentornata stronzetta"- mi disse rivolgendosi con fare arrogante.
"Preparati all'anno infernale che ti farò passare Hemmings, anno nuovo vita vecchia" -risposi a tono cambiando il detto.
"Ci divertiremo bellezza" -ammiccò.
Lui era l'unico capace di tenermi testa in una scuola di 800 persone, mi dava fastidio ma allo stesso tempo mi piaceva il fatto che era la mia fotocopia al maschile. A prima ora c'era matematica e il professore mi stava sul cazzo, la mia compagna di banco era intimorita, la misi subito a suo agio dicendole che il nostro sarebbe stato un rapporto normale, ma mi sarei sbagliata, mentre il biondo dietro se la rideva con il suo compagno di banco Calum fissando il sedere di una ragazza di quarto davanti la porta.
"Chiudi la bocca che fra poco ti esce la bava tesoro" -ironizzai voltandomi.
"Aspetto che me l'asciughi, magari con un colpo di lingua" -mi provocò.
"Ti piacerebbe sfigato" -risposi accavallando la gamba.
"Zitta bionda, sai che potrei scoparti qui davanti a tutti" -rise con aria di sfida.
"L'hai detto anche l'anno scorso, dai vieni" -lo provocai aggiustandomi i capelli.
La mia compagna di banco mi guardava stupefatta, si chiamava Caroline, le sorrisi tipo "guarda e impara" aspettando la reazione di Luke.
Si alzò in piedi e io feci lo stesso, avevamo tutti gli occhi puntati addosso compresi quelli del prof, mi prese dalle cosce e mi poggiò sul banco, mugugnai sensualmente e mi allargò le gambe, fece pressione con la sua intimità iniziando a baciarmi, il suo anellino e il mio piercing alla lingua si scontravano continuamente provocandomi brividi di piacere. Mi staccai sentendogli dire "Visto stronzetta? Mi fermo qui perché questi sfigati potrebbero restare traumatizzati.."
"Non ci sai fare Hemmings" -risposi sistemando la gonna e guardandolo nei suoi occhi orgogliosi di ciò che aveva fatto.
Ovviamente venimmo sbattuti fuori, mentre quelle vipere delle mie compagne parlottavano fra di loro, stavano dietro a lui da mesi. Mi sedetti in una panchina del cortile e lui mi raggiunse con una Marlboro in bocca. "O'Brien non cambi mai" -rise per poi continuare "Vuoi fare un tiro?" -m'invitò.
"Anche due" -risposi alzandomi e prendendogliela dalle mani.
"Hai visto come ti guardavano le mie pretendenti, dovresti sentirti onorata"-ironizzò alzandosi il cappuccio della felpa.
"Dovrebbero saperlo tutte che sono da una botta e via" -tuonai.
"Anche quelli che ti scopi tu non sono da meno, siamo così fottutamente uguali" -mi sussurrò sulle labbra.
"Infatti gli uguali si respingono" -risposi acida.
"Credi a queste minchiate O'Brien? Quando scoperemo penserai a quanto cazzo ti farò godere" -mi avvertì spegnendo la sigaretta sotto la suola delle sue Converse nere per poi andare via.
Hemmings era il solito puttaniere, stronzo dagli occhi di ghiaccio, cadevano tutte ai suoi piedi venerandolo come se fosse un dio greco. Dopo alcuni minuti tornai dentro anch'io, le ore seguenti passarono velocemente, prima mi addormentai sul banco e dopo guardai fuori dalla finestra il bellissimo panorama di Sidney, ascoltando con le cuffie l'ennesima canzone della mia playlist totalmente indisturbata, avevo avvertito tutti che non dovevano rompermi le palle, anche il signorino dietro. Con la coda dell'occhio lo vidi parlare con i suoi migliori amici, Ashton e Calum, la varietà di argomenti era unica, sesso, alcool, macchine e calcio. Voltandomi Caroline mi sembrò un po' triste, tolsi quelle cose dalle orecchie che già mi avevano stufata e decisi di conoscerla meglio, facendole qualche domanda.
"Ehi, tutto bene?" -le chiesi sorridendole.
"Si, non preoccuparti" -rispose meravigliata del fatto che le avessi rivolto la parola, ma ad un tratto le cadde una lacrima e si girò dall'altra parte per non farsi notare.
"Non mentirmi, se ti vuoi sfogare io sono qui, fidati che non sparlo delle persone in giro" -la informai porgendole un fazzoletto.
"Va bene, ma non qui" -disse indicandomi gli ultimi posti con lo sguardo, intuii che si trattasse di Hemmings & Co e non ero per niente sorpresa. La seguii in bagno e si sedette per terra portandosi le mani sul volto, restai in piedi ad ascoltarla.
"Julie, mi vergogno tantissimo a dirtelo.. Calum mi ha violentata e se non continuo a fare ciò che dice potrebbe vendicarsi su mia sorella di 12 anni allo stesso modo.." -raccontò in un pianto a dirotto, non ne ero per niente sorpresa, Hood lo conoscevo come le mie tasche.
"Non sei la prima, ci parlo io con lui, glielo taglio se ci riprova" -urlai andando su tutte le furie, per la prima volta non per me, ma per lei, una ragazza che avevo conosciuto ore prima.
"No ti prego peggioreresti la situazione, sai non sei ciò che pensavo, insomma sotto questa maschera da stronza c'è una bellissima ragazza" -sorrise.
Questa frase mi colpì in pieno, se solo sapesse quello che mi aveva fatta diventare così, l'avrei aiutata ad uscirne.
"Sono tutte le cose che ho dovuto sopportare, comunque andrò a parlargli, sai come sono fatta, se dopo ti farà qualcosa vieni subito da me" -dissi cercando di affogare i ricordi.
"Grazie per l'aiuto, so che non ti confideresti mai con una come me, ma se ti va ti ascolto" -rispose abbracciandomi riferendosi alla mia frase iniziale.
Tutto inutile, aveva riaperto una ferita che era stata chiusa da tempo, quelle immagini che mi tornavano in mente mi fecero stringere le nocche dalla rabbia, andai a fumare per scaricare la tensione.

Ice hearts || Luke Hemmings.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora