Zelda
Ho delle occhiaie spaventose.
Stamattina sono quasi scoppiata a piangere quando mi sono guardata allo specchio. La notte scorsa non ho chiuso occhio, ero troppo tesa. Tutto per colpa di quella richiesta assurda.
Maledetto lui e chi lo ha nominato Capofazione!
Ho pregato mio padre in cinque lingue diverse, ma non c'è stato verso di fargli cambiare idea. Non si contesta un ordine impartito da un leader, non importa a quale fazione appartenga.
Quindi eccomi qui, davanti all'entrata della residenza degli Intrepidi. Stringo tra le dita l'autorizzazione firmata da Jeanine in persona e osservo con le sopracciglia corrugate le pareti esterne del palazzo di vetro. Non ho mai messo piede nei territori rivendicati dalle altre fazioni: sono sempre rimasta nel mio quartiere, quello degli Eruditi. E' il luogo a cui appartengo, la mia casa.
Perché avrei dovuto allontanarmi?
Una mano si posa delicatamente sulla mia spalla. - Tutto bene, sorellina? -.
Volto la testa e incrocio gli occhi verdi di Damien. Mio fratello mi sorride con fare rassicurante. - Sei pallida. Non avrai paura di qualche Intrepido tatuato, vero? -.
Mi fingo indignata. - Io non ho paura - dichiaro, risoluta. - Men che meno di un manipolo di individui che si divertono a piantarsi pezzi di metallo nel corpo e provano un piacere perverso nel prendersi a pugni a vicenda -.
Ho parlato a raffica, come faccio sempre quando sono nervosa. Damien lo sa, mi conosce bene. Infatti continua a sorridere, condiscendente.
Calma, Zelda. Non ti stai avviando al patibolo, devi solo togliere dei punti di sutura.
Se solo riuscissi a catalogare quel Capofazione come un paziente qualsiasi...
Scaccio il pensiero prima ancora di concluderlo.
Alzo il mento e comincio a camminare verso le porte scorrevoli del palazzo, seguita a poca distanza da Damien. Un Intrepido ci viene incontro non appena attraversiamo la soglia: ha corti capelli castani e penetranti occhi blu. So chi è. E' Tobias Eaton, figlio di Marcus Eaton, il capo del governo. Dietro di lui scorgo un'altra persona, una ragazza minuta dai lunghi capelli biondi. Sono entrambi vestiti interamente di nero, mettono in soggezione.
La ragazza mi sorride. La prendo subito in simpatia. - Tu devi essere Zelda Blackburn. Ti stavamo aspettando. Io sono Tris -. Fa un cenno col capo verso l'altro Intrepido. - E lui è Quattro -. Dallo sguardo complice che si scambiano si capisce che tra loro c'è un legame profondo.
Che strana coppia.
Tobias, anzi Quattro, squadra mio fratello da capo a piedi con un sopracciglio inarcato. - E tu chi saresti? -. Più che ostile, il suo è un tono di sufficienza.
Damien si schiarisce la voce. - Sono suo fratello. Damien Blackburn -. La sua mano tesa viene bellamente ignorata da entrambi gli Intrepidi.
Quattro incrocia le braccia, mettendo bene in mostra i muscoli. - Non sei autorizzato ad entrare - decreta, lapidario. - Abbiamo ricevuto istruzioni precise -. Tende la mano e io gli allungo il foglio firmato dalla mia Capofazione. Annuisce e mi fa segno di seguirlo.
Scocco un'occhiata a Damien. Non voglio che mi lasci sola nella tana del nemico.
Lui sembra percepire la mia agitazione. Non è difficile, visto che sono rigida come un cavo d'acciaio. Mi tremano perfino le gambe.
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Fanfiction[Divergent saga] In questa visione di Chicago le fazioni sono in pace. Nessuna guerra minaccia la stabilità del sistema, nessuna fazione vuole prevaricare. Zelda ha diciannove anni. Ha scelto di rimanere tra gli Eruditi, di continuare a vivere assi...