Capitolo 1

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Rich

Ero in una stanza buia. Provai a muovermi, ma ero incatenata. Ero piena di graffi e mi bruciavano i piedi. Sentivo lo scroscio della pioggia e un forte odore di cannella. Delle ombre ridevano alle mie spalle. Non riuscivo a capire chi erano. Non erano persone. Avrei visto la loro aura.

Aprii gli occhi. Era un sogno. Come sempre. Mi alzai dal letto e mi guardai allo specchio. Avevo un nuovo tatuaggio. Da ben tre mesi, ogni secondo venerdì, mi spuntavano dei tatuaggi. Quel giorno era apparso un numero romano sulla guancia, VI. I mesi prima mi erano spuntati dalla spalla fino al collo degli ingranaggi e sulla caviglia una lettera cinese (mi sembra la lettera L. Non lo so). Mi legai i miei, lunghi e ricci, capelli color caramello e mi vestii. Presi lo zaino ed andai a scuola.

Uscii di casa. Mi guardai intorno e andai verso scuola. Mi fermai ad un bar, "Alla Meringa e al Caramello, non si dice no!", okay, può sembrare un nome stupido, ma fanno dei buoni croissant. Comunque, appena entrata, sentii un aura avvicinarsi a me. Mi strinsi nelle spalle. Ma poi l'aura sparì nel nulla. Mi voltai di scatto, ma non vidi nessuno. Incominciai a mangiare il croissant e dopo aver pagato, m'incamminai verso scuola.

Incontrai Pepi, la mia migliore amica. Era la più bassa della classe, aveva i capelli neri con una bella frangetta che le copriva i suoi grandi occhi marroni. Il suo vero nome non era Pepi, ma Piper. Come me, anche a lei erano apparsi dei tatuaggi. Infatti, quella mattina, anche lei aveva un numero romano sulla guancia, IX.

-Anche a te, eh?- disse mostrandomi il suo -Già- lei prese dallo zaino il suo cappello a forma di Stitch e fece una vocina molto acuta
-Cosa significano? Non accettano Pepi al club del fumetto- lei era una grande fan dei fumetti e cartoni della Disney, risi. Era davvero simpatica -Non lo so. Comunque... come va con il tuo fumetto?- dissi dandole un pizzicotto, lei chinò, si mise il cappello in testa e disse -Non lo hanno accettato- disse chinando la testa, le tremava la voce, le misi una mano sulla spalla -Mi dispiace- lei ridacchiò -Non fa niente. Quell'editore è stupido- disse dandomi una spinta.

Entrammo alla Seattle High School. La nostra scuola. Era un edificio a tre piani, degli anni 40, con le tegole rossastre e i muri giallognoli. Andai verso l'aula di storia. Non seguivo mai le lezioni, disegnavo sempre e molto spesso cercavo di ricreare i miei sogni. Quel giorno, però mi sentivo particolarmente osservata. E non perchè avevo un nuovo tatuaggio. Ma per un altro motivo.

-Va bene ragazzi- disse la professoressa Thompson. Era una donna sui quarantasette anni, aveva i capelli castani, sempre legati in una crocchia e si vestiva sempre con dei vestiti beige, che la invecchiavano un casino.

-Oggi è arrivato un nuovo alunno. Quindi non asfissiatelo o cose del genere- dalla porta entrò un ragazzo sui diciasette anni, aveva la pelle abbronzata, i capelli neri spettinati e gli occhi verdi. La cosa che mi lasciò a bocca aperta era il tatuaggio sulla guancia, un numero romano, III. Anche Pepi rimase a bocca aperta -Lui è Haide. Viene dal Minnesota. Accomodati- disse la professoressa Thompson sorridendo. Haide si mise accanto a me, lo guardai negli occhi, era come vedere un ragazzino, capii subito che era timido, ma aveva qualcosa di diverso. La sua anima era verde, e non azzurra come le altre, lo avevo notato anche con Pepi, ma non le dissi niente. Lui sembrava nervoso a guardarmi.

The Castle Of Shadows ||Sospeso||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora