7: UN BUCO NELL'ACQUA

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Nella foto qui sopra: Clarissa O Donnel.

«Chang,ti prego! Me la faccio addosso».
Fred si stava lamentando ormai da ore. Avevano quasi raggiunto Saint Louis,in Missouri.
Il sole era calato e la luna con le sue stelle aveva preso il posto del sole cocente.Le luci inondavano le strade. Le macchine sfrecciavano veloci. Scarlett aveva sempre amato,fin da bambina,stare con la testa appoggiata al finestrino,con il rumore del motore dell'auto come sottofondo. Amava perdersi fra i suoi pensieri. Amava il senso di libertà che percepiva trovandosi su una strada che l'avrebbe portata ovunque. Quando si trovava nella sua base,la "perla",con Trevor quasi ogni sera rubavano un auto e percorrevano chilometri. Diffidava dal fatto che la sorveglianza non lo sapesse,c'erano tecniche di controllo avanzatissime. Aveva,però,sempre pensato che glielo lasciassero fare in quanto sia lei che il suo amico godevano del rispetto dei superiori,avevano affrontato diverse missioni portate a termine in modo eccellente. Scarlett non avrebbe mai dimenticato quando,dopo aver ucciso per la prima volta,Trevor la prese in braccio,avendola trovata in lacrime nella sua stanza,e l'avrebbe portata via da quello spazio di angoscia e senso di colpa che le attanagliava il cuore fino a farla esplodere. Aveva il viso appoggiato al vetro,proprio come in quel momento,e ripensava alla scena.
Erano volati in Brasile,nelle Favelas,era la sua prima missione come agente armato. Teneva la sua pistola salda nella cintura,un coltellino infilato nello stivale e un elettroshock nella tasca del giubbotto di pelle nero,internamente rivestito di materiale antiproiettile. Trevor era al suo fianco,di tanto in tanto le sorrideva. L'aereo,dove avevano viaggiato,era atterrato in uno luogo ben riparato dalla fitta vegetazione. Li scortarono all'interno del luogo malfamato. Dovevano trovare un boss della mafia in combutta con un'associazione che creava armi nucleari. Ricordava perfettamente i bambini armati fino al collo seduti sull'asfalto che la osservavano minacciosi.
«Tiv,ho paura»sussurrò a Trevor raggiungendolo. Lui si voltò dalla sua parte,le sorrise e le strinse forte la mano. Aveva le vene del collo gonfie,la mano che manteneva la sua era fredda ma emanava allo stesso tempo un calore familiare confortante. I suoi occhi,gli occhi più belli che Scarlett avesse mai visto,erano di un grigio scuro spaventoso,sembravano nubi in tempesta in contrasto con il rosso dei suoi capelli. Il vento glieli faceva ondeggiare come fiamme.
«Fin quando ci sono io,Scar,non devi avere paura. Li farò a pezzi se si avvicineranno a te. Te lo prometto».
Dopo circa mezz'ora,la squadra fu accerchiata,si ritrovarono in una vera e propria battaglia. Scarlett schivava i colpi e attaccava senza però uccidere nessuno,a completare l'opera ci pensava Trevor,che le stava sempre affianco. Purtroppo,il ragazzo si trovò a dover fronteggiare un uomo due volte la sua altezza e corporatura. Scarlett tentava di tenere a bada una donna dai lunghi capelli corvini,come quelli di Monica,solo molto più vaporosi. Era agile come una gazzella e sembrava instancabile. Sbatté Scarlett a terra e le si sedette sopra facendola urlare di dolore. Le piantò le ginocchia nelle cosce e dalla tasca tirò fuori un coltellino. «Addio,bambina!»le gridò rabbiosa. Ma prima che la lama le tagliasse la gola,Scarlett,sfilò il polso bloccato e tirò fuori la pistola. Sparò un solo colpo alla tempia della donna,uccidendola all'istante. Guardò il corpo inerme della nemica,accasciato su di se',il sangue che dalla tempia le colava sul suo viso. La cosa che più fece star male Scarlett furono gli occhi,occhi vitrei senza più vita.
Era paralizzata dallo sconforto e la paura:era diventata un'assassina. Sapeva sarebbe dovuto arrivare quel momento,ma non avrebbe mai pensato che fosse così atroce. Trevor,una volta ucciso il colosso che lo stava attaccando,corse da lei. Le scrollò il corpo della donna da dosso e si sedette a terra accanto a lei. La prese tra le sue braccia e le pulì il viso dal sangue. Il ragazzo aveva il volto disperato come se avesse appena commesso qualcosa di irreparabile.
«Scusami,Scar,scusami. Non avrei dovuto permetterlo» aveva gli occhi occhi lucidi,la stringeva forte al suo petto. Scarlett gli sentiva il cuore pulsare forte,gli prese il viso tra le mani e gli diede un bacio sulla guancia«non è colpa tua,Tiv».
Tornarono alla base senza aggiungere più una parola. Quello fu il giorno dove lei diventò un'assassina,una macchina da guerra. Del resto,questo erano destinati a diventare tutti i ragazzi che frequentavano le basi.

Black Plan -La Perla NeraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora