Disordine

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<<Ho preso tutto...ti dispiace se mi sono auto-invitato a casa tua?>> mi chiese mentre prendeva delle chiavi è un borsone.
A me non dispiaceva affatto, anzi ero contenta di non passare la serata da sola o con mio cugino. Quindi scossi la testa e mi alzai dal divano, grattandomi il braccio e dicendo
<<No, sono contenta che qualcuno si fermi a casa mia. Perdona l'eventuale disordine...>>
Lui mi fece cenno di andare, ed insieme raggiungemmo l'auto. La lussuosissima auto, che probabilmente costava più della casa dei miei genitori! Identificai bene il suo carattere: era cordiale e gentile, ma anche un po' autorevole. Minuzioso al punto giusto, ma era spaesato, cercava qualcosa ma neanche lui sapeva cosa. Glielo si leggeva negli occhi: un ottimo osservatore che osserva, osserva alla ricerca di quello che vuole veramente. Io non gli chiesi nulla a riguardo, ma lo scrutai silenziosamente.
Arrivammo a casa mia, e la mia paura mentre giravo la maniglia dell'appartamento era palpabile. Avevo la cucina che non pulivo da un mese, il salotto pieno di scarti di pizza e lattine, la stanza piena di vestiti buttati ovunque, il bagno pieno di muffa, per non parlare dell'odore che si trovava a casa mia...nauseabondo. Allora io mi fermai e mi girai verso di lui, guardandolo con un volto preoccupato. Lui corrugò la fronte e mi fece un sorriso dicendo
<<Cos'hai? Hai dimenticato qualcosa?>>
<<No...>> dissi mortificata
<<E allora?>>
<<Ehm...casa mia è decisamente deplorevole...>> dissi annuendo a me stessa
<<Cioè, scusa?>> disse con volto confuso
<<Diciamo che...è da un paio di mesi che non la pulisco...potrebbe non essere soddisfacente per te...>>
Lui mi sorrise e mi mise una mano sulla spalla. Mi guardò divertito e poggiò la sua mano sulla mia. Mi immobilizzai sentendolo così vicino. Lui girò la maniglia e mi guardò sempre più divertito, con un volto beffardo dicendo
<<Vedere per credere...>> mentre si avviava
Appena entrò, io rimasi fuori dalla porta. Avevo le mani sugli occhi e borbottavo roba, vergognatissima. Dopo pochi secondi, lui mi si mise davanti e mi disse
<<Sei convinta che siano solo due mesi?>> disse ridendo, con molta ironia
Io lo guardai irritata e lo fulminai con lo sguardo, poi mi giustificai
<<Si, ok, forse di più ma non ho tempo! Se non sono a lavoro sono all'università, se non sono all'università sono in palestra, se non sono in palestra sono al volontariato!!>> sbraitai sfogandomi senza un minimo di contegno.
Lui mi sorrise ed entrò in casa, evitando attentamente i panni sparsi per il corridoio.
<<Fai volontariato?>>mi chiese
<<Si...addestramento canino gratuito...>> dissi chiudendo la porta di casa
Mi diressi verso il salotto, poggiando le cose che mi ero portata in giro tutto il giorno. Poi iniziai a sistemare il salotto, mentre Peter mi aiutava con pazienza. In 10 minuti sistemammo la stanza ed io guardai l'orario: 23:41. "Tra un po' inizia...!" pensai. Lanciai un cenno a Peter, invitandolo a guardare l'orologio. Lui ebbe uno spasmo e si sedette, sfinito, sul divano. Io lo osservai mentre andavo in cucina dicendo
<<Già stanco Sg. Ranner?>> mentre un sorriso mi uscì dalle labbra <<Vuoi qualcosa da mangiare?>>
Lui mi fece cenno di no, mentre tentava di accendere la TV, invano. Allora io presi due lattine di birra ed un pacco di patatine grande, e mi avviai in cucina. Gli tolsi senza alcuna grazia il telecomando dalle mani e la accesi. Il telecomando aveva il tasto di accensione difettoso e si doveva spingere verso destra per farlo funzionare. Lui mi guardò il telecomando e chiese
<<Perché non ti compri un nuovo telecomando?>>
<<E chi ha i soldi! E poi mica per un solo tasto difettato compro un altro telecomando...il resto funziona benissimo>> dissi cambiando canale e buttandomi di peso sul mio piccolo divano.
Lui non rispose e rimase in silenzio.

Sotto la pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora