Capitolo IV

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Era stata la mattina più lunga della mia vita.

Avevo speso il tempo gettando occhiate fugaci all'orologio appeso al muro, ed era stato un sollievo quando finalmente il suono della Quinta Campanella aveva sovrastato la voce acuta di Miss. Harrison.

Dovevo parlare con Corinne.

Non ero riuscita a pensare altro dalla fine della lezione di Miss. Key.

I quesiti che mi affollavano la testa avevano bisogno di risposte e sapevo che C era l'unica a potermele dare.

Trasportata dai miei pensieri non mi accorsi di star imboccando involontariamente le scale per i dormitori femminili e tirai W per una manica verso di me, sottraendola al flusso ordinato di ragazze che stava salendo le scale.

"Che succede adesso?" si lamentò.

"Dobbiamo fare una piccola... deviazione." azzardai titubante.

W mi fissò inebetita per qualche secondo, come per accertarsi che fossi seria.

Sostenni il suo sguardo con un sorriso angelico, fingendo che fosse una richiesta assolutamente normale.

"Tu sei pazza." affermò W rompendo il silenzio.

"Da legare. Andiamo?"

Le indicai le scale che scendevano in basso, e lei sgomenta seguì con gli occhi il mio dito.

La forza di volontà svanì via via nei suoi occhi verdolini, e seppi che stava lentamente accettando l'idea.

"Un minuto e basta però."

"Un minuto." concordai spazientita.

Le presi un polso e la trascinai giù per i gradini, di corsa.

"Posso sapere almeno dove stiamo andando?" domandò con il fiato corto mentre scendevamo la seconda rampa di scale.

"Nella Mensa."

"Nemmeno ti chiedo cosa devi fare poco prima di pranzo nella Mensa!" esclamò ironica W.

"Saggia decisione."

Eravamo quasi arrivate quando lo udii.

Un canto delicato.

Proveniva dalla Mensa e si espandeva lungo il corridoio come il profumo di un fiore.

Velocizzai il passo.

W troppo occupata a seguirmi non se n'era accorta e mi guardava interrogativa.

Instintivamente la bloccai con una mano appena dietro la porta, e mi posi un dito sulle labbra.

"Ascolta." le intimai.

Le frasi appartenevano ad una lingua che non conoscevo, ma la melodia mi rassereneva. Le parole traboccanti di tranquillità s'insinuavano dolcemente nella mia anima e placavano l'ansia che l'aveva impregnata per l'intera mattina.

Mi soffermai un po' sulla soglia, indecisa se entrare o meno. Non volevo che quella musica si fermasse.

Accadeva così raramente che delle note fluissero nei corridoi dell'Istituto.

"È... bella."

La voce di W, poco più di un sussurro, spezzò per un attimo l'incanto della musica.

Avrei voluto restasse in silenzio.

Alle volte serviva che il tempo non fosse riempito da inutili parole.

Immersa nei miei pensieri vidi idi troppo tardi W appoggiarsi involontariamente alla porta socchiusa, e questa si aprì con un cigolio sommesso.

La mia maldestra compagna di stanza si ritrasse subito, ma ormai il danno era fatto.

BlackvoyantDove le storie prendono vita. Scoprilo ora