Capitolo 2° - Nuove amicizie!

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A tre anni non andai a scuola come tutti gli altri bambini, andai l'anno dopo. In estate andai in Sicilia, conobbi dei bambini che poi sarebbero stati gli amici che sarebbero stati con me per tutta la vita fino ad ora. Fu tutta una reazione a catena, conobbi il primo bambino perchè le nostre mamme si erano messe d'accordo per farci incontrare. Entrambe usarono la stessa scusa:"Scendi sotto perchè c'è un bambino che si chiama come te e vuole conoscerti." Io felice di avere il mio primo amico corsi giù e lo incontrai. Era così, si chiamava come me ed entrambi ci stavamo simpatici l'un l'altro. Era più grande di me, nacque nel 3 agosto del 1999. Due o tre giorni dopo mi fece conoscere il cugino due anni più piccolo di lui, si chiama Adriano. Noi 3 diventammo quel tipo di persona che singolarmente siamo poco e niente, ma messi insieme saremmo stati un'arma letale, e col passare del tempo si capì. Abitavamo in un condominio quindi era facile stringere amicizia, i loro cugini si conoscevano ormai da anni con i miei fratelli, giocavano sempre a calcio. Poi dovetti tornare in Calabria, mamma diceva che mi aspettava una sorpresa e infatti avevo compiuto il quarto anno anno della mia vita. Che bello! Inizio la scuola materna! Il primo giorno mi accompagnò babbo, io ero felicissimo, provavo qualcosa di nuovo. Mi feci nuovi amici, ma purtroppo saltai l'anno precedente, ho fatto la cosiddetta "primina", quindi non fui molto accettato dai miei compagni, purtroppo non capivo perchè mi evitassero o mi ignorassero, quindi io li consideravo miei amici e cercavo di stare con loro. Era il 30 ottobre, mio fratello quel giorno compieva 15 anni e aveva ricevuto vari regali con cui anch'io avrei voluto giocare. Nel corso della serata io avevo solo un album di disegni da colorare e un astuccio pieno di colori, già ero goffo nei movimenti, figuratevi a vedere un baby Van Gogh che gira per casa con un album e dei colori. Mi misi in cucina mentre vidi mamma che mi lasciò un piccolo spazio per colorare mentre lei faceva la torta. Stavo disegnando un coniglio dai grandi occhioni che presto diventarono azzurri. Tutt'ora se ci penso mi vien da ridere, un marmocchio come me che gira per casa a mostrare i disegni a tutti quanti come se fossero dei quadri di Picasso o Michelangelo. Dopo arrivò il natale, ero felicissimo, anch'io avrei ricevuto dei regali. Ricevetti un regalo da parte di mamma e papà che per me fu un qualcosa di unico al mondo, era una chitarra giocattolo di colore blu con i tasti colorati di rosso, verde e altri colori vivaci. Mamma e papà erano seduti sul divano a guardarmi con un sorriso che tutt'ora amo. Mi videro giocare con quella chitarra per molti giorni e la mia felicità era alle stelle. Ancora mio padre era con me.
Iniziò il quinto anno della mia vita, e dopo aver finito quell'anno di scuola materna andai di nuovo in Sicilia nel periodo estivo, come tutti gli anni. Andai con molta felicità perchè sapevo di reincontrare i miei amici Alessio e Adriano! Coincidenza fu che Alessio arrivò un giorno prima di me e Adriano un giorno dopo di me. Quindi ci radunammo tutti nel cortile del condominio. Io giocavo con Alessio e Adriano, e il cugino di Alessio e Adriano, ovvero Alberto, insieme al fratello di Adriano, ovvero Emanuele e un altro ragazzo del condominio, giocarono a calcio con i miei fratelli. Ognuno passava attimi di felicità indimenticabili, un giorno mio fratello, il medio, si ruppe l'anulare della mano destra giocando a calcio, andò al pronto soccorso e incontrò un dottore non molto qualificato, cercò di sistemarglielo a modo suo ma purtroppo quel disgraziato rimase con un dito non efficiente al massimo per tutta la sua vita. Finita l'estate cominciò il mio terzo anno di scuola materna, l'ultimo anno prima di cominciare la scuola elementare. I primi giorni facevo i capricci perchè avevo una nuova maestra, si chiamava Caterina. Non andavo molto d'accordo con lei e saltai i primi giorni di scuola. Poi cominciando a parlarmi capii che era una brava persona, mi considerava "il suo principino". Un giorno al posto di papà venne mamma a prendermi a scuola, sentii la sua voce e scappai dalla classe urlando:"la mia mamma!" Saltandogli addosso con una felicità che solo Dio conosce. Finito quell'anno di scuola materna non andai subito in Sicilia, andai un mese dopo. Andai in un paesino che dava sul mare, si chiama Nocera. La sera c'erano le giostre, le bancarelle e tanto altro. Mamma voleva farmi migliorare nella lettura perchè mi considerava un bambino con tante capacità, quindi un giorno mi promise che se entro la sera avrei letto un testo per bene mi avrebbe ricompensato con un regalo a mia scelta. Mi impegnai al massimo, volevo la mia ricompensa e riuscii ad ottenerla. Scelsi una mini canna da pesca giocattolo con alla punta una calamita per prendere i pesci che a loro volta avevano una pallina di ferro per permettermi di prenderli. Non durò molto quella canna da pesca perchè mi cadde dal balcone, immaginate voi quanto piansi. Papà riuscì ad aggiustarmela, fu da quel momento che capii chi era il mio supereroe preferito. Successivamente andammo in Sicilia. Che bello! Rivedo Alessio e Adriano! In quell'anno i miei fratelli decisero di fare una sottospecie di gare clandestine con i loro amici, immaginate voi le cadute che vidi quell'estate. Un giorno i miei fratelli e i loro amici andarono a Messina. In cortile eravamo solo io, Adriano e Alessio. Provammo a fare una curva in velocità chiamata "il cavatappi", Alessio la passò tranquillamente, ma poi io e Adriano la prendemmo insieme, toccò la mia ruota e cadde strisciando sull'asfalto con tutto il ginocchio per circa un metro, ha lasciato la carne del ginocchio per terra ma non ha pianto come tutti i bambini, anzi, non ha detto nemmeno "a", prese la sua bici e andò a casa senza nemmeno una lacrima, ci disse che ci saremmo visti il giorno dopo. Mi sentii enormemente in colpa perchè si fece male per colpa mia. Finita l'estate tornai in Calabria.
Mio padre era con me.
Mio fratello, il maggiore, mi portò a fare una passeggiata perchè adorava stare con me. Mentre eravamo di ritorno a casa mi disse di comportarmi bene parlandomi delle maestre come se fossero dei mostri mangia bambini cattivi. Iniziai il primo giorno di scuola elementare con il terrore pensando alle parole di mio fratello. Mi accompagnò mia madre il primo giorno di scuola e mi fece conoscere una bambina di nome Caterina, feci subito amicizia con lei. Entrando in classe non solo conobbi lei, ma anche due bambini di nome Giuseppe e Domenico. Domenico era il più accettato nella classe, veniva dalla Svizzera e per noi la Svizzera era un qualcosa di magnifico. Ero in continua guerra con Giuseppe per scegliere di chi dovrebbe essere stato amico di Domenico. Eravamo come cane e gatto. Alla fine per evitare i continui litigi facemmo una sorta di contratto, 50% di Domenico era mio amico e l'altro 50% era di Giuseppe. Che cosa buffa eh? Fare trattative già da bambino, piccoli commercianti crescono. All'uscita da scuola venne a prendermi mio padre. Immaginate la corsa di tanti marmocchi che corrono in braccio ai loro genitori, io invece ero uno dei pochi che andava da loro camminando, fuck the system, i am swag, acab, bling ring yoyo. Il primo anno di scuola elementare fu un anno normale come tutti. Non c'è molto da raccontare se non per il fatto che conobbi una maestra a cui era morto da poco sua figlia. Ci considerava i suoi secondi figli. Si chiamava Damiana. E noi tutti le volevamo bene. Finito quell'anno scolastico andai in Sicilia come gli anni precedenti. Nulla di nuovo.
Mio padre era ancora con me.

Deliri di un pazzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora