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Non avrei resistito a lungo.

Un'altra volta. Ancora partire. Ancora e ancora.

Continuai a correre lungo quel corridoio fino a quando non entrai in una stanza. Non me la ricordavo.

Però all'intero trovai il viso spento e triste di Dav.

Quando mi mancava.

Ci guardammo per un momento. Rimanemmo a fissarvi negli occhi per qualche secondo. E poi ci avvicinammo e ci abbracciammo

"Mi manchi Dav" dissi senza staccarmi da lui

"Anche tu" disse
Sentii il suo volto bagnato dalle lacrime.

"Scusa avevi ragione" disse con un filo di voce scogliendo quel dolce abbraccio, che avrei voluto nom finisse.

"Non c'è bisogno delle scuse" dissi abbassando il volto.

"Quello che è fatto è fatto" continuai alzando le braccia avvicinandomi al muro, aumentando un pó il tono di voce.

"Ora è tardi!" dissi poggiando con forza la mia schiena al muro.

"Ormai è finita"affermai infine striscando la mia schiena lungo quel vecchio muro, con un tono di voce troppo basso sommerso dalle lacrime, che si fermavano tutte insieme su i miei zigomi come se avessero paura di cadere.

La mia vista sfumata da quel mare di lacrime intravedeva lo sguardo tragico di Dav, il suo sentirsi in colpa lo faceva uscire di matto. Sapeva che tutto cio era solo colpa sua.

"Non ho mai voluto farti versare cosí tante lacrime. Non ho mai voluto odiare mia madre. Non ho mai voluto troppe cose. Se solo ti avessi ascoltato."

Non potevo dirgli che era colpa sua. Il ghiaccio che era dentro di me seppelliva tutti i miei sentimenti, ma non ero in grado, non avevo la forza di dirgli cose del genere. Avrei solo peggiorato la situazione.

Lui si sedette precisamente di fronte a me, allargando le gambe in modo da potersi avvicinare abbastanza a me.

"Ti ricordi?" dissi guardandomi intorno in tutta la stanza.

"Quando giocavamo a nascondino e io mi nascondevo sempre nell'armadio" dissi accennando un sorriso.

"E quando ti trovavo mi sedevo difronte a te in questo modo e ogni volta ti spiegavo che non potevi sempre nascondere nello stesso posto." ci mettemmo entrambi a ridere.

In quel momenro pensai alla faccia di Kian se ci avesse visto cosí. Sapevo benissimo che loro si odiavano a vicenda.

Sentii passi avvicinarsi, quindi cercai di alzarmi ma Dav mi bloccò.

"Hey fammi alzare" dissi cercando di dimenarmi.

"Perchè?" disse provocandomi.

Lo guardai con odio.

"Lascami immediatamente!" dissi quasi urlando. E mentre dicevo questa frase entrò nella stanza Kian.

Ecco, so gia come andrá a finire.

"Oh. David White, che piacere!" disse Kian con la sua voce maliziosa.

"Kian Clarke, chi si rivede" quei due avevano diversi conti in sospeso e si odiavano da quando si erano incontrati.

"No ragazzi non iniziate!"

Dissi subito alzandomi.

Kian mi guardò come se mi volesse trucidare con lo sguardo.
"Almeno sta zitta!" disse.

Quella frase era come un piccolo ago che mi puzzecchiava il cuore.

Era incazzato? Bene adesso lo ero anche io.

È la fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora