Nell'immagine qui sopra: Chang Yakada.
«Vuole del caffè,signor Hock?».
Una donna,sui trent anni,portava un grazioso vassoio,sul quale vi era appoggiata una tazza con del caffè e dei biscotti alla cannella.
Fred si era svegliato in una stanza che con riusciva a riconoscere. Il letto era molto comodo e le pareti erano ornate di colori vivaci ma prive di finestre.
«Dove sono?»chiese debolmente alla donna.
«Siete nella base "Y" di Jacksonville»gli rispose riponendo accuratamente il vassoio sul comodino accanto al letto.
La donna si sporse su di lui e gli appoggiò una mano sulla fronte.
Fred tentò di spostarla ma fu bloccato da qualcosa;aveva i polsi legati con delle manette.
«Oh,non preoccupatevi. È solo una precauzione,ve le toglieranno presto»gli spiegò accarezzandogli il viso e uscendo dalla stanza senza dire più nulla.
Appena la donna varcò la porta,Fred iniziò a tirare le manette ma era tutto inutile.
«Maledizione!»imprecò furioso.
«Se mi prometti di non fare azioni avventate e di comportarti bene ti libero».
Fred alzò lo sguardo sull'uomo che stava dinanzi a lui. Questo si fece avanti e uscì dalla penombra mostrando un viso deturpato da una profonda cicatrice. Quest'ultima partiva da sopra il sopracciglio destro e scendeva fino al lato sinistro del volto,attraversandolo tutto.
«Frederick Hock,che onore! Non assomigli per niente al caro vecchio,sei tutto tua madre»affermò quello facendo innervosire Fred.
«Che ne sai tu di mia madre?».
«Mio caro ragazzo,conosco molto bene tua madre perché io sono suo fratello».
Sua madre non gli aveva mai parlato di un fratello o meglio di nessuno della sua famiglia. Fred aveva conosciuto solo i nonni paterni.
«Cosa?»sbottò sorpreso. L'uomo rise.
«Tranquillo è shoccante anche per me. Pensare che tu sei il frutto dell'amore di quel pazzo e mia sorella. Hai i lineamenti di tuo padre ma i colori sono tutti suoi,tutti di Catherine»la voce di quell'uomo si rabbuiò.
«Come ti chiami?»gli domandò Fred curioso di saperne di più sullo zio.
«Giusto,perdonami ragazzo. Mi chiamo Ethan,Ethan Cole».
In effetti,Ethan aveva gli stessi occhi di sua madre e anche la forma della bocca.
«Fred,voglio essere sincero con te, lavoro con tuo padre».
Come poteva lo zio lavorare con il padre,sapeva cosa aveva commesso quell'uomo?
«Allora puoi anche uscire da qui. Non ti fa schifo solo nominarlo?!».
«Vedi,gli affari sono affari. Amavo molto mia sorella ma non posso evitare una collaborazione con Hock,nonostante lo detesti»gli spiegò Ethan sedendosi sul letto accanto a lui.
«Ragazzo,lo so che non riesci neanche a guardarlo in faccia. Quando seppi quello che era accaduto,ho tentato di ucciderlo ma tu,meglio di chiunque altro,sai quanto sia difficile trovarlo,figuriamoci farlo fuori. Le cose poi sono andate aggravandosi,venni a conoscenza della tua fuga e ormai il potere di Teddy cresceva a dismisura. Tutti pendevano dalle labbra di tuo padre e iniziarono a lasciarmi molti collaboratori. La mia base stava andando in rovina,inimicarmi Hock sarebbe stato un suicidio. Abbassai la testa e gli chiesi aiuto,non me lo negò. Forse per sdebitarsi della morte di tua madre. Catherine non avrebbe mai voluto vedermi in mezzo ad una strada,così ora collaboro con lui. Ti vuole bene e amava anche tua madre. Torna a stare dalla parte che ti spetta Frederick».
Che sciocco,che inutile sciocco uomo. Per il potere aveva permesso a Teddy di farsi mettere i piedi in testa.Tre anni prima,una mattina di luglio, Teddy aveva preso Fred e Catherine e li aveva portati con se' in Italia.
La moglie era innamorata di Napoli. Portò la sua donna e il suo adorato figlio a visitare le strade dell'antica città. Teddy aveva noleggiato un auto. La famiglia cantava felice canzoni napoletane,non ne comprendevano il significato ma erano davvero belle le melodie. Era un album molto vecchio di cui Catherine era gelosa e che custodiva con tantissimo affetto.
A Napoli conobbe Teddy,intento in un affare con una base della zona. Lei era stata mandata in missione a contrattare con la stessa base,per lo stesso interesse. Avrebbero dovuto entrambi acquistare una zona sottostante il Vesuvio,il vulcano che si trova a Napoli. In quella zona,c'era una pietra vulcanica che riusciva a emanare abbastanza energia per un esperimento in via di sperimentazione.
Si trovarono a lottare,offrirono capitali enormi e alla fine Teddy lasciò che l'allora giovane ragazzina vincesse. Trovava quella pazza,dai lunghi capelli castani,bella da togliere il fiato e non era riuscito più a lasciarla dopo quella sera. La portò per Napoli,le offrì una pizza sul lungo mare di Mergellina e fu allora che le regalò quel cd.
Teddy portò sua moglie e suo figlio su una terrazza a Posillipo.
«Teddy,grazie! Mi mancava così tanto questo luogo. Amo l'odore del mare che c'è nell'aria» gli aveva detto Catherine. La donna sorrideva e guardava verso le luci e il mare. Non c'era per lei città più maestosa e bella.
Teddy rise e si avvicinò cingendole le spalle con un braccio.
«Non sento questo odore di mare. Lo sapevo,non avrei dovuto prendere la decappottabile,il vento ti è andato in testa. L'unico odore che sento è il tuo e trovo che sia il più bel profumo che io abbia mai sentito». Catherine si voltò a guardarlo e gli stampò un bacio sulle labbra. Teddy non era un uomo romantico ma sapeva renderla felice con pochi gesti. Si voltò a cercare anche Fred,il suo amato figlio;stava ammirando anche lui il panorama.
«Tesoro,vieni qui accanto a noi» gli disse accogliendolo tra le sue braccia materne. Catherine si riteneva incredibilmente fortunata.
«Mamma,vorrei venire a vivere qui».
La donna gli sorrise amabilmente«Ti prometto che un giorno sarà così».
«E lo sarà! Ho un affare molto importante tra le mani,avrò così tanto potere da poter comprare non solo una casa,ma l'intera regione»annunciò Teddy guardando sognante il panorama. Catherine si accigliò e si voltò verso il marito.
«Cos'intendi dire?».
«Recupererò la perla nera e creerò l'arma che è in grado di piegare il mondo al proprio volere. Sarò un re e voi sarete rispettati e temuti. Farò saltare in aria la base che nasconde la perla nera e a quel punto nulla potrà fermarmi!».
Era scandalizzata,così come il piccolo Fred. Il marito aveva sempre avuto manie di grandezza ma uccidere così tante persone,piegare il mondo al proprio volere non rientrava negli schemi. Era totalmente impazzito.
«Tu sei pazzo! Come puoi solo pensare di fare una cosa del genere?!»gli urlò contro ponendo il figlio dietro di se'.
«Cat,lo faccio per noi» le disse avvicinandosi e tentando di calmarla.
«Per noi? Teddy,lo fai solo per te. Ti avevo detto che volevo una vita tranquilla,Fred non deve vivere come noi. Lascia perdere quest'assurdità».
Teddy scosse la testa,lui non voleva una vita tranquilla come la moglie, voleva potere,un potere assoluto.
«No,mi dispiace non è quello che desidero io».
Catherine scoppiò in lacrime.
«Lo sai che questo ti porterà a stare da solo,io non farò parte di questa pazzia e nemmeno Fred!».
«Ma cosa dici Catherine?! Non puoi portarmi via mio figlio!Lui è destinato ad a essere un grande,come me!»Teddy sembrava un folle,aveva uno sguardo irriconoscibile.
«Dovrai passare sul mio cadavere,Teddy!». Dopo quelle parole furono attimi di terrore,i due genitori si avventarono l'uno contro l'altro. Catherine era agile e forte ma non abbastanza come Teddy. Fred era paralizzato,era stato scaraventato a terra dalla mamma e intimato di stare fermo lì. «Vi prego,smettetela!» aveva urlato una volta alzatosi. Cercava di separarli ma invano.
Teddy lo aveva spostato bruscamente facendolo cadere a terra,facendogli sbattere la testa. Aveva la vista annebbiata,riuscì a vedere solo sua madre urlare il suo nome,gettarsi su Teddy e quest'ultimo che per respingerla le dava una spinta,una spinta troppo vicina alla ringhiera. Vide sua madre volare oltre questa,vide i suoi occhi dorati guardarlo per l'ultima volta. Un urlo acuto gli uscì dalla bocca,prima che le lacrime uscissero copiose dai suoi occhi,prima di perdere i sensi e svenire. Fu quella l'ultima volta che vide sua madre. Era iniziato tutto come un bel viaggio che si era tramutato in una disgrazia. Odiava suo padre,ormai non lo considerava più tale. Quell'uomo aveva ucciso sua madre,quella donna che voleva tenere la sua famiglia lontano da quella vita pericolosa che aveva caratterizzato la sua vita e quella del marito.
Napoli,la città così amata da Catherine,nella quale avrebbe voluto passare il resto dei suoi giornì,l'accontentò diventando la sua casa per sempre. La città aveva accolto tra le sue braccia,come una mamma, la donna che cadde profondamente e per sempre nel sonno.
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Black Plan -La Perla Nera
AksiPRIMO LIBRO DELLA TRILOGIA "BLACK PLAN". Se ti svegliassi tra quattro mura fredde? E se tutto quello che conoscevi venisse fatto saltare in aria? Cosa faresti se venissi catapultata in una nuova realtà,dove i ricordi di quel fatidico giorno ti sono...