<<Desideri qualcosa da bere?>> mi chiese sbucando con la testa dallo stipite della porta
Io, un po' diffidente risposi
<<No, grazie>>
Poi mi slegai lo chignon e mi sistemai i miei capelli il meglio che riuscii a fare e mi sistemai gli abiti che indossavo quel giorno, cioè jeans e camicia.
<<Dimmi frequenti università?>> mi chiese dopo vari ed evidenti ripensamenti. Io presi fiato e risposi
<<Si, facoltà lettere>>
<<Interessante...che aspettative hai per il futuro>>
<<Vorrei diventare una redattrice, anche di una piccola casa editrice...tu, invece? Fammi indovinare: gestirai una ditta immobiliare?>>
Lui venne in salotto e mi si sedette di fianco. Gli si incupì il volto e ritornò a gesticolare con le mani.
<<Si...ma non vorrei...>>
<<Eh? Scusa, perché? Insomma hai un'opportunità irripetibile!>>
<<Si ma...perché?! Solo perché sono figlio di Ranner non vuol dire che debba fare il suo stesso lavoro? Ho capacità di decidere da solo, chi mi impedisce di non poter fare...non so...l'imbianchino!?>> disse con un tocco di rabbia.
Io non mi intimorii affatto, anzi lo guardai e gli sorrisi e con spavalderia gli sussurrai
<<Nessuno>> poi ritornai alla mia posizione originale ed iniziai a guardare il camino spento, che faceva molta tristezza.
Lui annuì energicamente e incrociò il suo sguardo con il mio. Mi rispose
<<Già...nessuno...>> buttandosi di schiena sul divano. Lo guardai distendere lentamente le spalle ed io, tornando a guardare il camino, domandai
<<Programmi per sta...notte?>> dissi osservando l'orologio: 23:09. Lui guardò l'orologio e disse
<<Nulla...i miei non tornano a casa sta notte, passerò la serata...nottata... a guardare Sing's>>
<<Anche tu guardi quel programma? Anche io lo guarderò quando scoccherà la mezzanotte...anzi, penso mi dovrei avviare verso casa...>>
Lui fece un volto preoccupato e torno in posizione eretta. Poi scosso disse
<<Ti va di...guardarlo insieme?>>
Io lo guardai sorpresa e confusa e blaterai
<<Ma dovrei comunque tornare a casa per i cambi ed il resto...inoltre non ho la macchina quindi ci perderemmo parte del programma a fare avanti ed indietro...>>
<<Boh, io tutti questi problemi non li vedo. Prendo io i cambi, andiamo a casa tua, il tempo di prepararci e siamo puntuali per il programma. Poi io ho la macchina, faremo prima>>
Aveva un tono autorevole e preparato, puntiglioso, come se fosse abituato ad organizzarsi (nonostante sia maleducazione invitarsi a casa delle altre persone). Io annuii e mi caricai velocemente.
<<Si, si ottima idea! Forza, andiamo!>> dissi assomigliando ad un personal trainer
Lui si alzò e si diresse non so dove, mentre io pensavo a cosa diavolo stesse succedendo: stava venendo a casa mia un uomo che conoscevo da meno di un'ora, inoltre il figlio di Ranner! poi pensai allo stato in cui fosse casa mia...un tornado avrebbe fatto meno danni!Scusate se è più corto, ma ho da fare negli ultimi tempi. Domani ne uscirà uno molto lungo, promesso!
STAI LEGGENDO
Sotto la pioggia
RomansaKaren è una giovane donna di 19 anni che ha appena iniziato un università. Ha difficoltà a cavarsela da sola economicamente, quindi trova un lavoro in un bar su un lago. La stagione è piovosa e Karen ha sempre il suo fidato ombrello con lei, ma c'è...