REQUIEM

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Quella sera la porta della mia 'lussuosa' cella si aprì, e come ogni giorno da ormai undici anni comparve lei, vestita come a suo solito con quel suo vestito nero con abbinati gli immancabili stivali naturalmente neri che arrivano sopra il ginocchio che lasciavano scoperte le coscie di un bianco porcellana, sulle spalle il mantello biaco con lo stemma nobiliare del casato.
Appena entra mi disse, con quella suo voce maledettamente bella "Buona sera Logan, passato dene il pomeriggio?" Questa era una delle sue domande che propio non sopportavo per il semplice fatto che lei sapeva benissimo cosa avevo fatto, sapeva cosa facevo ogni giorno visto che l'intero appartamento dove vivevo era disseminato di videocamere, l'unica stanza in cui non erano presenti era il bagno, ma anche questo era dannatamente a prova di fuga visto che era situato in modo tale che i muri perimetrali e la parete di fondo formassero una sporgenza che si distaccava dai muri perimetrali dell'intero palazzo e, non dimentichiamoci che la mia 'cella' si trova al trentesimo piano dell'Empire State Building.

A quella domanda io risposi come al solito "Tutto bene Lady Valentine" sforsandomi di fare un sorriso più realistico possibile, ma con lei questo non funzionava quasi mai e naturalmente neanche questa volta funzionò, "Che cosa c'è che ti disturba Log?" Fece la vampira inclinando la testa dal lato e poggiando i pugni sui fianchi.
Quanto odiavo quel nomignolo del cavolo, e poi quella maledetta mi stava veramente chiedendo cosa mi disturbasse?! In quel momento gli avrei voluto rispondere qualcosa de tipo:Se proprio lo vuoi sapere sei tu maledetta puttana ! Ma naturalmente mi limitai a sorridere e rispondere:"Niente, sono solo un po' stanco",che gran cazzata.
La vampira mi si avvicinò piantandomi addosso quei suoi occhi verdi finto, visto che da li a poco sarebbero diventati rossi sangue, e mi disse:" Allora possimo iniziare". Mi fece sedere sul letto senza maglietta e mi si sedette dietro.
Quando poggiò le mani sulle mie spalle sentì un freddo pungente arrivarmi fino alle ossa, poi sentì i suoi capelli biondi sfiorarmi le scapole e alla fine sentì il dolore provocato dai suoi canini che entravano nel mio collo, e mentre la maledetta mangiava io sentivo in lontananza una musica, un requiem, il Requiem della mia vita.

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