Capitolo 3

64 8 0
                                    

Rich

Quella notte sperai di non sognare niente, ma mi sbagliavo. Troppe cose erano successe. Haide, la strana coincidenza con il suo tatuaggio e quell'aura che spariva. Troppe cose in un giorno. Quando mi addormentai, fece di nuovo lo stesso sogno.

Mi trovavo sempre incatenata, ero disidratata e non mi sentivo più le braccia. Lì vicino, miracolo, c'era un coltello. Lo trascinai verso di me, con i piedi, e incominciai a scassinare il lucchetto. Quando mi liberai, un rumore di ingranaggi piombò improvvisamente in quella silenziosa stanza. D'avanti a me c'era un uomo con i capelli neri e gli occhi gialli, letteralmente. Era vestito con una specie di smoking color rame con qualche ingranaggio attaccato alla giacca. Rimasi a guardarlo. Sembrava un professore. Lui sorrise a disse -Fra poco ci incontreremo, Rich- -Chi sei?- dissi cercando di dimostrarmi coraggiosa. Ma, avevo paura. Lui sorrise di nuovo e disse -Adesso non posso dirti nulla. Ci incontreremo fra qualche giorno. Ma non dimenticarti di questa breve chiaccherata. Adesso svegliati, devi andare da Piper- e sparì in una nuvola di rame.

Aprii gli occhi. Chi era quell'uomo? Cosa voleva? Mi alzai dal letto e mi vestii. Mi misi il giacchetto ed uscii di casa.

Andai verso la casa di Pepi. Viveva in un appartamento vicino al Space Needle. Non era tanto male. Era un appartamento diviso i cinque stanze. La mia preferita era la camera di Pepi. A destra c'era il suo letto, sempre disfatto, con circa 500 pupazzetti della Disney; mentre a sinistra c'era la scrivania, contornata da tantissimi scaffali, pieni di fumetti e dvd. Entrare lì dentro era come tornare bambini.

Comunque, suonai il campanello ed entrai. Presi l'ascensore ed arrivai al sedicesimo piano. Mi aprì la madre di Pepi. Una donna di quarant'anni, con i capelli ricci neri ed un sorriso sempre caldo.

Prima di suonare il campanello, controllai che il tatuaggio non si vedesse. La madre di Pepi non amava quelle cose, ma un lato positivo era che, senza occhiali era una talpa. Ma la prudenza non è mai troppa, quindi mi coprii mezza faccia.

-Ciao Rich. Entra pure! Piper è in camera sua- mi disse la madre di Pepi, sorridendo. La fortuna era che non aveva gli occhiali, ma preferii rimanere con mezza faccia coperta. Andai in camera di Pepi.

Quando entrai, vidi la mia amica che dormiva nel suo letto ed abbracciava un pupazzetto di Olaf. Decisi di lasciarla dormire ancora un po', ma lei si svegliò di soprassalto.

-Oddio Pepi! Che succede?- chiesi sedendomi accanto a lei. Aveva il fiato affannoso -Niente. Niente- disse cercando di rilassarsi -È che ho fatto un incubo. Niente di che- prese in mano un pupazzetto di Cricchetto e lo strinse forte al suo stomaco.

Dopo che lei si era vestita, andammo in un bar lì vicino a fare colazione. La chiesi cosa aveva sognato -Ero in un corridoio di marmo nero. Se andavo avanti cambiava forma e stessa cosa se andavo indietro. Sentivo dei ruggiti e della urla, così, incominciai a correre poi tutto si fece buio e apparve un uomo con la pelle bianchissima, i capelli neri, che sembravano ghiacciati, ed aveva un forte odore di tabasco. Mi guardò sorridendo e disse, "Fra poco ci incontremo, Piper. E ne sarò molto estasiato" gli chiesi chi era ma lui rispose che era troppo presto e che nel giro di pochi giorni lo avrei saputo. Ma era solo un sogno, niente di che- -Quanto tempo fai questo sogno?- lei ci pensò su e disse -Circa tre mesi. Ma senza quell'uomo. L'ho sognato solo oggi- mi grattai la testa e dissi -Lo stesso periodo di tempo di quando sono apparsi i tatuaggi- lei annuì -Credo che le cose siano collegate- -E come scusa?- -Non lo so. Ma intendo scoprirlo-

The Castle Of Shadows ||Sospeso||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora