Capitolo 6° - Correre, cadere, rialzarsi.

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Tornai a scuola e ci fu una nuova invenzione da parte del preside per migliorare il lavoro didattico in classe: Lavorare in gruppi. Allora io decisi insieme a Marco, Pasquale e Michele di unirci e formare il nostro gruppo, ma i gruppi erano già stabiliti dalla coordinatrice di classe, l'insegnante di italiano. Quindi fui spostato in un altro gruppo formato da un ragazzo bocciato e una ragazza di Curinga, un paesino vicino al mio. Lui si chiama Orlando ed è piùtosto simpatico, lui conosceva me ma io non conoscevo lui. Lei invece si chiama Marika, ha degli occhi azzurri che mi ricordano il mare in Sicilia, è molto forte e simpatica allo stesso tempo. Certe volte la prendevo in giro chiedendole a quale palestra andasse per avere dei pettorali gonfi, raccattavo qualche schiaffo però dai, le volevo bene. Un giorno entrò alla seconda ora, aveva gli occhi gonfi, capii che qualcosa non andava. Le chiesi cosa fosse successo, si rifiutò di rispondermi allora la lasciai stare per peggiorare le cose. Si avvicinarono Alessia, tipa ricciolina e molto simpatica e Marianna, una ragazza non molto alta, bionda e carina che ha l'affetto di tutti in classe, se lo merita pienamente. Stetti seduto per ascoltare cosa avesse Marika. Il ragazzo ha fatto il coglione. Io sono il tipo che se vede un ragazza in lacrime fa di tutto per farla sorridere, il pomeriggio stesso andai a comprare tre o quattro album da disegno e due o tre matite perchè le piaceva disegnare. Le portai un libro perchè amava la lettura e infine le portai mezzo kg di dolci, quando una ragazza è triste, non c'è cura migliore se non quella dei dolci. Il giorno dopo arrivato in classe, corse verso di me e mi abbracciò, questa fu un'altra delle poche volte in cui mi sentivo importante. Mi sorrise e io ero strafelice. Non era amore, era affetto. Affetto per una ragazza che mi ha sempre aiutato. Non mi affezionai solo a Marika, non fu l'unica a trattarmi bene. Melania, una tipa magrolina, bionda e anche un po' bassa. Ci aiutammo molto nello studio di tutte le materie. Durante la lezione le facevo il solletico per divertimento, faceva certi salti che nemmeno gli atleti olimpionici di salto in lungo. In quel periodo volevo staccare la spina e andarmene da questo mondo per motivi che non posso elencarvi bevendo una boccetta sana di sonnifero sperando di cadere in coma e non rialzarmi più, stento a crederci che non mi successe niente, anche il medico fu sconvolto. Dio mi salvò, gli facevo troppo schifo per andare ora da lui, i frutti cadono quando sono maturi. I giorni successivi andai a scuola come se non fosse successo niente, raccontai tutto alla professoressa di italiano e Marika, mi fidavo di loro. A casa sorsero dei problemi e decisi di andare a vivere in Sicilia dopo aver finito quell'anno scolastico. Venni promosso con la media del 7, ero fiero di me perchè fui promosso con le mie forze. Andai in Sicilia e Adriano venne con un mese di ritardo, Stetti con Paolo e Alessio, un giorno mi ritrovai a parlare solo con Alessio, io parlai del mio tentato suicidio e lui mi parlò del fatto che per ora fu rifiutato all'accademia militare. Venne accettato a fine estate. Raccontai tutto e lui in preda all'ira voleva andare a distruggere per sempre la causa del mio tentativo fallito, stava per perdere me a causa di un coglione. Io per un attimo accettai, col passare delle settimane alla fine cambiai idea, se tocchi la merda ti sporchi. Arrivò Adriano e facemmo il falò di ferragosto, questa volta nessuna barca bruciata. Intanto io col passare dei giorni andai in conflitto con il fidanzato di mia cugina e mi provocò, andai a cercarlo nel suo paese. Ne prese così tante che adesso quando mi vede cambia marciapiede. È vero, mi presi una siringa nel fianco. Ma almeno io non ho avuto bisogno delle stampelle per camminare. Il paese in cui sono andato si chiama Santa Margherita, in quella settimana c'era la fiera e quindi noi continuammo ad andarci, ma abbiamo fatto l'errore più grosso. Una cazzata così grande che ci portò in caserma. Rischiammo una denuncia bella grossa, mi salvò mia madre. Persi Alessio e Adriano. I nostri genitori ci hanno proibito di vederci. Quindi cambiai gruppo di persone, come se non bastasse aggiunsi la beffa al danno. Capitai in un gruppo di persone che fumava erba. Per me era una nuova esperienza e non seppi rifiutare, non successe solo una volta ma ben tre volte. Cambiai idea. Non volevo più vivere in Sicilia, mi sarei rovinato la vita.

Deliri di un pazzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora