IV.

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Nella notte, i folti boccoli di John Silver parevano non esistere, tant'erano scuri.
Non li si poteva vedere volteggiare nell'aria al ritmo rapido e balzante della camminata del cuoco, e se per una sfortunata disattenzione lo si fosse perso di vista, scovarlo nuovamente tra la folta vegetazione e i crogioli di marinai ubriachi, sarebbe divenuta un'impresa di ardua riuscita.
Per tale motivo, la giovane non aveva staccato gli occhi di dosso dalla figura di Silver sin dal momento in cui aveva scorto il ragazzo lasciare il bordello in gran concitazione.
Se l'intenzione del cuoco era quella di non destare sospetti, quel guardarsi compulsivamente attorno con malcelata circospezione e quell'accelerare il passo allo svoltare di ogni angolo, rischiavano di causargli esattamente l'effetto contrario e non desiderato.
Se Silver intendeva fingere disinvoltura, quella recita gli stava riuscendo nella più maldestra delle maniere.

Per contro, abbandonare il bordello -al seguito di Anne Bonny e Jack Rackham- senza insospettire ulteriormente Charlotte, la puttana dalla lunga treccia bionda, non era stato /chiaramente/ possibile.
La giovane non aveva sprecato tempo prezioso ad inventare giustificazioni difficili da credere, e si era vista costretta a comprare, letteralmente, il silenzio della prostituta.
L'anello dal grosso topazio incastonato all'interno di una piccola corona d'oro lucente, sarebbe dovuto servire come suo lasciapassare -il suo permesso di imbarcarsi su un vascello diretto ben lontano da New Providence- ma le circostanze erano variate in meno del breve giro di una sola ora, e il gioiello era inevitabilmente finito ad ornare una delle esili dita di Charlotte, euforica per aver ricevuto un dono così prezioso senza neppure la necessità di doversi slacciare il corsetto o di dover infilare le mani tra le braghe di un qualche marinaio lercio e maleodorante di sporcizia vecchia di settimane trascorse in alto mare.
Aveva ringraziato, Charlotte, e soprattutto aveva promesso di tacere in merito a quella conversazione, a tutte quelle domande e, in generale, alla presenza della giovane nel bordello; ma anche così, la ragazza dai selvaggi capelli rossi avrebbe scommesso che, entro l'indomani, ogni abitante o marinaio o pirata di Nassau sarebbe venuto a conoscenza di una strana, nuova, cliente che aveva pagato in preziosi amuleti una puttana soltanto per meno di mezz'ora di casta compagnia.

Lo avrebbero saputo tutti.
Anche gli uomini di Flint, quei delinquenti assetati di sangue.

Però, nonostante tutto, quel pensiero non la tormentava e non l'agitava poi così tanto, dato che di lì a poche ore contava di riappacificarsi -se poi c'era mai stata una guerra- con James Flint e, di conseguenza, con l'intero equipaggio della Walrus.
Il suo piano -finalmente ne aveva elaborato uno abbastanza preciso- era a dir poco rischioso.
Se la cavava bene in quanto a furti, ne aveva dato prova già sulla nave del capitano Lawrence, ma divenire la ladra del ladro si prospettava come tutt'altra storia.
Sebbene non avesse ben chiara la dinamica dello scambio tra Silver, Vane e Rackham, aveva intuito che si sarebbe trattato di un gioco di tempistiche e di precisione. Avrebbe dovuto agire in fretta e con decisione, prima che il cuoco della Walrus si fosse presentato al cospetto del capitano e del quartiermastro della Ranger.
Nel pedinare Silver, la giovane si era trascinata con sè la solita borsa in feltro grezzo, ma l'aveva appositamente alleggerita, estraendone una delle pistole -quella per lei più manegevole- in modo da poterla preparare a dovere, dando ascolto ad un crescente sentore, il quale le suggeriva che si sarebbe potuta verificare la necessità di impugnare un'arma ben più efficace di una semplice lama.
Di certo non era stata una semplice operazione, con il cuoco da inseguire a passo lesto e più silenzioso possibile e il cielo ormai giunto al suo grado massimo di oscurità.
Con i denti aveva strappato l'involucro di carta che conteneva la polvere da sparo e l'aveva versata nella canna. Ulteriormente complesso si era rivelato il pigiare polvere e palla con il calcatoio. Il rumore vagamente metallico e stridente aveva rimbombato lungo il vicolo che stavano attraversando, costringendo Silver a voltarsi di scatto e a scrutare tra le tenebre, grazie alla cui clemenza la giovane non venne scorta.
Il cuoco, comunque, aveva accelerato maggiormente la propria andatura, come inseguito da un qualche spettro del proprio passato.
Dovette mettersi a correre per essere sicura di restare alle calcagna di John Silver, sollevando piccoli aloni di terriccio candido, leggere spruzzate di zucchero a velo nella notte. Non aveva idea di dove effettivamente Silver la stesse inconsapevolmente conducendo, probabilmente nel luogo designato per la vendita della rotta della Urca de Lima, quello che Rackham aveva chiamato I Relitti.
Non aveva mai sentito parlare dei Relitti, e a dire il vero, non sapeva nemmeno cosa fossero: se una parte specifica dell'isola, o se dei relitti veri e propri. Di qualunque posto si fosse trattato, lei si trovava in svantaggio in quanto forestiera, e l'unica speranza di riuscita del suo piano, l'aveva riposta nel non perdere mai di vista il cuoco e di intercettarlo prima di veder emergere dall'oscurità la figura ombrosa di Charles Vane e quella dinamica di Jack Rackham.
Avrebbe sottratto la preziosa pergamena a Silver, poi.. Poi avrebbe corso veloce come il maestrale e avrebbe cercato il capitano Flint come un assetato avrebbe ricercato una brocca d'acqua gelata.
All'inizio, le era parsa una buona soluzione, ma adesso non riusciva a dire con certezza esattamente quale parte del piano l'avrebbe condotta alla morte che, ormai ne era quasi certa, non sarebbe riuscita a rifuggire più tanto a lungo.
Si ritrovò, seguendo le proprie gambe come se queste conoscessero la via, ad avventurarsi su un sentiero irto e terroso, costeggiato di rocce grette ed irregolari. Silver si inerpicò, appigliandosi ad un masso più sporgente degli altri, e scavalcò oltre con una magistrale abilità, scomparendo dalla visuale.
La giovane si affrettò a risalire l'impervia stradina e si soffermò, aggrappata al medesimo masso oltre il quale era saltato il suo bersaglio, a scrutare attentamente attraverso le tenebre. Ciò che riuscì ad intravedere, fu una distesa frastagliata di alte rocce posizionate in modo da formare uno strano labirinto, colmo di incavi e cunicoli, qualcosa che le ricordò la tana di un grosso ragno. Dedusse la geografia di quel panorama per merito di flebili riflessi di quello che doveva essere un vivo color arancio, i quali tremulando sommessamente, davano vita a singolari giochi di ombre, tempestando l'oscurità di punti luminosi.
Non le fu difficile comprendere per quale ragione quel posto venisse chiamato I Relitti.

BLACK SAILS - Strange Pairs Can Achieve The Most Unexpected ThingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora