Nella foto qui sopra:Frederick, meglio conosciuto come Fred.
Quel giorno Scarlett e gli altri ragazzi erano stati svegliati alle prime luci dell'alba. Gli zaini,che avrebbero dovuto accompagnarli durante la missione,erano già pronti. All'interno vi erano:delle provviste,degli abiti comuni e un'uniforme. Le armi erano nascoste tra i vestiti o tramutate in semplici occhiali e rossetti.
Si trovavano nello studio della direttrice Garders per conoscere tutte le informazioni necessarie. Anche Clarissa O Donnel era lì con loro,aveva avuto il permesso di seguirli durante la missione.
La direttrice era accanto alla gabbietta del suo pappagallo mentre gli accarezzava il dorso piumato.
«È arrivato,finalmente,il momento di dare una svolta a questa situazione. Oggi partirete per una missione travagliata e difficile che sarà solo la prima tappa che ci distanzia dalla meta»la voce della donna era autoritaria. A prima vista sembrava una semplice signora di mezz'età,elegante e disponibile mentre quando doveva impartire regole e farsi rispettare diventava la più temibile avversaria. Rispettabile,ammirabile soprattutto.
«Questa persona,uomo o donna che sia,si trova in Egitto,al Cairo».
Qualcuno dietro Scarlett sbuffò. Si voltò e vide una Monica annoiata e sicuramente esasperata per il lungo percorso che avrebbero dovuto percorrere.
«Signorina Sanders,non si scoraggi così velocemente.Le brutte notizie devono ancora arrivare»Sophie Garders si sedette sulla sedia dietro la scrivania in mogano e fissò severa i ragazzi davanti a se'.
«Hock controlla tutti i treni e gli aerei da qui a...ovunque! Non potrete usare questi mezzi,perché lui saprebbe dei vostri spostamenti. Dovrete cavarvela alla vecchia maniera».
Erano tutti esterrefatti e visibilmente affranti.
Fred sbatté le mani sulla scrivania;era furioso.
«Com'è possibile che sia sempre un passo avanti a noi?!»teneva,ora,le mani serrate,le nocche erano sbiancate. Scarlett gli si avvicinò e gli pose una mano sulla sua. Il ragazzo alzò appena lo sguardo su di lei.
«Fred,non importa quanto potere abbia,noi possiamo farcela. In ogni caso potete sempre tirarvi indietro. Io farò di tutto per la mia famiglia,perfino farmela a piedi fino in Egitto!».
Erano tutti in silenzio. Il primo a farsi avanti fu Chang,seguito da tutti gli altri. Solo Fred non aveva ancora parlato,e sinceramente proprio da lui non si aspettava una ritirata.
«E tu,Fred,cosa vuoi fare?»gli domandò.
Un sorriso si fece largo sul viso di quel ragazzo dagli occhi dorati.
«Ovviamente vengo con voi,pivelli».
Scarlett si tenne a stento dal saltare di gioia.
La direttrice attirò di nuovo l'attenzione su di se' ticchettando una penna sulla scrivania.
«Bando alle ciance! Ascoltatemi bene,sono sicura che sarete capaci di arrivare fino in Egitto senza problemi. Una volta lì,incontrerete Jawad Belabed. Da quel momento in poi,vi aiuterà lui a raggiungere l'uomo di Hock,o la donna. Belabed fa parte della nostra base alleata Araba,potete fidarvi».
Scarlett era nervosa all'idea di dover compiere questo viaggio,nessuno sapeva chi o cosa li avrebbe aspettati.
«Come cerchiamo Belabed?»fu Raphael a parlare.
Gli occhi della Garders si puntarono dritti nei suoi«Ci sarei arrivata,un attimo. Sarà lui,in realtà,a trovare voi».
Fred si era appoggiato alla parete con lo sguardo basso e le braccia incrociate,stava sicuramente elaborando qualcosa.
Avrebbero impiegato tantissimo tempo ad arrivare al Cairo. Hock avrebbe pazientato tanto? A Scarlett venne in mente anche che non sapeva dove si trovasse la base in cui era stata accolta.
«Scusate la domanda...ma noi ora dove ci troviamo?».
Sembrarono tutti perplessi dalla domanda,tranne Fred che parve divertito e le rispose:«siamo in North Dakota».
«Ah,bene. Ci metteremo almeno un mese senza aerei,ne treni ne auto! Ho paura che non arriveremo in tempo!» Scarlett era allarmata.
«Per il momento è la migliore pista che abbiamo da tempo. Hock non ucciderà i tuoi genitori,sono troppo importanti. Sarebbe uno sciocco ad uccidere le uniche persone che sanno dove si trova la "perla nera". Aspetterà anche anni se sarà necessario,non preoccuparti Hale»la rassicurò la donna dietro la scrivania.
In effetti aveva pienamente ragione.
«Un'ultima cosa,vi sarà messo a disposizione un furgoncino per arrivare almeno ai confini dell'America. Le carte di credito sono state caricate tutte e avrete a disposizione anche un po' di soldi liquidi. È tempo di andare miei cari. Abbiate fede,andrà tutto bene».
Era arrivato il momento di lasciare la base. In coro citarono il motto della base,com'era consono fare prima di una missione-così avevano spiegato a Scarlett-in segno di buon auspicio:«La spada forgiata con amore e devozione è una rosa che cresce sana e forte».
Lasciarono lo studio scortati da degli uomini,tra i quali Wayne,che li accompagnarono fino ad una galleria sotterranea tra i due palazzi dove la prima volta si era svegliata.
La galleria era illuminata da luci al neon lungo tutte le pareti. Era in cemento armato. Camminavano in coppie formate da due persone. Scarlett si trovava al fianco di Clarissa e i suoi capelli rossi raccolti in una coda.
«Tutto ok?»le domandò vedendola strana.
«Sì,è solo che mi fa male la pancia. Credo mi stia venendo il ciclo».
Scarlett rise:«Devo dire che avrebbe un ottimo tempismo se ti venisse adesso!».
Clarissa scosse la testa divertita:«Già...».
Alla fine della galleria c'era un furgoncino nero,che assomigliava più a un van,con i finestrini oscurati. Sembrava abbastanza grande ma per un viaggio così lungo e otto persone all'interno non sarebbe stato il massimo.
«Chi guida?»chiese Monica avvicinandosi al veicolo con disprezzo.
«Io,sono il migliore a guidare»Chang si fece avanti e si accomodò sul posto del guidatore.
«Cosa vorresti dire con questo? Sono io il più bravo a guidare!»si lamentò Fred.
«Sarai anche tu il più bravo a guidare,in una corsa o inseguimento,ma proprio perché non voglio morire schiantato da qualche parte che guido io»ribatté il ragazzo asiatico.
«Guidi come un vecchietto,hai ragione fai tu». Fred gli si sedette accanto.
Wayne aiutò a posizionare gli zaini in modo da occupare poco spazio nel furgoncino e tutti si sedettero ai propri posti.
Erano pronti per partire. Le guardie si allontanarono per aprire la galleria. Il muro di cemento si alzò e Chang partì. Scarlett si voltò a guardare la base ma non vide nulla.
«Com'è possibile?»strillò abbassando il finestrino.
Davanti a se' c'era solo una montagna.
«La base si trova al centro di una montagna aperta sulla cima ma grazie a delle particolari tende che proiettano l'immagine della vetta sembra una comunissima montagna»le disse Monica.
«Ma nella base non siamo circondati da pareti rocciose!»continuò sbalordita Scarlett.
«È perché anche all'intero ci sono queste tende che riflettono le immagini di un paesaggio immerso nella natura come infatti è all'esterno».
Monica si mise delle cuffie e si abbandonò alla musica. Clarissa si addormentò. Le sorelle Kylie e Lorena parlavano tra di loro e sembravano non voler far partecipare nessuno alla conversazione. Restava solo Max,silenzioso dall'inizio del viaggio e Raphael.
«Com'era la tua base?»le chiese quest'ultimo. Scarlett si trovò a perdersi ancora nei suoi occhi grigi così simili a quelli di Trevor.
«Oh,era una base molto comune a dir la verità. Si trovava a San Diego. Era molto più aperta della vostra. Nel senso che potevamo uscire anche senza permesso. Andavamo al mare,a fare shopping...era proprio come essere a casa». Smise di parlare perché sentiva gli occhi pungerle e se avesse continuato sarebbe scoppiata in lacrime.
«Scusa,non avrei dovuto chiedertelo»Raphael le si avvicinò per porgerle la manica della sua felpa verde bottiglia.
«No,non preoccuparti! Va tutto bene,sul serio». Lui sembrò dispiaciuto e si ritirò al suo posto.
«Scarlett,vorrei trovarti un nomignolo ma non so quale»Max era seduto davanti a lei,aveva la mano poggiata tra i capelli e gli occhi neri chiusi a fessura.
«I miei amici mi chiamavamo Scar,puoi fare lo stesso anche tu».
«Ci avevo pensato ma volevo chiamarti con un nome più particolare tipo Saetta o Spina...»
«Sì,tipo Spina nel fianco»continuò Fred.
Raphael rise e lo stesso Chang.
«Sai dove te la ficco la spina,Fred?».
«Andiamo Hale,lo so che ti piacerebbe». Questo fece sghignazzare ancora di più gli altri due ragazzi.
«Scarlett non li pensare,sono dei bambini!»si lamentò Kylie,la rossa con gli occhi verde pallido,che lanciò uno sguardo di fuoco a Chang.
«Ahia,scotta!»disse Raphael ridendo di gusto e spintonando la spalla di quest'ultimo.
Chang sembrava solo imbarazzato e rosso fino all'ultimo capello della cresta aggiustata meticolosamente con il gel.Passarono diverse ore e ormai erano tutti stanchi e annoiati.
Una strana musica li mise tutti in allerta. Dal soffitto del van si staccò una superficie quadrata che si verificò essere un display. Si accese e il volto della direttrice Garders fece capolinea nello schermo«Ragazzi,per rendervi il viaggio un po' più semplice abbiamo pianificato un itinerario. Arrivate in Florida. Lì vi darò ulteriori informazioni. Abbiamo trovato un uomo che ha una barca che trasporta camion fino in Spagna,così passerete per l'Italia e infine arriverete in Grecia. Sarà una passeggiata arrivare da lì in Egitto. Buon proseguimento!». Il display si ritirò al suo posto.
«Che emozione!»esultò sarcastica Monica. Aveva pienamente ragione,sarebbe stata una traversata.
«Chang,dove siamo?»Lorena si era sporta per guardare l'amico.
«Quasi a Sioux City,in Iowa». La ragazza si buttò sbuffando di peso sul suo sedile«non arriveremo mai!».
Un rumore proveniente da dietro il furgone li fece sussultare ancora una volta. Una pietra probabilmente.
Fred si era raddrizzato sul sedile e sembrava nervoso«Chang,siamo circondati».
«Non è il momento di scherzare!»sbraitò Clarissa risvegliatasi.
«Non sto scherzando rossa,avanti a noi e dietro ci sono due auto che ci stanno tenendo stretti». La ragazza constatò quello che aveva appena annunciato il ragazzo e con poca raffinatezza imprecò:«merda!».
Si affrettarono tutti a prendere le armi.
La macchina davanti frenò posizionandosi orizzontalmente e sbarrando la strada al van. Chang riuscì a frenare facendo fare una sgommata al furgoncino.
«Restate calmi! Aspettiamo che ci vengano a prendere»Raphael si abbassò a prendere un pugnale affilato da una fascia attaccata al polpaccio.
Degli uomini si avvicinarono,erano tutti di origine asiatica.
«Andiamo,ora!»urlò il ragazzo dagli occhi grigi. Aprirono gli sportelli e corsero a capofitto contro gli uomini. Scarlett fu braccata da una donna che la bloccò con una mazzata sul torace che le tolse il respiro. Erano una decina di uomini.
Si sentirono degli spari,Lorena aveva ucciso la donna che aveva atterrato Scarlett. Quest'ultima sputò un po' di sangue e proseguì contro un uomo che teneva Max a terra e gli riempiva il volto di pugni. Gli si gettò addosso facendolo rotolare via dal ragazzino minuto e gli ruppe il naso con una gomitata. L'uomo le affondò un ginocchio nello stomaco che le fece perdere la presa. Le puntò una pistola alla testa«Dì le tue ultime preghiere baby». Quelle però furono le sue ultime parole,Fred da lontano gli aveva lanciato un coltello che l'aveva colpito in testa«solo io posso chiamarla baby!». Scarlett gattonò all'indietro per togliersi il corpo da dosso. Un urlo la fece sussultare,il corpo dell'ultimo uomo era caduto a terra. Raphael lo aveva pugnalato al cuore. Distolsero tutti lo sguardo. Lo scenario era raccapricciante. Clarissa si avvicinò al ragazzo che aveva appena ucciso quell'uomo e gli poggiò la mano sulla spalla«hai fatto quello che andava fatto,andiamo».
Nonostante dovesse sembrare normale,nonostante fosse inevitabile e i ragazzi lo sapevano fin da quando erano bambini,uccidere risultava sempre brutale,soprattutto in questo modo.
Erano tutti sporchi di sangue,con lividi e ferite non indifferenti. Max era quello messo peggio;lividi su tutta la faccia e un taglio che gli solcava l'intero braccio sinistro,molto profondo.
«Perché ci hanno attaccati? Come sapevano di noi?!»Scarlett era furibonda e dolorante.
«Dovevano averci seguiti,non ne ho idea. Deve esserci qualcuno che ha fatto la spia,qualcuno che si trova alla base. Ci era vietato comunicare la destinazione,ne avete fatto parola con qualcuno?»Chang era se si può ancora più arrabbiato di Scarlett.
«Io...»iniziò Monica ma sembrava aver paura di continuare.
«A chi l'hai detto Sander?!»le sbraitò contro Lorena. Sembrava un amazzone in procinto di uccidere la sua preda.
«Ma non può essere stata lei...Cloe. È la mia migliore amica»la ragazza era affranta.
«Dovrai rivedere le tue amicizie Monica. Cosa le hai detto di preciso?»le chiese Clarissa.
«A che ora partivamo ma non ho fatto parola della destinazione».
«Meglio così,ora informo la base».
Fred si allontanò per telefonare.Aspettarono dieci minuti durante i quali si medicarono le ferite.
Il telefono di Fred squillò,era la base.
«Capisco...bene...ah...a presto»attaccò.
Monica sembrava spaventata«allora?»gli chiese.
«Mi dispiace Monica. Cloe aveva rivelato a Hock l'orario. Ha confessato ma non ha voluto dire come ha fatto a mettersi in contatto con lui,si è uccisa prima». Monica cadde a terra urlando.
Fred si chinò a tenerla e le accarezzò la testa,lei lo stringeva forte tra le sue braccia. Cloe doveva essere la ragazza bionda che Scarlett aveva visto insieme a Monica quando si incontrarono per la prima volta. C'era qualcosa nel modo in cui Monica si teneva a Fred e viceversa che fece capire a Scarlett che tra i due poteva esserci qualcosa di più di una semplice amicizia.
«Il problema è che ora ci saranno addosso. Sarà un viaggio movimentanto» affermò Kylie salendo in auto seguita da tutti gli altri.
Scarlett si appoggiò al finestrino chiuso. L'immagine di Monica e Fred impressa nella mente le faceva ricordare Trevor e lei. Guardò gli occhi di Raphael fissi su di se',le venne voglia di abbracciarlo inspiegabilmente. Distolse lo sguardo e chiuse gli occhi. Sapeva che questo era solo l'inizio di una lunga avventura.
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Black Plan -La Perla Nera
ActionPRIMO LIBRO DELLA TRILOGIA "BLACK PLAN". Se ti svegliassi tra quattro mura fredde? E se tutto quello che conoscevi venisse fatto saltare in aria? Cosa faresti se venissi catapultata in una nuova realtà,dove i ricordi di quel fatidico giorno ti sono...